Tennis, Masters 1000 Cincinnati: prosegue la maledizione per Djokovic, Federer fa (ottanta)sette

Siamo giunti all’atto finale del Masters 1000 di Cincinnati, ultimo torneo statunitense di prestigio prima dell’appuntamento Slam degli Us Open: opposti in campo i due tennisti che quest’anno hanno disputato più finali, il n.1 del mondo Novak Djokovic e il sempre più longevo Roger Federer, a caccia della settima affermazione qui in Ohio. Il tennista serbo invece vuole sconfiggere la maledizione di Cincinnati, unica prova del circuito Masters 1000 che non è mai riuscito a vincere nonostante le quattro finali disputate. Federer dal canto suo ha bisogno della vittoria per riprendere la posizione n.2 del ranking a scapito di Andy Murray, sconfitto proprio dallo svizzero in semifinale. I due in stagione si sono affrontati quattro volte, con il serbo che conduce per tre vittorie a uno (l’ultima in finale a Wimbledon).

Alla fine è Federer a trionfare in due set: 7-6 (1), 6-3 il punteggio con il quale il campione di Basilea si aggiudica l’incontro.

L’inizio del match vede Federer subito aggressivo, ma Djokovic è un giocatore diverso rispetto a ieri e annulla con autorità le prime palle break per lo svizzero al terzo gioco. Il tennista elvetico soffre poco nei suoi turni di servizio grazie a un’ottima resa con la prima palla, e si disimpegna meglio del suo avversario in risposta: Djokovic però pur soffrendo non concede altre palle break. Il serbo cresce con il passare del set, e prova a mettere pressione al suo avversario sul 5-4: con la consueta classe e un pizzico di aiuto da parte del nastro lo svizzero impatta sul 5-5. La partita non vive di ulteriori sussulti e si arriva al giusto epilogo del set, il tie-break. A quel punto Federer sale in cattedra: un rovescio lungolinea spezza l’equilibrio del parziale e anche grazio a un paio di incertezze di Nole si invola sul 6-1. Djokovic, che ha messo in campo una sola prima di servizio in tutto il tie-break, affossa in rete un rovescio e regala il primo set al suo avversario.

Il secondo set non vede la reazione auspicabile da parte del serbo: Federer opera il break già nel secondo gioco, e tenendo il successivo turno di servizio firma subito un pesante 3-0. A servizio l’elvetico è ancora ingiocabile, complice un rendimento decisamente sotto le aspettative del serbo in risposta. Djokovic però, dopo aver conquistato facilmente il game del 3-1, si trova ancora in difficoltà sul 4-1: Federer è estremamente aggressivo sulla sua seconda di servizio e lo costringe a giocare in costante affanno. Qui il serbo tira fuori l’orgoglio e annulla tre palle break al suo avversario, in un game durato quasi dieci minuti.

Sul 4-2 Nole riesce per la prima volta a impensierire Federer sul suo servizio, ma nonostante una bassa percentuale di prime non arrivano palle break per il serbo: Federer fatica ma sale 5-2 e si garantisce la possibilità di servire per l’incontro, con Djokovic che sembra aver sciupato l’ultima vera occasione della partita. Il serbo fa il suo dovere nel game successivo e accorcia 5-3, ma adesso Federer può chiudere l’incontro. E lo fa senza tentennamenti: un Djokovic remissivo spedisce lungo l’ultimo rovescio della partita e consegna a Federer il settimo Cincinnati della sua carriera, il titolo numero 87 nell’affollata bacheca del campione svizzero. Con questa affermazione Federer aggancia nuovamente Djokovic in seconda posizione nella classifica dei titoli Masters 1000, a quota 24 dietro Nadal primo con 27.

Per Djokovic prosegue la maledizione del torneo statunitense: è la quinta sconfitta in finale nel torneo che manca al serbo per completare il cosiddetto Masters Slam, la terza per mano di Roger Federer che con questa vittoria recupera anche la posizione n.2 nel ranking.