NFL – Week 1: Marcus Mariota è straordinario, Dallas e Denver vittoriosi ma non convincenti

Tampa Bay Buccaneers 14 – Tennessee Titans 42

In un’occasione più unica che rara, la stagione NFL si è aperta con la sfida tra la prime due scelte assolute dello scorso draft: Marcus Mariota (2) e Jameis Winston (1). L’imponderabile è accaduto: il primo ha surclassato il secondo, trascinando i Titans a una vittoria fuori casa di una facilità spaventosa. Mentre l’hawaiano segnava a ripetizione (13/16, 209 yard, 4TD), il prodotto di Florida State arrancava, per esempio lanciando un intercetto con il suo primissimo lancio da professionista. Bene anche il runningback di Tennesse Bishop Sankey, al secondo anno (12 corse, 64 yard, 2TD). Malissimo la difesa di casa: lenta, spesso distratta, totalmente impreparata all’avversario di giornata. Lovie Smith, coach dei Bucs, dovrà lavorare ancora molto. Ken Whisenhunt, dall’altra parte, non può aspettarsi di dominare così anche il resto della stagione, ma sembra che la criticata scelta di Mariota (addirittura fatto riposare nel quarto parziale per manifesta superiorità) sarà il suo lasciapassare per una stagione di buon livello.

Dallas Cowboys 27 – New York Giants 26

Sunday Night a tratti orribile quello tra i rivali Giants e Cowboys. I primi buttano alle ortiche nel finale un vantaggio costruito con pazienza per tutta la partita, mentre i secondi palesano enormi difficoltà nella gestione offensiva del pallone ma riescono, con un ultimo drive fantastico, a registrare la prima W stagionale. Sembravano essere decisivi i due intercetti di Tony Romo (36/45, 356 yard, 2TD) e il fumble di Cole Beasley, che hanno premiato l’intensità difensiva di New York.
Purtroppo per i G-men, Eli Manning, autore di una partita abbastanza prudente, commette l’errore peggiore: con 1.46 sul cronometro lancia nel vuoto un passaggio piuttosto che farsi placcare. Questo ferma il cronometro e Romo ha tutto il tempo di rimontare con un ultimo drive che viene concluso dal touchdown di Jason Witten (8 ricezioni, 60 yard, 2TD) per il 27-26 finale. Dez Bryant (5 ricezione, 48 yard) esce con una frattura al piede: lo rivedremo in campo tra un paio di mesi.

Le altre partite

I San Diego Chargers vincono contro i Detroit Lions dopo essere stati sotto addirittura 21-3 durante il primo tempo. Benissimo i due rookie runningback Melvin Gordon per i californiani e Ameer Abdullah (7 portate, 50 yard, TD) per i Lions. La difesa di San Diego è stata protagonista durante la rimonta, in una contesa chiusa sul 33-28.
Lo scontro tra Arizona Cardinals e New Orleans Saints è finito come molti prevedevano: con una netta vittoria dei primi 31-19. Carson Palmer, fuori per buona parte della stagione scorsa, torna in regia e guida i suoi contro la pessima secondaria dei Saints. New Orleans che soffre anche in attacco, con Marques Colston e Brandin Cooks che finiscono con numeri molto bassi (4 ricezioni, 49 yard per il secondo per esempio); insomma, poco per queste due squadre sembra essere cambiato dalla stagione scorsa, nel bene per Arizona, nel male per la franchigia della Louisiana.
Derek Carr si fa male a una mano nella sfida tra i suoi Oakland Raiders e i redivivi Cincinnati Bengals, che si impongono facilmente in California per 33-13. Grande protagonista il tight end delle tigri, Tyler Eifert (9 ricezioni, 104 yard, 2TD). Il pubblico della baia si chiede quando vedrà i suoi Raiders competitivi, e non possiamo che farlo anche noi con loro, soprattutto con Matt McGloin al posto di Carr come quarterback.

Chiudiamo con i Denver Broncos di Peyton Manning: il numero 18 è l’ombra di sè stesso (24/40, 175 yard, INT), ma i Broncos annullano le speranze dei Baltimore Ravens tenendo la palla per quasi 40 minuti sui 60 disponibili. Le ragioni di questo dominio del cronometro: difesa e running game, come nei piani di Gary Kubiak, nuovo coach dei campioni della AFC West. Soprattutto la prima, se pensiamo che l’unico touchdown di Denver l’ha segnato Aqib Talib dopo un intercetto nel 19-13 finale. Un piccolo dato: nessuna delle due squadre ha giocato nelle 20 yard avversarie fino a 4 minuti dal termine. Forse Manning non è più il solito cannibale, ma non per questo i Broncos hanno finito le frecce in faretra.

Published by
Dario Alfredo Michielini