Lugano: conferenza stampa di presentazione

Affollata e calda (in tutti i sensi…)  la conferenza stampa di presentazione del nuovo Lugano targato Zeman. Per la società, erano presenti l’allenatore, il presidente Renzetti e il portiere Francesco Russo. A poche ore dal debutto (domenica alle 16.00 contro il San Gallo), presenti gli sponsor, si è fatto il punto della situazione. La parola d’ordine è “ottimismo”. Gli appassionati ticinesi sono abituati al mugugno (e, del resto, basta farsi un giro sui blog dei tifosi per averne conferma…), ma presidente e allenatore sono tranquilli e, pur consapevoli del fatto che la squadra sia inferiore alle big della Svizzera tedesca (l’inarrivabile Basilea e lo Young Boys su tutte), c’è la diffusa sensazione che nessuno potrà permettersi di prendere sottogamba la compagine ticinese.

Il presidente Renzetti ha confermato di essere ancora alla ricerca di un centrale difensivo e di una punta (ma il mercato termina a fine agosto…) e, come prevedibile, ha fatto l’elogio dei giovani: “Ricordo a Pescara quando Zeman trasformò Verrati da giocatorino normale in un campione. Inseriremo nella U21, che abbiamo fortissimamente voluto riportare a Lugano, anche elementi al di fuori del Team Ticino per permettere a mister Zeman di tenerli d’occhio”. Il patron ha inoltre rivendicato di avere speso poco finora, facendo intendere che, se necessario, verranno fatti sacrifici in futuro, fermo restando l’obbligo di adeguare gli stipendi dei giocatori alla serie superiore, aspetto che toglierà risorse al mercato.

A nome della squadra, il portiere Francesco Russo (originario di Angera, vicino a Varese), ha sottolineato che i nuovi metodi di allenamento e l’inserimento di tanti nuovi giocatori richiederanno tempi di adattamento. Tuttavia, ha dichiarato di essere rimasto favorevolmente impressionato dall’impegno e dalla voglia dei nuovi di lavorare e di amalgamarsi con il resto del gruppo.

Infine, Zeman. L’allenatore, a conferma del proprio carisma, ha dichiarato di essere soddisfatto e di sentire la squadra già “sua”. Pur consapevole delle difficoltà che verranno incontrate, è rimasto anch’egli positivamente colpito dalla voglia dei ragazzi di impegnarsi e di apprendere gli schemi. Quello che l’allenatore si augura è che il gruppo rimanga unito anche in caso di risultati negativi, soprattutto all’inizio: la squadra, in fondo, è ancora un cantiere aperto. Tuttavia, il boemo ha sottolineato: “Non faccio la corsa per non retrocedere. Scendiamo in campo sempre per giocarcela. Retrocederà chi sarà stato meno bravo”.

Fuori dalla conferenza stampa, su una panchina del parco di Villa Ciani, assieme a qualche cronista più esperto di cose calcistiche elvetiche, proviamo ad analizzare la squadra. In difesa, Ferrari e Datković non dovranno far rimpiangere Malvino. Sul croato, soprattutto, puntiamo molto: fisicamente imponente, con esperienza nel calcio italiano (in Serie B, allo Spezia), potrebbe davvero fare bene. A centrocampo, per quello che contano le amichevoli, finora Pušić si è disimpegnato ottimamente: forte e dinamico, ci si augura che sappia recuperare tanti palloni. La testa pensante in mezzo, nei piani di Zeman, dovrebbe invece essere l’ex rossonero Piccinocchi, con Mastalli pronto a subentrare. Davanti, Čulina è l’esterno che il boemo ha scelto per affiancare Rossini, in attesa di capire chi arriverà ancora: ma il croato, che ha fatto bene a Varese lo scorso anno, sotto la guida esperta dell’allenatore ex Cagliari, non potrà che migliorare.

Già, Zeman. Fuori dai denti, la vera stella del Ceresio, in questo momento, è lui. Ha convinto giocatori, che mai sarebbero venuti a Lugano, a vestire la maglia bianconera. Al di là dei dubbi, dovuti al semplice fatto che il campo deve ancora parlare, ha innestato dei giovani promettenti su un telaio (Rossini, Tosetti, Bottani, Padalino, Sabbatini, Russo…) che lo scorso anno ha fatto benissimo, seppure in cadetteria. Tra l’altro, tolte le grandi (Basilea, Young Boys e, un gradino più sotto, Sion, Lucerna e Zurigo), non è che le altre contendenti abbiano organici da sogno. E nessuna di loro ha uno Zeman in panchina. Si, lo ammettiamo: siamo curiosi. E non vediamo l’ora di vederlo rotolare, questo pallone: “C’è la mano del boemo”. E, anche in Italia, sono in tanti ad avere voglia di vedere cosa accadrà, estimatori o detrattori: perché, quando si parla di Zeman, nessun appassionato di calcio potrà mai dirsi neutrale. E allora, non vi resta che seguirci.