Amichevoli, tournée, coppe da precampionato dalla formula lunga, complicata e anche un po’ machiavellica: è l’estate di un anno dispari e la voglia di calcio vero si sente più che mai. I prematuri (e agonisticamente nulli) derby cinesi, o gli scontri tra giganti di oggi e giganti di ieri non ci sono bastati, no: ci vuole lo stimolo dei tre punti, ci vuole la voglia di fare risultato, il tremore del primo verdetto.
Chiedetelo alla Sampdoria: quanto contano i test, dopo uno 0-4 in casa alla prima gara ufficiale dell’anno? In soffitta gli sfottò ai genoani per la mancava qualificazione (a posteriori) all’Europa League, e i rossoblù magari lo chiamano contrappasso.
In generale chi, in questa estate torrida e priva di grandi manifestazioni internazionali per l’Italia e le altre nazionali del vecchio mondo, ha voluto calcio vero ha guardato dall’altra parte dell’oceano: oltre alla Copa América, la Major League Soccer è entrata nel vivo e negli stessi Stati Uniti la Gold Cup, seguita su queste pagine con la passione e il trasporto di sempre, non ha mancato di stupire.
È un calcio in evoluzione, un calcio che piace a chi lo guarda senza pregiudizi; ancor di più a chi lo guarda col piacere di seguire una creatura nella sua crescita, nel suo miglioramento: c’è anche il tetto salariale e allora devi essere proprio bravo a scegliere e programmare, altro che sceicco, famiglie di mecenati e solita distanza economica tra un Barcellona e un Eibar, o una Juventus e un Carpi.
Ecco: il nuovo mondo non è solo Pirlo e Kakà ma se la presenza dei vecchi maestri aumenta l’attenzione globale, agli americani andrà anche bene. E chissà che un domani non mandino qualche club in Copa Libertadores, ispirati magari dall’esempio del Tigres finalista quest’anno (0-0 all’andata contro il River Plate, in un altro istante di football agonistico e con posta vera in palio).
Insomma Mondiali femminili, MLS, Gold Cup, preliminari delle coppe europee e stasera la crème de la crème, a Montréal: Paris Saint-Germain-Lione vale l’edizione 2015 del Trophée des Champions (Supercoppa di Francia, se volete), allo Stade Saputo. A partire dalle 21, la dominatrice del calcio francese di oggi contro quella degli anni duemila, il progetto costruito a suon di denaro e un altro che vuole tornare grande: Ibra ha giurato che il suo futuro “sarà una sorpresa”, ma intanto ci sarà da divertirsi.
E occhio anche alla DFL-Supercup in Germania, o al calcio scozzese nel primo pomeriggio. Non ce ne vogliano i test estivi, l’International Champions Cup, i bagni di folla australiani o quelli asiatici: è tornato il calcio vero ed è come l’acqua nel deserto.