Scherma, sei medaglie per l’Italia ai Mondiali Paralimpici
Si sono conclusi da poco i Mondiali di Scherma su Carrozzina disputati ad Eger in Ungheria dal 17 al 23 settembre e l’Italia chiude con un bottino finale di sei medaglie. Il bilancio italiano è positivo ma si avverte qualche punta di rammarico per un bottino che poteva essere più ampio viste le tante sconfitte dei nostri atleti ai quarti di finale.
E’ stato un Mondiale anche molto seguito sui social network della Federazione Italiana Scherma, che ha visto 1.150.000 persone leggere su Facebook i post della fan page federale e 112.648 volte controllare l’account Twitter federale @federscherma.
Parliamo di queste sei medaglie: spicca in assoluto l’oro di Beatrice “Bebe” Vio conquistato nella prova di fioretto femminile, categoria B, insieme alle due medaglie d’argento vinte da William Russo nella spada maschile categoria C e dalla Nazionale azzurra di sciabola maschile ed alle tre medaglie di bronzo conquistate da Marco Cima nel fioretto maschile, categoria B, da William Russo nel fioretto maschile categoria C, e dalla Nazionale azzurra di fioretto femminile.
Il bilancio finale è abbastanza positivo anche per i tre responsabili tecnici, come ammette il Responsabile tecnico del Fioretto azzurro paralimpico, Simone Vanni: “Personalmente sono molto contento dell’esito di questi Mondiali. Al di là delle medaglie e delle delusioni, che fanno inevitabilmente “parte del gioco”, la positività del bilancio complessivo è data dalla voglia e dalla grinta mostrata e che adesso è palese in ciascuno dei ragazzi. Ciò rappresenta il viatico migliore in vista delle prossime quattro gare di Coppa del Mondo che saranno fondamentali per la qualificazione alle Paralimpiadi. Tornando da Eger dovremo essere capaci di riflettere sugli errori, ripartire e soprattutto acquisire la piena consapevolezza di essere in grado di affrontare a testa alta qualunque avversario”.
il Responsabile tecnico della Spada azzurra paralimpica, Francesco Martinelli si concentra invece sul futuro: “C’è molto da lavorare ma ci sono le potenzialità e le premesse per fare bene in futuro. L’obiettivo principale di questo Mondiale era acquisire punti importanti per la qualificazione alle Paralimpiadi. Matteo Betti, sebbene non sia arrivato sul podio, è riuscito a mantenersi in piena corsa verso Rio. Un plauso speciale però voglio rivolgerlo a William Russo non solo per il risultato ottenuto, ma anche per la tenacia e la forza d’animo impiegato per raggiungerlo. Infine, ritengo positiva la prova della squadra per come i ragazzi si sono comportati in pedana. E’ tutta esperienza acquisita che sarà assai utile in futuro”.
Quello più amaro è il bilancio del Commissario tecnico della Nazionale di sciabola paralimpica Fabio Giovannini. “Il dato negativo è rappresentato dalle medaglie sfiorate nella prova individuale, mentre quello positivo è dato dall’aver constatato di essere tra i migliori al Mondo in tutte le competizioni. Certamente l’elemento “dolce” arriva dalla gara a squadre, dove l’argento vale davvero tanto. Abbiamo infatti avuto la conferma di poter contare su un terzo elemento, Edoardo Giordan, che seppur giovane è stato assai valido. Andrea Pellegrini ed Alessio Sarri hanno ancora una volta mostrato il loro valore. Peccato che la prova a squadre non sarà nel programma di Rio. Ad ogni modo, sono certo che tutti gli azzurri saranno messi nelle condizioni di allenarsi al meglio”.
Tutti e tre i responsabili tecnici sottolineano la gratitudine all’intero staff. “Il nostro ringraziamento va allo staff medico rappresentato dalla dottoressa Federica Montanile ed alla fisioterapista Veronica Balzano, ma anche al tecnico delle armi, Giorgio Fiume, a Cristina Aggravi della segreteria federale, oltre che alle società d’allenamento dei ragazzi ed ai loro maestri. Non possiamo poi non ringraziare – proseguono ancora i tre responsabili tecnici – il Comune di Gemona che ha accolto la nostra fase di preparazione a questo Mondiale e la società GemonAtletica che ha messo a nostra disposizione la sua stuttura!“.