MP Istantanee presenta… Steve Bull, a suon di reti
Alla fine degli anni Ottanta, un centravanti inglese sconosciuto sconvolse le gerarchie della Nazionale, senza militare in Prima Divisione. Lo fece usando il metodo più semplice per un attaccante: segnando valanghe di gol, che spinsero il C.T. Bobby Robson a dargli una chance e poi a convocarlo per i Mondiali. Ecco a voi la storia di Steve Bull.
Fiuto del gol
Stephen “Steve” George Bull nasce a Tipton, nelle West Midlands inglesi, il 28 marzo 1965. Mette in pratica con profitto la sua inclinazione per il calcio già ai tempi della scuola, impiegandosi anche in alcuni lavori agricoli. Il Tipton Town, squadra della sua città, lo forma nel vivaio e lo fa debuttare nella stagione 1984-85. Il ragazzo, centravanti dal fisico solido, non impiega tanto a farsi conoscere con la peculiarità che ne segnerà la carriera: a suon di gol. Nella prima stagione ne realizza 17 in sole 20 partite. Il West Bromwich Albion, su segnalazione del tecnico del Tipton, lo mette sotto contratto. Steve Bull esordisce in massima divisione il 12 aprile 1986 contro il QPR. Non lo immagina ancora…ma quella resterà la sua unica partita al primo piano del calcio inglese. Retrocede con il WBA, scende in campo per una manciata di gare all’inizio della stagione 1986-87 e trova anche le sue prime reti da professionista. Nel novembre 1986 viene ceduto al Wolverhampton, in quarta divisione.
La scalata
Durante il primo campionato con i Wolves, Bull mette a referto 15 reti, 19 totali in tutte le competizioni. La stagione seguente ha inizio la sua spettacolare scalata: nell’1987-88 realizza la bellezza di 52 gol stagionali (34 in campionato) portando il club alla promozione in terza divisione. Non contento, ne segna altri 50 nell’annata 1988-89, portando il suo score a ben 102 marcature nel giro di due stagioni e guidando il Wolverhampton alla seconda salita consecutiva. Il 27 maggio 1989, quando è di fatto ancora un giocatore di terza serie, avviene l’impensabile: il C.T. della Nazionale maggiore Bobby Robson lo convoca per la gara contro la Scozia. Bull entra al posto di John Fashanu e… segna! Gonfia la rete con un bel tiro di destro. La favola del centravanti di Tipton è ormai sulla bocca di tutti, portando al protagonista un’inattesa popolarità anche a livello internazionale.
Ai Mondiali
Il “tocco magico” di Steve Bull svanisce un po’ nella stagione seguente, quella che porta al Mondiale 1990. Realizza infatti praticamente la metà delle cifre toccate nei due anni precedenti. Ma dimostra di meritare la vetrina della Nazionale giocando e segnando con regolarità nei mesi prima della spedizione iridata. Segna una doppietta di pregevole fattura alla Cecoslovacchia ed un’altra rete alla Tunisia. Robson si convince così ad affidargli la casacca numero 21 sull’aereo per l’Italia. Prende parte a quattro partite – di cui una da titolare – ma non riesce a segnare. Ad ogni modo contribuisce al quarto posto finale. Per Bull, ha preso forma una storia sensazionale: dalla terza divisione inglese al Mondiale nel giro di un anno!
La magia svanisce
Disputa la sua ultima gara internazionale nell’ottobre 1990 contro la Polonia, pagando l’addio del suo mentore Bobby Robson che viene sostituito con George Graham. Negli anni successivi “Bully” consolida il suo status di leggenda del Wolverhampton, trovando comunque spesso la via della rete. Conclude la sua storia con i “lupi” nel 1999, dopo aver battuto tutti i record realizzativi del club. 306 reti complessive, di cui 250 in campionato. Poco dopo il ritiro, viene nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. Nel 2003 gli viene intitolata una tribuna del Molineux, che lo colloca – nel caso ce ne fosse bisogno – tra le grandi stelle del club. Scende in campo di nuovo nell’annata 2000-01 in Conference con l’Hereford United, come player-coach. Nel 2008 guida brevemente, sempre in Conference, lo Stafford.