Il dispositivo di Ordine pubblico negli stadi- come funziona (1° parte)
Con l’inizio della stagione calcistica italiana (perlomeno a livello di campionati, le Coppe europee e la Coppa Italia sono ripartite nelle settimane passate), riprendiamo il nostro giro alla scoperta del “dietro le quinte” delle partite di calcio, viste dalla parte di chi si occupa di Ordine pubblico. Avevamo iniziato a parlarne qua, e abbiamo poi fatto anche un salto oltreconfine, analizzando una realtà a noi vicina geograficamente, anche se meno culturalmente (la Svizzera). Oggi torniamo in patria, e andiamo a fare visita all’Ufficio di Gabinetto della Questura di Milano, per parlare di calcio e Ordine Pubblico. Ci ha ricevuto il dr. Oreste Ariano, Funzionario coordinatore del GOS per ciò che riguarda le partite allo stadio di San Siro “Meazza” e, probabilmente, uno dei massimi esperti in questo campo (ha fatto anche parte della “missione” della Polizia di Stato italiana al seguito dei tifosi della Juventus a Berlino, in occasione della recente finale di Champions League).
Chi si occupa dell’Ordine pubblico per ciò che riguarda le partite di calcio? “L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni sportive ha il compito di classificare i vari incontri per grado di pericolosità, mentre spetta al Prefetto, e nei casi più gravi al Ministro del’Interno, vietare eventualmente le trasferte ai tifosi in determinate occasioni” ci dice il Funzionario. “Tuttavia, le decisioni sulla pianificazione del dispositivo di Ordine pubblico da adottare sono di stretta pertinenza dell’Autorità provinciale di Pubblica sicurezza (il Questore), competente per territorio, che può vantare la conoscenza dei luoghi e delle specifiche criticità”. Chiediamo al dr. Ariano un giudizio di massima sulla situazione, anche alla luce delle polemiche sulla gestione di alcune situazioni critiche avvenute lo scorso anno. “Dopo la tragica morte dell’Ispettore Raciti, la scelta politica è stata quella di togliere i contingenti di Polizia dall’interno dello stadio. Attenzione, non la Polizia: il nostro personale continua a operare, in abiti civili e con discrezione, facendolo (per esempio) per mezzo delle immagini: siamo in grado, con le attuali tecnologie, di identificare con sicurezza i responsabili delle azioni vietate, anche quelle di minore impatto, come l’accensione di bengala: ormai i tifosi sanno che chi accende un artifizio pirotecnico allo stadio ha il DASPO assicurato. Gli impianti sono studiati per far si che tra i tifosi di fede diversa vi siano barriere architettoniche difficilmente superabili, per prevenire gli scontri al loro interno. Il deflusso differito, così come l’afflusso controllato, servono a prevenire gli scontri, e vengono studiati e coordinati con largo anticipo. Non si può, ovviamente, riuscire a prevedere anche tutti gli episodi di violenza che avvengono magari lontano dallo stadio, e che coinvolgono tifosi isolati (o, magari, di altre squadre, come il caso di Roma, dove morì Ciro Esposito, tifoso del Napoli, a seguito di scontri con tifosi della Roma, che non giocava). Si tratta, naturalmente, di episodi gravissimi: ma riguardano più la polizia giudiziaria, e aspetti di criminalità comune, che non l’Ordine pubblico nella sua definizione più stretta.”
Funzionano le nuove norme? “Certamente. Non lo dico io” ci risponde il dr. Ariano “Ma i dati ufficiali, che parlano di una diminuzione degli incidenti all’interno degli stadi, da quando la sicurezza è stata in parte delegata alle Società calcistiche per mezzo degli steward. La guardia resta, ovviamente, alta: il nostro personale si trova all’esterno, ed è in grado di intervenire in pochi minuti all’interno dell’impianto, in caso di incidenti: i contingenti sono addestrati, vengono fatte delle prove allo stadio, esistono piani precisi di irruzione sulla base delle criticità possibili. Prima di ogni partita l’impianto sportivo viene ‘bonificato’: si provvede, infatti, a controllare che non siano stati nascosti in precedenza artifizi pirotecnici od oggetti atti a offendere come mazze o, addirittura, armi bianche. Il pubblico, all’ingresso, viene filtrato: logicamente, si parla di afflussi talvolta di decine di migliaia di persone, e quindi non si può garantire che nessuno riesca a portare all’interno oggetti vietati: tuttavia, esiste la deterrenza delle norme e, perlomeno a Milano, dentro lo stadio è da anni che non si verificano episodio gravi: il sistema, quindi, funziona. Gli striscioni vietati? Gli ultras adottano sistemi ingegnosi (non li descriviamo, per ovvi motivi – ndr) che a volte preveniamo, e altre volte no per oggettive difficoltà: tuttavia, attraverso le immagini, identifichiamo i responsabili dell’affissione, con tutto ciò che ne consegue a loro carico.”
(2 – continua)