MondoPallone Racconta… Rugani e i difensori bianconeri predestinati
La Juventus ha appena presentato ufficialmente Daniele Rugani, finalmente giunto a Torino dopo il fortunato prestito all’Empoli. Il giovane difensore centrale, riconosciuto dagli addetti ai lavori come campione predestinato, dovrà ora provare a dimostrare di meritare il grande calcio. Riuscirà nel suo intento? Ripercorriamo in breve le storie dei difensori valorizzati dalla Vecchia Signora.
Brio
Sergio Brio (1956), stopper dal fisico granitico, esordì nel Lecce prima di essere acquistato dalla Juventus all’età di 18 anni. Dopo un triennio in prestito alla Pistoiese, utilissimo per “farsi le ossa”, Brio ritorna definitivamente in bianconero fino al termine della carriera. Oltre ai trofei in Italia, conquista tutte le coppe internazionali possibili, risultando tra i giocatori italiani più vincenti di sempre. Unico cruccio, la maglia azzurra: non fu mai preso in considerazione da Bearzot.
Cabrini
Antonio Cabrini (1957), terzino sinistro dotato di gran corsa, debutta nella sua Cremonese e si fa notare nell’Atalanta durante il campionato cadetto 1975-76. Il diciannovenne viene allora portato alla corte juventina, per un sodalizio che da subito lo porterà ai vertici del calcio italiano. Si rivela al mondo in occasione del Mondiale di Argentina ’78, imposto da Bearzot al posto di Maldera. Campione iridato quattro anni dopo, vince anche lui tutti gli allori dell’era Trapattoni. 73 volte azzurro.
Castano
Ernesto Castano (1939), nativo di Cinisello Balsamo (Milano), iniziò la carriera in Serie B prima nel Legnano e poi nella Triestina. La maglia bianconera arriva nel 1958. Dopo i primi anni di utilizzo intermittente, si afferma come libero. Conquista tre scudetti ed altrettante Coppe Italia, assaggiando la Nazionale in cui raggranella solo 7 presenze: partecipa però alla conquista dell’Europeo 1968, in cui gioca la prima finale con la Jugoslavia. Chiude nella stagione 1970-71 al Vicenza.
Chiellini
Giorgio Chiellini (1984), toscano di Pisa, si mette in luce come terzino sinistro nel Livorno e firma per i bianconeri nel 2004. La Juventus viene lasciato in prestito per una stagione alla Fiorentina, per poi tornare a Torino dove milita tuttora. Specializzatosi in seguito anche come centrale, è un difensore a volte scomposto negli interventi ma dalla grande solidità, pericoloso anche in area avversaria. Tra le rivelazione dell’Europeo 2008, è arrivato in finale nell’edizione 2012. Ad oggi, 76 gettoni azzurri.
Foni
Alfredo Foni (1911-1985), udinese, inizia giovanissimo nella squadra della sua città. Le successive esperienze alla Lazio e al Padova lo impongono tra i migliori giovani: la Juventus lo veste di bianconero nel 1934, per quattordici stagioni in cui Foni si afferma quale degno erede di Rosetta come terzino destro della Nazionale. Campione olimpico 1936 e del Mondo nel 1938, diventa poi ottimo tecnico: due scudetti con l’Inter ed una Coppa delle Fiere con la Roma. C.T. azzurro tra il 1954 ed il 1958.
Gentile
Claudio Gentile (1953), nativo di Tripoli (Libia), arriva in Italia quando ha 8 anni. Si fa notare in B con il Varese, dopo che il club biancorosso lo aveva inviato in prestito tra i dilettanti all’Arona. La Juventus lo acquista nel 1973, inizialmente come jolly. Si impone presto come terzino destro, rude nelle maniere ma efficace “francobollatore” dei migliori attaccanti. Vince quasi tutto con i bianconeri, lasciando nel 1984 per chiudere prima a Firenze e poi a Piacenza. Campione del Mondo 1982, con 71 presenze.
Rava
Pietro Rava (1916-2006), insieme al sopracitato Foni ha formato una tra le più celebri coppie di terzini della storia azzurra. Anche lui campione olimpico e mondiale, debuttò in bianconero non ancora ventenne. La Seconda Guerra Mondiale, in cui si arruolò come ufficiale durante la Campagna di Russia, lo penalizzò negli anni migliori. In carriera ha vestito anche le casacche di Alessandria e Novara. Forse colpevolmente dimenticato, ma tra i grandi eroi del calcio italiano.
Rosetta
Virginio “Viri” Rosetta (1902-1975), terzino destro di spiccate qualità organizzative e tecniche, viene giustamente considerato tra le grandi leggende del pallone nostrano. Impostosi nella Pro Vercelli ancora giovanissimo, si laureò campione d’Italia nel 1921 e 1922. Nel 1923 il suo passaggio contestato alla Juve, arricchito da uno stipendio, che di fatto lo rende il primo professionista riconosciuto in Italia. Con otto scudetti è recordman insieme a Furino, 52 volte azzurro e campione del Mondo 1934.
Scirea
Gaetano Scirea (1953-1989), milanese di Cernusco sul Naviglio, venne prelevato dalla Vecchia Signora nel 1974, proveniente dall’Atalanta. Descrivere Scirea in un paio di righe può sembrare quasi un’offesa, rispetto alla grandezza del calciatore e, soprattutto, dell’uomo. Libero perfetto, corretto, autoritario e carismatico, capitano con la C maiuscola, elegante nelle movenze e signorile nell’esempio. Considerato tra i più grandi di sempre, morì tragicamente in un incidente in Polonia a soli 36 anni.
Spinosi
Luciano Spinosi (1950), romano e cresciuto nella formazione giallorossa, debutta con la Roma in Serie A nel 1968. Terzino destro, venne notato dai dirigenti juventini che nel 1970 lo portarono in Piemonte. La sua ascesa fu rapidissima: arrivò in Nazionale già l’anno dopo, collezionando 19 gettoni azzurri fino al 1974, partecipando da titolare al Mondiale tedesco. Diede il meglio nei primi anni, tornando alla Roma nel 1978 e chiudendo la carriera con Verona, Milan e Cesena. 5 scudetti in bianconero.