Fantacalcio Serie A 2015/16: alla scoperta di… Martín Montoya
Non dev’essere facile lasciare una squadra come il Barcellona, anche quando non sei titolare fisso. Per Martín Montoya il trasferimento alla corte di Mancini è di più che una semplice scommessa, è il pretesto per mettersi alla prova, il momento giusto per cambiare stile di vita e modo di intendere il calcio. Veloce quasi quanto il suo omonimo che viene dall’automobilismo, Montoya, giovanotto di 24 anni proveniente dalla cantera blaugrana, è il tipico terzino destro di spinta (può giocare anche a sinistra e avanzato a centrocampo), una vera e propria spina nel fianco per le difese avversarie. Dotato di una buona tecnica (d’altronde è nato e cresciuto in un club dove insegnano a dar del tu al pallone dall’età di tre anni), fa dell’anticipo e della rapidità (sia nelle chiusure che nelle sortite offensive) i suoi pezzi forti ed è particolarmente bravo nel capovolgere l’azione. Le uniche lacune in fase di copertura, ma siamo certi che l’Italia, da questo punto di vista, gli farà bene.
Nato a Gavà, una cittadina a una ventina di chilometri da Barcellona, Montoya è stato uno dei tanti bambini (all’epoca aveva otto anni) della cantera catalana diventati adulti e calciatori. Ha fatto tutta la trafila nelle giovanili fino ad arrivare al Barcellona B e alla prima squadra, nella quale debutta nella stagione 2010/11. Il primo gol con la maglia della sua città è datato dicembre 2011 e nello scenario più prestigioso, quello della Champions (contro il Bate Borisov). In cinque stagioni col Barça, Montonya, pur non giocando con continuità, vince tutto: tre campionati, due Coppe di Spagna, una Supercoppa e soprattutto la Champions League, quella dello scorso giugno contro la Juventus. Non ha mai esordito in Nazionale maggiore, ma ha vinto due volte l’Europeo Under 21 con la Rojita nel 2011 (in Danimarca) e nel 2013 (in Israele, battendo in finale l’Italia).
Lo prendiamo a Fantacalcio? Sì, puntando su di lui con razionalità. Dovrebbe giocare titolare a destra nella difesa nerazzurra: è uno che segna poco, ma partecipa parecchio alla manovra offensiva e spesso è l’autore dell’ultimo passaggio decisivo (12 assist in carriera non sono pochi per uno che, tutto sommato, ha giocato poco). Abbastanza corretto anche dal punto di vista disciplinare (non è mai stato espulso), l’ex blaugrana dovrebbe assicurare una buona media voto e qualche +1, che si sa, non guastano mai. Unica incognita l’ambientamento: storicamente, gli spagnoli in Italia fanno fatica e pagano lo scotto di un calcio completamente diverso dal loro. In Gazzetta lo quotano 7 fantamilioni: a cifre contenute potrebbe rivelarsi un gran colpo.