L’appassionato medio di fantacalcio di Serie A reagirà così: «Joan… chi? Verdú? Ma chi è? Guarda che per me ti stai confondendo con Gourcuff, che si chiama in un modo quasi uguale ma, te lo dico, quello non è tornato in Italia, è ancora senza contratto», è inevitabile. E allora valli a spiegare che no, lo conosci perché guardi il campionato spagnolo ed è una tua fissa hipster, che si chiama proprio Joan Verdú, che è catalano e viene dalle giovanili del Barça e e dal Barcellona B prima che fosse tutta ‘sta gran moda, che ha speso gran parte della sua carriera tra Deportivo La Coruña e – soprattutto – Espanyol, che vanta 249 presenze nella Liga (corredate da 34 gol e 24 assist) e che ha un destro raffinatissimo.
Certo, è un parametro zero trentaduenne, viene da due stagioni molto in chiaroscuro (due anni fa era nel Betis clamorosamente e meritatamente retrocesso e la scorsa stagione l’ha passata nel Baniyas, a fare un po’ di fondo cassa negli Emirati Arabi) e non ha assolutamente il glamour che serve per incantare le folle e farsi accogliere trionfalmente come “grande botto” del calciomercato ma… do you remember Marione Gómez? C’è davvero bisogno che ricordiamo com’è andata a finire nonostante le premesse iniziali? Per fare ciò per cui Paulo Sousa l’ha voluto in squadra, ossia allungare la panchina e avere una duttile alternativa tattica in più che però conosca il – tecnico – fatto suo, Joan Verdú va benissimo: è molto esperto, sa ricoprire più o meno tutti i ruoli del centrocampo e non è proprio il tipo che si lamenta se non gioca titolare.
È il tipico centrocampista di estrazione iberica della sua generazione (quella dei Xavi, per dirne uno), compassato ma geometrico, dotato di classe ed eleganza, capace di impostare la manovra partendo arretrato ma, soprattutto, utile nel playmaking offensivo se schierato da trequartista centrale; è destrorso ma non si imbarazza quando deve ricorrere al sinistro e ama molto avere il pallone tra i piedi. Non è un fulmine, atleticamente parlando, e considerando le sue movenze, la sua postura, la sua altezza e il suo stile di gioco (nonché il taglio di capelli), con la maglia viola si rischia di prenderlo per un Rui Costa di estrazione più umile, un po’ figlio di un dieci minore.
Va detto che al 99% Verdú non giocherà da titolare ma può essere un buon rimpiazzo per i vari Bernardeschi, Iličić o Fernández alle spalle della prima punta, così come può sostituire degnamente Borja Valero, Mario Suárez o Badelj: insomma, il neo-viola è un’opzione concreta per Sousa, da sfoderare quando e quanto il tecnico lo riterrà opportuno, specialmente se ricordiamo che anche quest’anno la Fiorentina dovrà competere in Europa League. Considerando che il centrocampista catalano è anche un ottimo battitore di calci piazzati (ed eccellente rigorista), l’ex Espanyol può quindi essere una buona arma da utilizzare specialmente a partita in corso.
Guardando ai numeri ottenuti in carriera sin qui tra le sue varie esperienze in Liga, salta subito all’occhio che Verdú non è mai stato espulso in tutta la sua carriera e in otto stagioni di onorata militanza nel massimo campionato spagnolo ha rimediato una media di quattro cartellini gialli all’anno giocando però praticamente sempre e sempre da titolare, a eccezione della sciagurata annata col Betis, dove ha fatto per lo più la seconda linea nella seconda metà della stagione.
In conclusione, lo prendiamo o no al fantacalcio? Posto che sicuramente non ci sarà grande concorrenza per il giocatore (e abbiamo spiegato perché), Verdú può essere il tipico colpo a un milione, quello che serve per completare la rosa e avere otto centrocampisti. Per fare il rincalzo, anche al fantacalcio, non gli manca nulla: tira i piazzati, batte i rigori, sa giocare da trequartista e quindi vicino alla porta; poi, se anche voi come noi conservate un po’ di romanticismo pallonaro in fondo al vostro cuore indurito dalle intemperie della vita e dal calcio finanziario di oggi, lo comprerete perché nelle compilation di gol tipiche di YouTube vi ricorda un po’ Rui Costa. O almeno così vi piace pensare.