Ha sorpreso tutta la Serie A con il gioco spumeggiante del suo Empoli composto interamente da giocatori che arrivavano dalla Serie B. Ripete sempre che fa il lavoro dei suoi sogni e che è anche talmente fortunato da essere pagato per farlo. Nonostante vada in giro in tuta come gli allenatori di una volta, utilizza tecnologie avanzate come i droni per condurre gli allenamenti con la squadra.
Chi è? È Maurizio Sarri, l’uomo che sta conquistando Napoli.
Nel gioco estivo dei pronostici figli del calciomercato, quando si parla della “griglia di partenza” della prossima Serie A, molti addetti ai lavori si stanno dimenticando il Napoli di Sarri. Forse perché gli azzurri non hanno comprato campioni come Kondogbia, Bacca o Mandžukić, forse perché Sarri non è un nome mediaticamente “di spicco” o forse semplicemente per scarsa conoscenza, ma il nome dei partenopei, tra le pretendenti al prossimo Scudetto, non viene mai fatto.
Errore. Gravissimo errore.
Partendo proprio dal mercato, si è sottovalutato l’acquisto di Mirko Valdifiori, regista ventinovenne con un passato proprio nell’Empoli di Sarri. L’ex numero 6 dei toscani si è rivelato — nonostante fosse all’esordio nella massima serie — il miglior regista del campionato, perfettamente integrato dentro gli schemi del suo mister, ormai conosciuti a memoria. Guardando il Napoli degli ultimi anni, la sensazione era proprio che mancasse un costruttore di gioco là dove Inler, Jorginho e David López hanno fallito. E Sarri, attento sostenitore del progetto tecnico prima che dei singoli, ha chiesto e ottenuto che venisse acquistato un giocatore funzionale, prima che “di nome”. E Valdifiori, in questo senso, è il miglior acquisto che il Napoli potesse fare.
Se poi i partenopei dovessero arrivare, come sembra, anche ad Allan dell’Udinese, altro giocatore di grandi numeri ma di poco nome, allora il centrocampo del Napoli avrebbe tutto un altro senso.
Lo snodo fondamentale, per quanto riguarda il mercato, per capire dove potranno arrivare gli azzurri di Sarri è uno solo: la permanenza di Higuaín. Se il bomber argentino, fin troppo criticato negli ultimi mesi rispetto alla sua reale forza, decidesse di rimanere a Napoli, magari convinto dalla bontà del progetto tecnico-tattico del mister toscano, allora il Napoli potrà dire davvero la sua nella corsa al titolo.
Perché una cosa è chiara: il Napoli non ha ancora comprato campioni perché i campioni ce li ha già in squadra. Il Pipita, Insigne, Hamšík sono tre tra i giocatori più forti della nostra Serie A e non c’è grosso bisogno di acquistarne degli altri.
Le uniche perplessità possono arrivare dalla difesa, che è stato il reparto più sotto accusa nella gestione Benítez, ma Sarri fa dell’organizzazione difensiva il suo cavallo di battaglia e siamo sicuri che, grazie a movimenti di reparto studiati a memoria e una ottimale copertura dei tre di centrocampo, anche un giocatore come Koulibaly — dagli immensi mezzi fisici, ma dalle grosse lacune tattiche — potrà dire la sua. Del resto la difesa dell’Empoli composta da Hysaj, Tonelli, Rugani e Mario Rui (che, tolto Rugani, non spiccava per qualità individuali) è stata tra le migliori dello scorso campionato, perché non pensare che possa accadere lo stesso con i giocatori in rosa al Napoli?
Sarri è un’abile allenatore di calcio, conosce il gioco e ama studiarlo. Non ci sono dubbi che il suo Napoli proporrà un gioco davvero spettacolare e che, se seguito con costanza, riuscirà addirittura a rivitalizzare quei giocatori che hanno perso un po’ di smalto nelle ultime uscite al San Paolo.
Forse non partirà con i favori del pronostico, ma fate attenzione: Sarri c’è.