Fantacalcio Serie A 2015/16: alla scoperta di… Nikola Kalinić

Nikola Kalinić non è un colpo di mercato che può esaltare le folle, tanto meno in una piazza disillusa e scottata come quella di Firenze, dove la curiosità che c’è attorno alla squadra di Paulo Sousa è pari solo all’incertezza relativa al reale potenziale che questa ha, ancora poco decifrabile. Inoltre, come se non bastasse, il centravanti croato arriva in viola dopo che un’intera sfilata di prime punte ha sistematicamente deluso le aspettative, partendo dall’attesissimo (e fragilissimo) Mario Gómez fino ad arrivare all’ectoplasmico El Hamdaoui, passando per l’oggetto misterioso Ante Rebić, curiosamente connazionale dello stesso Kalinić.

Durante la gestione Montella, gli unici centravanti capaci di rendere bene, tutto sommato, sono stati Luca Toni, tornato al Franchi per una sola stagione nel 2012/2013, e Babacar; va peraltro notato che entrambi non sono mai partiti titolari nelle gerarchie gigliate e che, in ultima analisi, l’ex tecnico viola ha giocato spesso e volentieri con soli attaccanti “leggeri”, puntando forte sugli esterni avanzati o sulle mezze punte che non su un centravanti classico. Il neo-arrivato Kalinić è quindi chiamato a spezzare una tradizione recente negativa per quanto riguarda il suo ruolo e Sousa, invece, ha sempre giocato con una prima punta pesante (al Basilea Streller) che fungesse da riferimento avanzato, dunque ci si può aspettare dal croato ex Dnipro un utilizzo non dissimile a Firenze e quindi, se non una titolarità indiscussa, perlomeno un’alternanza con Babacar.

Che l’ariete balcanico non abbia tuttavia particolare timore s’è capito nella scelta del numero di maglia: il 9 viola, dopo l’epopea di Batistuta, non è mai stato un fardello facile da portare, ma Kalinić non solo non s’è dimostrato impensierito, ma ha persino rincarato la dose, dichiarando di ispirarsi a Ibrahimović, giocatore col quale – in realtà – ha davvero poco in comune. Se proprio si deve scomodare un paragone per l’ex Dnipro, forse il più azzeccato è quello con il neo-juventino e suo connazionale Mario Mandžukić, col quale condivide la disposizione al sacrificio, l’abilità nel proteggere il pallone e la mobilità continua alla ricerca di varchi nelle difese avversarie.

Proprio come il suo compagno di Nazionale, inoltre, Kalinić non è mai stato un centravanti molto prolifico (a eccezione dei due anni all’Hajduk Spalato), ma ha spesso compensato la mancanza di grandi cifre alla voce “gol” con un lavoro di squadra ineccepibile; tuttavia, arriva in Italia dopo la sua miglior stagione realizzativa – 19 gol in 48 partite tra tutte le competizioni – da sei anni a questa parte e un inizio folgorante d’annata col Dnipro, interrotto proprio dal suo passaggio alla Fiorentina.

Ma val la pena comprare un simile giocatore, a oggi un oggetto ancora misterioso, per la nostra squadra di Fantacalcio? Tendenzialmente vi diremmo di no, se dovessimo rispondere di getto e su due piedi. Analizzando meglio le qualità del giocatore (oltre a quelle citate, quindi, pensiamo anche all’abilità nel gioco aereo o al buon senso della posizione) e, soprattutto, la concorrenza che ha alla Fiorentina, potremmo anche pensare di acquistare il buon Nikola come centravanti di riserva, specialmente se dovesse imporsi su Babacar a livello di minutaggio. Se poi si riuscisse a fare di Kalinić uno dei classici colpi dell’ultimo secondo a un milione, limitando al massimo il margine d’errore della scommessa, qualche piccola soddisfazione dall’ex Dnipro aspettiamocela pure.