Home » Doping UEFA, scoppia il caso del testosterone anomalo

Doping UEFA, scoppia il caso del testosterone anomalo

Uno studio sul doping commissionato dalla rete televisiva tedesca ARD e dal giornale inglese The Sunday Times rischia di scuotere nuovamente le già fragili fondamenta del calcio europeo evidenziando un potenziale caso di “doping collettivo” nel calcio che conta.

Lo studio, condotto da 12 laboratori europei su oltre 4.000 campioni di urine (provenienti da circa 900 giocatori di Champions League) prelevati tra il 2008 e il 2013, mostrerebbe che ci sono almeno 68 casi (il 7,7% degli analizzati) in cui il livello del testosterone dei giocatori era alterato e insolitamente alto rispetto alla norma ed allo standard dei test precedenti che mostravano un tasso dell’1,3%.

La UEFA ha subito replicato con un comunicato ufficiale: “La UEFA ha in essere da molti anni un programma molto serio anti-doping con oltre 2.000 analisi l’anno e in solo due casi ci sono stati riscontri positivi ed in entrambi per uso di droghe leggere, il che prova che il doping nel calcio è molto raro.

Lo studio in oggetto non mostra alcuna evidenza scientifica su un rischio di potenziale doping nel calcio e questo per la presenza di fattori fuorvianti, la mancanza di procedure standard tra i 12 laboratori e la quantificazione dei profili steroidei delle persone da cui sono stati prelevati i campioni. Inoltre, non si è in grado di procedere con una seconda analisi (il cosiddetto “B Sample”, NdR) come richiesto ora dagli standard della WADA.

Lo studio mostra semplicemente che sarebbe il caso di introdurre un passaporto biologico steroideo per i giocatori per offrire loro ulteriori possibilità di analisi in caso di risultati atipici dei test di controllo.”

La rete televisiva tedesca e il giornale inglese già in agosto avevano denunciato che la IAAF aveva fallito nel compito di seguire centinaia di casi sospetti di doping portando alla nascita di una inchiesta nell’atletica leggera i cui risultati sono attesi a Novembre.