Si è conclusa la stagione regolare della Super League, il massimo campionato di rugby league inglese. Ma a differenza degli anni scorsi, i playoff possono attendere: tocca allo “split”, la spalmatura delle due serie maggiori (SL e Championship) su tre mini-leghe da 8 club con in palio le semifinali per il titolo e gli altri grandi obiettivi stagionali.
Più complicato a dirsi, che a farsi: il modello è (in parte) quello della Scottish Premiership di calcio, il risultato è interessante. Every minute matters dice il motto lanciato da SKY e BBC negli ultimi mesi e così è in effetti: la nuova “lega” (Super 8’s) tra le prime 8 si trascina i punti della fase regolare, e solo le prime 4 al termine dello split accederanno alla semifinale per il titolo. Old Trafford, insomma, è meno raggiungibile di un tempo dalla quinta o sesta piazza (vedi Leeds, annate 2011 e 2012) e lo stesso calendario (gare di sola andata, giocano 4 volte su 7 in casa le meglio piazzate) premia chi è stato costante in tutta la stagione, non solo chi è pronto in agosto e settembre.
Questa nuova formula, a ben vedere, potrebbe avere ripercussioni anche a livello internazionale: troppo spesso l’Inghilterra, pur giocando ad armi pari contro le fortissime Australia e Nuova Zelanda, ha palesato una certa mancanza di abitudine a partite ad alta intensità. Quell’intensità che la NRL, l’Anzac Test e lo State of Origin, di solito, garantiscono a chi gioca nel campionato australiano, intensità che la Super League è in grado di assicurare solo in parte. Ed ecco dove insiste la nuova formula: meno Wigan-Wakefield e ancora tanti Wigan-Leeds, o St Helens-Warrington e così via.
La “nuova era” ha anche risvegliato piazze negli anni intiepidite dall’assenza del sistema di promozioni/retrocessioni. Tale blocco, necessario a proteggere gli investimenti pluriennali e a “salvare” squadre evidentemente strategiche, ha indirettamente premiato il demerito (se così si può dire), lasciando per esempio in Super League un club palesemente in difficoltà come i London Broncos, e privando società solide di Championship del diritto alla sfida del grande rugby a 13.
Ora non è più così, ma tutto è stato fatto in maniera temperata, per salvare gli eventuali investimenti di cui sopra e promuovere davvero solo le piazze adeguate al grande salto: le ultime 4 del massimo campionato e prime 4 della cadetteria si sfidano in un’altra mini-lega, con in palio – per le prima 4 classificate – la permanenza nella categoria (o la promozione).
Insomma Wakefield, Salford, Hull KR (freschi vincitori di un viaggio a Wembley per la finale di Challenge Cup, dopo il sorprendente successo su Warrington) e Widnes se la vedranno con Leigh (già capace in coppa di piegare squadre di SL), Bradford (nobile decaduta), Sheffield ed Halifax. Qui, punti azzerati e tutti nella mischia: le prime tre giocheranno la Super League 2015-2016, con la quarta salvezza/promozione da decidere nel Million Pound Game.
Lo split centrale (Qualifiers Super 8’s), oltre a costituire un ottimo banco di prova per diversi giocatori internazionali delle altre Home Nations (Galles, Irlanda e Scozia), mescolerà le carte, per riconciliare il pubblico di città un po’ dimenticate da questo sport. E soprattutto servirà ad alimentare i sogni di gloria di chi, come Leigh e Bradford, su questa stagione ha investito tanto e con risultati brillantissimi. Occhio anche a Josh Mantellato, italo-australiano ammirato in maglia azzurra nell’ultima Coppa del Mondo, davvero devastante sinora.
Infine, le ultime 8 della regular season nella seconda serie disputeranno un altro mini-campionato da otto, sul modello delle Super 8’s: valgono ancora i punti della fase regolare, top 4 in semifinale per il Championship Shield, ultime 2 retrocesse in League One. C’è ne è per tutti, non resta che scendere in campo.