Mi chiamo Mario Balotelli

Mi chiamo Mario Balotelli: ho smesso nel 2012 di giocare a calcio; però ho un contratto con il Liverpool che scade il 30 giugno 2018 e guadagno 6 milioni di euro a stagione. A me, le vostre critiche, non interessano.

Ecco, se io dovessi immaginare la biografia di Balotelli sarebbe questa. Sì, perché sembra proprio che ormai l’attaccante dei Reds non abbia più nulla da dare al mondo del calcio. Di soldi ne guadagna (anche tantini, eh) e se non gioca non è un problema, ma questo è il problema. Quel sogno di diventare un calciatore sembra svanito. Il “commercialista” ha preso il sopravvento.

Un sogno nato nel lontano dicembre 2007 quando Balotelli esordisce in campionato con la maglia dell’Inter. Un minuto solo in quella gara contro il Cagliari mentre tre giorni dopo, in Coppa Italia, segna le sue prime reti da professionista: doppietta che stende la Reggina. Meteora? Macchè, Mancini gli dà fiducia e, sempre in Coppa Italia, sigla un’altra doppietta, questa volta contro la Juventus. No, non è un caso. È nata una stella.

Il tecnico di Jesi lo centellina in campionato: panchina, addirittura tribuna nelle gare successive. Ad aprile l’Inter è a +4 sulla Roma in campionato a 7 giornate dalla fine e deve andare sul difficile campo dell’Atalanta. Ibrahimović e Suazo sono indisponibili, Cruz non è al meglio e quindi, accanto a Hernán Crespo, ci va lui: Mario Balotelli. La classe non gli manca, la personalità nemmeno. Minuto 74: Stanković lancia l’attaccante numero 45 che, dopo un controllo di petto, si presenta a tu per tu con Coppola. Finta, portiere a terra e tocco facile a siglare il 2-0 finale. Giocherà tutte le sei partite finali della stagione contribuendo, con altre due reti, allo scudetto nerazzurro. Tutto questo a soli 17 anni. Scusate se è poco.

Le sue buone prestazioni continuano, i gol arrivano, ma arrivano anche i guai, molti guai. I primi screzi con Mancini, la maglia gettata a terra dopo un’Inter-Barcellona, il lancio delle freccette contro i giovani del Manchester City, gli incidenti in auto, il gossip. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E il calciatore che fine ha fatto? Beh, fino al giugno del 2012 sembra andare tutto come previsto. L’amore per l’Inter è finito, ma Mancini lo porta con sé ai Citizens e gli fa vincere, da protagonista, una Premier League. Un grande Europeo 2012.

Poi il nulla. Sì, un trasferimento al Milan, qualche buona prestazione, ma i rossoneri lo liquidano dopo solo un anno e mezzo. Il Liverpool vuole puntare su di lui e spende ben 20 milioni di euro. Spesi male, verrebbe da dire. Quattro gol in 28 gare totali con la maglia dei Reds. Rodgers lo scarica già prima della fine stagione a causa di un gol in allenamento nella propria porta (questo quanto riportato pochi giorni fa dall’Independent). Un vero disastro, anche qui.

Ora, caro Mario, hai compiuto 25 anni. Sei ancora giovane, ma ormai dovresti essere maturato. Hai ancora tempo per goderti quei milioni di euro che fino ad adesso hai guadagnato. Li puoi spendere anche quando avrai 40 anni, ma il calcio non ti può aspettare così a lungo, e tanto meno un movimento azzurro privo di campioni. Il brivido di calcare un campo, che sia Anfield o San Siro o quelli dei prossimi Europei, non l’avrai più. Pensaci. Tu che puoi.

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Demetrio Bertuletti