MondoPallone Racconta… Danny Blind, riscatto arancione ?
Nei giorni scorsi c’è stato il cambio della guardia alla guida della Nazionale olandese, in seguito all’addio di Guus Hiddink a fine giugno. Il suo assistente, Danny Blind, è una leggenda del calcio internazionale che ora avrà finalmente la prima vera chance come responsabile tecnico, dieci anni dopo il debutto in panchina con l’Ajax. Storia di un protagonista poco reclamizzato ma vincente.
Sparta
Dirk Franciscus “Danny” Blind nasce a Oost-Souburg (Olanda) il 1° agosto 1961. Inizia a giocare a calcio tra i dilettanti dell’RCS e debutta nel calcio professionistico nella stagione 1979-80 con lo Sparta. I biancorossi, frequentatori abituali dell’Eredivisie, rappresentano la maggiore realtà di Rotterdam dopo il Feyenoord. Il giovane Blind, che prima di spostarsi al centro della difesa inizia come terzino sinistro, mette in mostra ottime doti tecniche, tranquillità e carisma. Ma non immediatamente. Diventa titolare fisso solo alla quarta stagione. Lo Sparta non lotta per l’alta classifica, ma gli consente comunque di disputare 10 gare di Coppa UEFA. Si mette in luce anche per una dote molto apprezzata: è infatti un bravo rigorista. A 25 anni, arriva il momento della svolta.
Glorioso lanciere
Dopo quasi 200 partite ufficiali con lo Sparta viene acquistato dall’Ajax, entrando a far parte del sodalizio più prestigioso del calcio olandese. In quegli anni, i “lancieri” non sono più nell’élite europea, dopo i fasti del decennio precedente. Con Blind al centro della difesa ed insieme ad una straordinaria nidiata di talenti, ritornerà a splendere il sole sulla già ricca bacheca del club. Tra il 1986 ed il 1999 l’Ajax conquista ben 17 trofei: 5 Campionati, 4 Coppe d’Olanda, 3 Supercoppe nazionali, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, una Coppa delle Coppe ed una Coppa UEFA. Danny Blind entra così nella storia: diventa infatti il solo calciatore olandese vincitore di tutti i trofei UEFA e FIFA per squadre di club.
Arancione, ma non troppo
Il fatto che militi in una realtà di primo piano come l’Ajax e le indubbie qualità lo pongono per anni tra i migliori difensori olandesi. Ma non basta a Blind per scrivere una storia felice con la Nazionale: esordisce nel 1986, ma tra la terza e la quarta presenza deve attendere più di 3 anni. Non figura neanche tra i convocati per il vittorioso Europeo 1988. E’ tra i 22 per Italia ’90, ma non scende mai in campo. Disputa da titolare le eliminatorie sia per Euro ’92 che per Usa ’94, strappa la chiamata per la fase finale per entrambi i tornei ma alla fine in formazione gli viene sempre preferito qualcun altro. Danny Blind si ritrova infine titolare (e capitano) all’Europeo inglese del 1996, sulla soglia dei 35 anni. Chiude con un bottino di 42 presenze e 1 rete in maglia arancione.
Dopo il ritiro
Lascia il calcio giocato nel 1999, diventando il terzo giocatore dell’Ajax più presente di sempre, considerando le sole gare di campionato: 372 gettoni, dietro ai soli Swart e Suurbier. Appena appesi gli scarpini resta nell’organigramma del club in qualità di allenatore. Arriva anche alla prima squadra, che guida tra il marzo 2005 ed il maggio 2006, conquistando una Coppa ed una Supercoppa d’Olanda. Tra il 2007 ed il 2008 ritorna al primo amore, lo Sparta Rotterdam, con l’incarico di Direttore Tecnico. In seguito è tornato nella capitale quale Direttore Sportivo, Tecnico e Responsabile del settore giovanile, ruolo ricoperto in due periodi intervallati dall’esperienza come vice di Jol e Frank de Boer. Nel 2012 lascia l’Ajax per diventare il secondo della Nazionale olandese, prima di van Gaal e poi di Hiddink, del quale pochi giorni fa ha preso il posto di Commissario Tecnico. Ora avrà alle sue dipendenze il figlio Daley, brillante astro nascente del Manchester United, già titolare al Mondiale brasiliano. Si tratta della grande chance arancione per Danny Blind, dopo un tormentato rapporto da calciatore. La grande sfida si chiama Euro 2016. Riuscirà stavolta ad avere successo anche in Nazionale?