L’attaccante Chiara Paroni, arrivata alla Graphistudio Tavagnacco dalla “gemella” Pordenone, è pronta a mettersi a disposizione della squadra ed a guidarla con i suoi gol verso traguardi importanti. Nonostante la giovane età (24 anni) la Paroni non ha paura di prendersi sulle spalle la squadra friulana verso il suo futuro.
La nuova stagione è ormai alle porte. Che sensazioni hai?
«Sono molto entusiasta di questo cambio di società e ho tanti stimoli insieme a una gran voglia di fare bene davanti a persone che di calcio ne sanno, e tanto. Voglio solo concentrarmi e dare il meglio di me stessa, in allenamento come in partita, se troverò spazio».
Che impressione ti ha fatto il gruppo del Tavagnacco?
«Il gruppo è ben amalgamato, non ci sono gruppetti né in campo né all’interno dello spogliatoio. Tutti lavoriamo insieme e questo è senza dubbio un elemento positivo».
Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
«Voglio dare il mio contributo alla squadra, magari portando a segno qualche rete e facendo delle belle prestazioni».
Nella tua carriera hai sempre giocato in Friuli. Non hai mai avuto la tentazione di provare esperienze fuori regione?
«L’anno scorso avrei potuto fare un’esperienza alla Torres, ma alla fine non se ne è fatto nulla perché la mia vecchia società, il Pordenone, non mi ha liberata. Sarebbe stato un cambiamento radicale, di vita, ma non si è concretizzato».
Quando ti sei avvicinata al mondo del pallone?
«Ho iniziato a giocare a sei anni con l’Esperia 97, squadra maschile di Mortegliano. A 13 anni sono passata al Chiasiellis e poi a Pordenone».
Che idea ti sei fatta del calcio femminile?
«Le cose potrebbero andare sicuramente meglio. Basta vedere il ritardo con cui è stato reso noto il calendario quest’anno. Servono dei cambiamenti nel sistema perché i margini di miglioramento sono notevoli».
Un’ultima battuta sul calendario della nuova serie A.
«L’inizio è bello tosto. Nelle prime partite le squadre devono ancora rodarsi e questo vale per noi ma anche per le nostre avversarie. Vedremo, forse incontrare squadre forti all’inizio può essere un vantaggio per noi».