WTA US Open 2015: chi per il 10, chi per il 6

Ha sempre un sapore strano, l’ultimo Grande Slam della stagione. Un po’come se tutto quello che si è svolto prima fosse avvenuto in vista di questo appuntamento. Per carità, gli US Open sono l’ultimo Grande Slam, ma non di certo l’ultimo grande appuntamento. Concluso il torneo di New York ci saranno altre competizioni importanti: come, per esempio, il Premier 5 di Pechino e il Torneo di fine anno di Singapore. Tornei, questi, che però saranno più un preludio della prossima stagione, dato che ormai il grosso dell’anno è stato lasciato alle spalle, ed è difficile (ma non impossibile) aspettarsi rivoluzioni negli ultimi due mesi della stagione.

Ecco, gli US Open hanno un po’il retrogusto dell’ultimo compito di matematica dell’anno. C’è chi lo affronta per confermare un già comunque sicuro 10 in pagella, e chi ci si cimenta per raccattare almeno una sufficienza.

Fra chi vuole confermare un già sicuro 10 in pagella, c’è di certo, ancora una volta, Serena Williams. Impossibile non partire da lei. Trentatre anni, eppure ancora tantissimo da dare e da dire al tennis mondiale. Il 2015 è stato uno degli anni migliori della carriera di Serena (e deve ancora terminare): cinque finali, cinque vittorie. Tre Grandi Slam, un Premier 5 (Cincinnati) e un Premier Mandatory (Miami). La possibilità di raggiungere una leggenda come Steffi Graf per numero di Slam vinti. E, soprattutto, la possibilità di realizzare il Grande Slam, impresa riuscita in passato solo a Maureen Connolly, nel 1953, Margareth Smith Court nel 1970 e la stessa Steffi Graf nel 1988.

Ma il 2015, fino a questo momento, non è stato solo un anno di conferme: molte giovani stelle hanno già evidenziato tutto il loro potenziale. Due nomi su tutti: Simona Halep e Belinda Bencic. La prima, sugli scudi già da un paio d’anni ha usurpato il secondo posto del ranking alla Sharapova, ha vinto un International, un Premier 5 e un Premier Mandatory, perdendo in finale in due Premier 5. E probabilmente, se non avesse trovato sul suo cammino proprio la Williams, sarebbe già in cima alla classifica mondiale. La seconda, a soli diciotto anni, si è resa protagonista di una stagione straordinaria: ha battuto Serena Williams, si è imposta ad un Premier sulla Radwanska e ad un Premier 5 contro la Halep. Sono senza dubbio queste le giovani tenniste che possono mettere il bastone fra le ruote alla Williams, a questi US Open. Senza dimenticarci di Petra Kvitova, reduce dalla vittoria a New Haven, protagonista di una stagione non ai massimi livelli ma comunque buona.

Chi invece a Flushing Meadows avrebbe cercato riscatto è la già citata Maria Sharapova. Ancora una volta, però, gli infortuni hanno avuto la meglio, e la Sharapova è stata costretta a rinunciare al torneo. La russa, ex numero 1 del ranking, ha condotto una stagione altalenante: iniziata bene con la vittoria al Premier di Brisbane e la finale agli Australian Open, è continuata alternando grandi risultati (trionfo a Roma)a prestazioni scadenti (eliminazione al secondo turno a Miami). Gli US Open avrebbero potuto rappresentare l’occasione, per la tennista russa, di riscattare una stagione non al top.

E poi, agli US Open di quest’anno, scenderanno in campo tante giocatrici dalle quali, da molto tempo, ci si aspetta qualcosa in più. Tra queste ci sono senza dubbio la Azarenka e la Radwanska, che da anni non riescono a ripetere gli ottimi risultati del biennio 2011-2013. Non dimentichiamoci, poi, delle tenniste italiane, che da anni danno soddisfazioni al pubblico nostrano. Qualcosa in più, però, è lecito aspettarsi da Camila Giorgi. La finale di Katowice e la vittoria di ‘s-Hertogenbosch sembravano aver spianato la strada ad una definitiva consacrazione della giocatrice marchigiana. Così, però, non è stato. Ha tempo per affermarsi, Camila Giorgi, ma non deve crogiolarsi sugli allori.

Detto tutto ciò, non resta altro da fare che vedere come andranno le cose, e chi saranno i promossi e i bocciati di questo Grande Slam. A chi il 10, a chi il 4. I bocciati, però, stiano tranquillo: ci sono comunque altri due mesi di stagione per cercare di strappare, in extremis, la promozione com riserva.