Home » EuroBasket2015, il girone C (Zagabria)

In questa fase a gironi itinerante di EuroBasket2015, il gruppo C giocherà a Zagabria, in Croazia. Fanno parte di questo girone i padroni di casa insieme a Slovenia, Grecia, Macedonia, Georgia e Olanda. È un girone non molto facile ma tutte le squadre, nonostante i diversi livelli di preparazione, cercheranno di avere un lasciapassare per la fase finale in Francia, a Lille. La grande sorpresa è la presenza dell’Olanda, che dopo 25 anni torna nuovamente a calcare la scena europea, mentre la Grecia, sull’orlo della crisi che sta sconvolgendo l’intera nazione, ha un roster in grado di provare a riprendersi almeno nello sport. Infine, reduci da un mondiale catastrofico, i padroni di casa della Croazia sono chiamati a dare delle risposte positive.

CROAZIA

 
Albo d’oro: Presente in tutte le edizioni dal 1993. Bronzo sia nel 1993 che nel 1995 poi mai più a podio. Detentrice del quarto posto nell’ultima edizione.

Il roster: giocando la prima fase “in casa”, potrebbe essere avvantaggiata. Si dovrà, per forza di cose, riscattare dal deludente mondiale provando a emulare quanto più possibile l’Europeo di due anni fa, quando la Croazia era riuscita a ottenere il quarto posto. La classe di Bojan Bogdanović e l’esperienza internazionale di Tomić e Rudež possono essere la carta vincente di una squadra che conta anche su giovani come Dario Šarić e Hezonja: c’è materiale a sufficienza per sperare in un risultato davvero migliore rispetto a un anno fa. Viene da nove vittorie consecutive nelle amichevoli pre-Europeo: potrebbe essere un segnale.

Il punto debole: i pochi possibili cambi di massima qualità dalla panchina potrebbero essere un problema. E sarà necessario vedere in campo molta più voglia di vincere per di dimostrare a tutti che la nazionale croata c’è ancora.

La stella: Bojan Bogdanović, classe 1989, gioca dallo scorso anno in NBA nei Brooklyn Nets. Ottimo realizzatore, potrebbe essere l’uomo giusto per dare una scossa alla sua squadra, permettendole di giocare un Europeo simile a quello di due anni fa.

Il coach: Velimir Perasović è giunto alla guida della nazionale croata prendendo il posto di Jasmin Repesa, mandato via dopo il Mondiale dello scorso anno. Dopo aver allenato il Valencia dal 2012, vincendo nel 2014 il titolo di allenatore dell’anno per la Liga, è oggi alla guida del Baskonia.

I convocati: Miro Bilan, Bojan Bogdanović, Dontaye Draper, Mario Hezonja, Damjan Rudež, Dario Šarić, Krunoslav Simon, Rok Stipčević, Marko Tomas, Ante Tomić, Roko Ukić, Luka Žorić.

GEORGIA

 
Albo d’oro: Questa sarà la terza apparizione in un Europeo, peraltro consecutiva. Miglior piazzamento un 11esimo posto nel 2011.

Il roster: come abbiamo potuto notare nel Torneo di Trieste qualche settimana fa durante la partita con l’Italia, la Georgia è molto brava nel mettere in difficoltà gli avversari. Jacob Pullen, che ha giocato anche a Biella, Bologna e Brindisi, è risultato molto efficace nel tiro da tre punti e, insieme al leader della squadra Pachulia e i talenti Sanikidze e Markoishvili, può guidare i georgiani per superare l’ostacolo del girone. Sulla carta, è squadra da quarto posto nel girone, ma la qualificazione all’Europeo è arrivata solo con molta sofferenza.

Il punto debole: il sorteggio ha consegnato la Georgia a un girone probabilmente non così facile, per una squadra che non ha nella continuità il suo punto di forza.

La stella: Zaza Pachulia, 31 anni, gioca per i Dallas Mavericks e bazzica la NBA da 12 stagioni. Quest’anno ha eguagliato il record di Dennis Rodman e Charles Oakley di 18 rimbalzi offensivi (è successo nella sconfitta esterna contro i Brooklyn Nets). Esperienza, talento e malizia.

Il coach: Igor Kokoskov, dopo essere stato vittima di un incidente automobilistico che ha fatto concludere la sua promettente carriera da giocatore, a soli 24 anni è diventato il più giovane allenatore della pallacanestro jugoslava. È oggi assistente allenatore della Utah Jazz, allena la Georgia dal 2008.

I convocati: Beka Burjanadze, Besik Lezhava, Manuchar Markoishvili, Nika Metreveli, Zaza Pachulia, Levan Patsatsia, Jacob Pullen, Duda Sanadze, Viktor Sanikidze, Tornike Shengelia, Giorgi Shermadini, George Tsintsadze.

GRECIA

 
Albo d’oro: 25 partecipazioni agli Europei, campione nel 1987 e nel 2005.

Il roster: dopo la brutta figura rimediata all’Europeo 2013 con Trinchieri in panca, la Grecia ha bisogno di riscattarsi e, per farlo, dovrà affidarsi al suo campione Spanoulis. Accanto a lui figura il nome del giovane NBA Giannis Antetokounmpo, classe 1994, molto promettente e dinamico. A completare la rosa della l’esperienza dei Printezis e dei Perperoglu, che dovranno provare, insieme a giocatori come Papanikolaou e Koufos, a far risplendere la Grecia in Europa. Squadra esperta se ce n’è una (dopo Antetokounmpo, il secondo più giovane è Papanikolau), sulla carta ha i numeri per macinare gli avversari.

Il punto debole: le troppe aspettative di due anni fa hanno fatto del male a una Grecia che non può permettersi un altro passo falso. Per poter disputare un buon Europeo, la tensione (anche extrasportiva) dovrà essere accantonata.

La stella: Vasilis Spanoulis è sicuramente il leader. Giocatore dell’Olympiakos, ricordiamo come ha permesso alla sua squadra di raggiungere la finale di Eurolega, grazie a delle fantastiche giocate negli ultimi minuti della semifinale contro il CSKA Mosca.

Il coach: Fotis Katsikaris, ex allenatore della Nazionale russa e del Bilbao Basket, è stato miglior allenatore dell’EuroCup nel 2013. Siede sulla panchina greca da poco più di un anno, quando ha preso il posto dell’italiano Andrea Trinchieri.

I convocati: Giannis Antetokounmpo, Yannis Bourousis, Nick Calathes, Kostas Kaimakoglou, Kostas Koufos, Evangelos Mantzaris, Kostas Papanikolaou, Stratos Perperoglou, Georgios Printezis, Kostas Sloukas, Vassilis Spanoulis, Nikos Zisis.

MACEDONIA

 
Albo d’oro: nata dopo la dissoluzione della Iugoslavia, è alla quinta partecipazione (quarta consecutiva) agli Europei. Splendido quarto posto nella rassegna del 2011, solo21esima nel 2013.

Il roster: non certo una squadra stellare, ma fatta di ottimi interpreti della palla a spicchi. Il naturalizzato Hendrix è il punto di forza sotto canestro, e a condurre il gioco è Ilevski, playmaker di Capo d’Orlando con un passato importante anche con Roma, Virtus Bologna, Mens Sana Siena, Tau Vitória e Efes. Mancano centimetri al roster macedone e manca anche un buon mattatore al tiro: l’assenza di Pero Antić, tra i giocatori decisivi per il quarto posto del 2011, si farà sentire in modo forte. Fatti due conti, assieme all’Olanda è tra le due squadre che hanno meno possibilità di accedere al turno successivo. E a ciò si aggiunge la situazione poco chiara in federazione, che di certo non aiuta il tutto.

Il punto debole: la confusione tecnica generale. Affidare la panchina a Marjan Srbinovski a poco più di un mese dall’inizio della rassegna europea è un handicap di non poco conto. Soprattutto se si pensa che la scelta dell’attuale coach è arrivata di ripiego, dopo l’esonero di Aleksandar Džikić. Non certo un segnale di fiducia verso i mezzi del tecnico, e il tutto rischia di riversarsi sulle prestazioni di una squadra già non irresistibile.

La stella: Richard Hendrix convocato come “passaportato” al posto di McCalebb infortunato. Avrebbe formato una gran coppia con Antić, il suo peso è fondamentale, e ha mostrato numeri importanti nelle qualificazioni. Se la squadra riuscirà a supportarlo, è tra i leader potenziali dell’intero torneo.

Il coach: Marijan Srbinovski ha il compito arduo di prendere in mano l’intero gruppo con un tempo limitato per infondere fiducia e inculcare i propri schemi. Ilievski, pensaci tu.

I convocati: Vladimir Brckov, Stojan Gjuroski, Richard Hendriks, Vlado Ilievski, Aleksandar Kostoski, Ljubomir Mladenovski, Predrag Samardžiski, Marko Simonovski, Darko Sokolov, Damjan Stojanovski, Vojdan Stojanovski, Bojan Trajkovski.

OLANDA

 
Albo d’oro: 15esima partecipazione alla fase finale di un Europeo, che mancava da 26 ben anni. Miglior piazzamento il quarto posto del 1983.

Il roster: è la classica squadra “tagliola”, sottovalutata da tutti e giudicata come “materasso” del girone. Forse alla fine sarà così, ma il gruppo farà la sua parte dando comunque filo da torcere a tutte le avversarie. Kloof è il regista con al suo fianco Akerboom e de Jong. Schaftenaar sarà l’ala grande titolare mentre Norel agirà da numero 5. Giovani, alti e di belle speranze i panchinari, non si può pretedere di più da un movimento che mancava da un quarto di secolo (e di certo non si sarebbe qualificato con una formula a meno squadre, per esempio). Può puntare a fare uno sgambetto.

Il punto debole: l’esperienza internazionale è certamente il tallone d’Achille degli “orange”. Non che manchino di apparizioni in NBA (vedi Norel) o di medie punti interessanti, ma le squadre in cui militano i vari rappresentanti della nazionale non sono certo di prima fascia e, in verità, neanche di seconda.

La stella: Charlon Kloof, playmaker originario del Suriname. Classe 1990, ha dei numeri davvero interessanti, anche se ottenuti nella seconda lega turca. Il palcoscenico è grande, cercherà di sfruttarlo. Conteranno molto la sua personalità e il modo di gestire i possessi.

Il coach: Toon van Helfteren è il grande artefice della qualificazione a questi campionati. Con personalità, senza guardare in faccia ad alcuno ha messo su una squadra “perfetta” per raggiungere questo traguardo. Grande esperto di basket olandese ma poco conoscitore e… poco conosciuto aldilà dei confini.

I convocati: Kess Akerboom, Nicolas de Jong, Worthy de Jong, Ralf de Pagter, Yannick Franke, Mohamed Kherrazi, Charlon Kloof, Henk Norel, Roeland Schaftenaar, Arvin Slagter, Robin Smeulders, Leon Williams.

SLOVENIA

 
Albo d’oro: sempre presente dall’affiliazione alla FBA (quindi dal 1993 a oggi). Miglior risultato il quarto posto nel 2009, soltanto quinta posizione nell’edizione 2013, giocata in casa.

Il roster: talento e qualità diffusa, come sempre. Non manca niente a questa rappresentativa: quintetto base di buon livello e cambi altrettanto validi, Alen Omić è uno di questi con i suoi 215 cm e il peso del suo gioco sotto canestro. Dragić dovrà trascinare con sé Joksimović e Nikolić, il primo esperto playmaker e il secondo ala piccola di belle speranze. Balažič sarà sicuramente un elemento fondamentale, ala grande con manina niente male dall’arco. E sotto canestro ci sono sempre l’esperienza e la malizia di Uroš Slokar.

Il punto debole: ripartire senza Goran Dragić e Domen Lorbek sarà forse il vero limite di questa squadra. Anche perché manca il fuoriclasse, e la compattezza di squadra è un grande punto interrogativo. Se dovesse rivelarsi un punto di forza, sarà fondamentale per avere buoni risultati, altrimenti sarà il “piombo” che potrebbe tirare la squadra in fondo, come già troppe volte abbiamo visto.

La stella: Zoran Dragić è sicuramente l’uomo copertina di questa squadra. Ora accasato in Russia al Khimki, l’esperienza americana non è stata certamente felice con pochissime apparizioni (16) in due stagioni, tra Phoenix e Miami, ma sicuramente è valsa molto sul piano della professionalità. Giocatore capace di cambiare il corso delle partite, grazie al suo eclettismo sia nel tiro che nelle penetrazioni.

Il coach: Jure Zdovc è stato l’artefice quarto posto del 2009, miglior risultato di sempre della Slovenia nella competizione continentale. È stato l’uomo della nazionale da playmaker, e ora anche da allenatore. Dopo una parentesi di 3 stagioni come allenatore di club, in Russia e Turchia, nel 2014 ha accettato di tornare alla guida della selezione slovena, ricavandone subito un settimo posto al mondiale, guadagnandosi una volta di più la stima del movimento sloveno e del gruppo della nazionale.

I convocati: Jure Balažič, Jaka Blažič, Zoran Dragić, Nebojša Joksimović, Jaka Klobučar, Mitja Nikolić, Alen Omić, Klemen Prepelič, Luka Rupnik, Uroš Slokar, Saša Zagorac, Miha Zupan.

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