È tornato il campionato
Le chiacchiere stanno a zero: è tornato il campionato. In ritardo rispetto alla maggior parte dell’Europa, ma non alla sua parte meridionale (per ragioni climatiche), riparte la Serie A. E riparte facendo la voce grossa, mettendosi l’abito buono: è subito derby di Roma, almeno a distanza.
Dove eravamo rimasti? Sì, troppe amichevoli e spesso s’è superato il concetto di preparazione. Anche per questo ha colpito la pur storica passerella di Villar Perosa tra Juventus A e Juventus B: già i bianconeri avevano messo nel motore sfide di livello continentale e qui la tradizione s’è confusa con l’anacronismo.
La stessa Roma, che questo pomeriggio alle 18 inaugura la Serie A con la trasferta di Verona (casa Hellas), ha girato il mondo e s’è confrontata con realtà di assoluto profilo internazionale, forse anche troppo: delle volte è meglio procedere a fari spenti, magari steccare le amichevoli, se vuol dire arrivare al top all’esordio ufficiale. Come nel caso della Lazio, per dire: a stento ha fatto mercato, i test estivi col mal di testa, ma al preliminare di Champions League c’è arrivata bene, sino a mettere il naso avanti dopo l’1-0 al Bayer all’Olimpico.
Sospesa tra le fatiche di Champions e la coda di un’estate che senza il verdetto del preliminare non è carne né pesce, la squadra biancoceleste vivrà un debutto stranissimo, in casa col Bologna. Occhio agli scivoloni: rossoblù galvanizzati dal ritorno in A dopo l’anno di Purgatorio, Lazio davvero troppo rivolta allo spareggio continentale. Sarà sempre così: sinché non riusciamo a generare nuovi guadagni, ci sarà ancora un club inattivo sul mercato sino a fine agosto, con l’incipit del campionato relegato a fatica pericolosa per quanto decisiva psicologicamente.
Una riflessione sui calendari, a questo punto, urge: riagganciarsi alle leghe del centro nord Europa darebbe alle italiane la possibilità di presentarsi al massimo della forma sia nei preliminare di Champions ed Europa League, sia nelle ultime amichevoli. Del resto da quelle parti sono abituati a giocare col mercato aperto: tanto vale adeguarsi, agosto giocarlo tutto in turno serale ma almeno riempirlo di calcio ufficiale.
Allargando la sguardo al campionato in generale, la sensazione è che si stia aprendo un’era frizzante. Archiviata la stagnazione delle ultime estati, nuovi capitali sono stati investiti e soprattutto le milanesi puntano tutto sui piazzamenti di prestigio.
Non mancano le contraddizioni – come un Milan Ibra-dipendente ancor prima di essersene assicurato il ritorno, o un’Inter che improvvisa e vende il suo prospetto predestinato – però la Juventus ha scelto la via del rinnovamento nella continuità: partite colonne come Pirlo, Tévez e Vidal, sono arrivati sia calciatori di fama mondiale che stelline in procinto di esplodere.
Sotto, la Roma ha venduto a peso d’oro il suo difensore più promettente e non sembra ne sia valsa la pena; certo, là davanti i giallorossi dispongono finalmente del terminale di cui s’è per anni sentita la necessità, ma sarebbe stato più saggio tenere Romagnoli e farlo diventare, a Roma in campionato e nelle coppe, un giocare da Roma: il tempo ci dirà chi tra Sabatini e Galliani ha avuto ragione, se le loro squadre competeranno per lo stesso obiettivo. E soprattutto se per la Juve sarà nuovamente cavalcata solitaria: è tornato il campionato, nella speranza di una lotta scudetto più aperta e incerta dell’anno passato.