Fantacalcio Serie A 2015/16: alla scoperta di… Niklas Moisander
È una notizia ormai vecchia di parecchie settimane l’ufficialità di Niklas Moisander, difensore centrale finlandese, alla Sampdoria. Il giocatore è però arrivato in blucerchiato solo a luglio, quando è iniziato il ritiro agli ordini del nuovo tecnico Walter Zenga, che ha sostituito sulla panchina doriana Mihajlović, dal quale ha ereditato una squadra piuttosto differente nella sua fisionomia e, in difesa, l’ex Uomo Ragno si ritrova un reparto che ha perso per fine prestito il centrale più adoperato lo scorso anno – Alessio Romagnoli, rientrato alla Roma e ora acquistato dal Milan. In teoria, il vuoto lasciato dal giovane talento di scuola giallorossa lo dovrebbe riempire proprio Moisander, che è sicuramente superiore all’italiano in quanto a esperienza ma, pure, è un giocatore estremamente diverso.
La storia dell’ex capitano dell’Ajax parte da lontano e, ovviamente, dal suo paese natale, la Finlandia, dove esordisce tra i professionisti già a 17 anni, disputando due stagioni nelle fila del Turun Palloseura – più noto come TPS – squadra conosciuta in Italia soprattutto agli interisti di lungo corso, perché sconfisse i nerazzurri a San Siro nel 1987 durante i preliminari dell’allora Coppa UEFA (con gol della meteora Mika Aaltonen). Nel 2003, comunque, l’Ajax preleva il 18enne Moisander e lo alleva per tre anni all’interno del proprio settore giovanile ma senza farlo mai esordire in prima squadra perché chiuso dai vari Heitinga, Vermaelen, Stam, Emanuelson, Maduro e Grygera (senza contare gli allora giovanissimi Vertonghen e van der Wiel). Il giocatore finisce così al PEC Zwolle nel 2006, all’epoca militante in seconda serie, dove si guadagna subito un posto da titolare inamovibile, guadagnandosi il passaggio all’AZ Alkmaar di van Gaal nel 2008, dove vince subito lo scudetto. Ad Alkmaar Moisander resta quattro stagioni prima di tornare proprio all’Ajax, dove raccoglie l’eredità di un simbolo ajacide di quegli anni come Jan Vertonghen e diventa il perno della retroguardia di de Boer, finendo per diventarne anche il capitano (così com’era successo negli ultimi anni all’AZ) dopo la partenza di Siem de Jong e vincendo altri due scudetti.
Il centrale finlandese è quindi un giocatore molto esperto e che vanta più gettoni internazionali (tra coppe europee e nazionale) di tutti i suoi nuovi compagni di squadra, garantendo quindi alla formazione di Zenga un apporto notevole in questo senso. Per quanto riguarda invece le caratteristiche tecniche, la sua pagina di Wikipedia è sorprendentemente precisa nel descriverle (anche se ne enfatizza forse troppo le capacità balistiche): Moisander è a tutti gli effetti un difensore tenace, capace di usare al meglio il proprio fisico nel prendere posizione, nonostante non disponga di una stazza particolarmente imponente (1,83 m per 77 chili) ma, soprattutto, un giocatore in possesso di un’ottima tecnica di base che gli consente di essere l’iniziatore della manovra con un certo agio. Proprio questo aspetto del suo gioco verrà probabilmente messo a dura prova in Serie A: il finlandese è abituato a dare avvio all’azione in squadre che mantengono una linea di retroguardia molto alta, spesso a ridosso della metà campo, con relativamente poco campo a disposizione e ben cinque opzioni di passaggio mobili che non vengono marcate a uomo. Da noi la situazione è molto diversa ed è ipotizzabile che una grossa fetta del suo adattamento tecnico al campionato italiano passi da qui e da come saprà integrarsi in meccanismi la cui linea di retroguardia è mediamente ben più bassa che non in Italia.
Altro capitolo interessante è lo stile di gioco: il finlandese è stato abituato dalla sua formazione olandese a una difesa a zona che prevede raramente la marcatura a uomo e che punta tanto – se non tutto – sull’anticipo: a quasi trent’anni, l’ex capitano ajacide ha l’occasione per migliorare quest’ulteriore aspetto del suo gioco. Dal punto di vista psicologico, poi, Moisander è certamente un leader difensivo, dotato di carisma e mentalità vincente: sulla carta l’uomo ideale per guidare gente come Silvestre, Regini, De Silvestri o Mesbah e, in un certo senso, rappresenta un buon sostituto sia per Romagnoli sia per Gastaldello, perché unisce la classe e la tecnica del primo al carisma e alle doti di “capo della difesa” del secondo. Se si adattasse in fretta alla nuova realtà come è successo a de Vrij, Niklas potrebbe rivelarsi uno dei migliori difensori dell’intero campionato perché, sulla carta, non gli manca nulla per fare bene e per far vincere la scommessa della Sampdoria.
La domanda però è: lo compriamo al Fantacalcio? Secondo noi varrebbe la pena di investire qualche fantamilione in questo giocatore perché è un difensore che garantisce non solo un rendimento costante e quasi sempre alto ma anche una titolarità pressoché certa (sensazione se possibile ancor più rafforzata dall’orrore messo in scena dalla Samp nella gara di andata dei preliminari di Europa League col Vojvodina, in cui – per l’appunto – Moisander non ha giocato). Attenzione però ad aspettarsi un Glik: il finlandese segna mediamente un gol all’anno, per cui non è il tipo di difensore che garantisce dei bonus. Tuttavia non è nemmeno un giocatore particolarmente scorretto, perché ha una media di soli quattro cartellini gialli all’anno e in sette anni di Eredivisie ha rimediato appena cinque espulsioni.
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