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Le sentenze dell’estate calcistica

Bastano davvero tre sconfitte consecutive in un torneo prestagionale per creare dubbi all’interno di uno staff tecnico o di una dirigenza? Secondo la maggior parte dei quotidiani in uscita oggi, evidentemente sì. L’Inter di Roberto Mancini, non ancora al completo e con tutti i meccanismi da rodare, è già diventata il bersaglio preferito tanto da mettere in discussione non solo Kondogbia, colpevole di essere stato pagato 38 milioni di euro, ma tutto il progetto nerazzurro. A rincuorare la tifoseria nerazzurra, però, ci sono dati oggettivi come quello relativo al precampionato scorso – e anche l’inizio di stagione vero e proprio – in cui l’Inter sembrava la candidata numero uno al terzo posto e, perché no, una legittima contendente all’Europa League; inutile dire che nulla di tutto questo è stato realizzato e, a dirla tutta, nessuno dei due obiettivi è stato minimamente avvicinabile. Dodò e Vidic l’anno scorso sembravano due forti candidati a trascinare la formazione meneghina salvo poi, di fatto, sparire (o ancora peggio far rimpiangere l’acquisto per quanto visto in campo) nei momenti importanti.

Kondogbia è stato pagato sicuramente tanto, forse troppo, ma è un giocatore con una struttura fisica molto importante e, per caratteristiche, impiegherà più tempo a entrare in forma rispetto ad altri: così come è insensato parlare di crisi quando la volontà di Mancini è quella di giocare con le ali (quindi 4231 o 433) e in rosa al momento non ci sono i giocatori adatti per praticare questa opzione. Perišić è ancora un giocatore del Wolfsburg, Shaqiri di fatto è un separato in casa e Jovetić ha effettuato le visite mediche soltanto ieri: le alternative in quel ruolo restano quindi Biabiany e giovani della primavera. Il nodo Kovačić, però, resta interessante: i dubbi sono legati alla fase difensiva perché, indipendentemente dalla lucidità nell’effettuare l’ultimo passaggio, è evidente che il croato abbia un cambio di passo che in quella zona del campo può spaccare in due le difese, ancora più di quando viene collocato dietro le punte. Al limite è difficile trovare una collocazione a Medel, visto che il cileno può giocare davanti alla difesa supportato da due centrocampisti di qualità, ma non è assolutamente in grado di fare la mezz’ala; non ha tempi d’inserimento, non ha il tiro e neanche il fisico per reggere contro avversari più grossi. Insomma nelle gerarchie partirebbe sicuramente indietro, forse troppo considerando le belle parole spese da Ausilio qualche settimana fa.

Il centrocampo poi in che maniera potrebbe essere rinforzato? Sicuramente Felipe Melo non è quel giocatore che cambia il volto alla tua mediana: vero che arriverebbe a costo zero o quasi, ma ha uno stipendio importante e nel suo ruolo c’è più traffico che in tangenziale durante l’ora di punta, specie se davvero Mancini dovesse azzardare un 4231 e, quindi, con soli due posti disponibili in mediana. Acquistare subito un gran numero di giocatori era l’unico modo per arrivare a determinati obiettivi, tuttavia adesso la rosa è ingolfata e serve cedere gli ultimi tasselli per permettere l’ingresso di un esterno d’attacco e un terzino mancino: riuscirà Mancini a trovare la quadratura del cerchio? Qualunque sarà l’esito della stagione dell’Inter, comunque, prevedere adesso un successo o una sconfitta del progetto nerazzurro significa lanciare i dadi e sparare sentenze a caso. Per l’Inter come per ogni altra squadra, ovviamente.