Quello che parte oggi da Utrecht (Olanda) con una cronometro individuale di 14 chilometri rischia di essere un Tour de France che passerà alla storia ben prima di cominciare. La centoduesima edizione della “Grande Boucle” infatti presenta ai nastri di partenza un numero di accreditati pretendenti per la Maglia Gialla di Parigi che non è mai stato così alto in precedenza. Partenza dall’Olanda, quindi. E’ la 21esima partenza dall’estero del Tour, la sesta dai Paesi Bassi. Partenza con una cronometro individuale nella 1a tappa, mentre la 2a frazione con arrivo a Zélande è dedicata ai velocisti (ma occhio ai ventagli). Nella 3a tappa si sconfina in Belgio e c’è il primo arrivo in salita sul Muro di Huy, lo storico traguardo della Freccia Vallone. Il Tour ritrova la sua Francia nella 4a tappa con arrivo a Cambrai. Dopo l’esperimento dello scorso anno, la Grande Boucle ripropone il pavè. Saranno 7 i settori di pietre da affrontare. Una frazione da circoletto rosso per gli uomini di classifica. Velocisti di nuovo in scena ad Amiens, mentre il giorno dopo si arriva a Le Havre con il traguardo posto in cima a uno strappo del 7%. Settima tappa ancora per ruote veloci in quel di Fougères. Una frazione che anticipa il complicato finale di prima settimana. Al sabato, il secondo arrivo in salita sul Mûr-de-Bretagne, alla domenica la cronometro a squadre di 28 chilometri da Vannes a Plumelec. Il giorno dopo è il primo di riposo. Un giorno che consentirà alla carovana di trasferirsi sui Pirenei. Sulle montagne al confine con la Spagna, il Tour de France resterà tre giorni. Il menu prevede ben tre arrivi in quota consecutivi. Martedì 14 a La Pierre Saint Martin, mercoledì 15 a Cauterets dopo Aspin e Tourmalet, giovedì 16 a Plateau de Beille. Dopo questo trittico, tocca a una tappa di trasferimento, la 13esima con traguardo a Rodez. La 14esima, invece, chiama ancora alla battaglia gli uomini di classifica. L’arrivo di Mende è posto a un solo chilometro dal Gpm della Côte de la Croix Neuve. L’indomani, classica tappa da fuga composta da uomini fuori classifica che si contenderanno il traguardo di Valence. La seconda settimana si chiude lunedi 20 con una sedicesima frazione che funge da antipasto delle Alpi. L’arrivo di Gap, infatti, è posto alla conclusione della discesa del Col de Manse. Secondo giorno di riposo e mercoledì 22 ha inizio il gran ballo delle Alpi con l’arrivo in salita di Pra-Loup. Giovedì 23, tappa sulla carta interlocutoria con traguardo a Saint-Jean de Maurienne. Venerdì 24 e sabato 25 i due giorni che decideranno questo Tour de France. Nel primo, arrivo in quota a La Toussuire. Nel secondo, lo storico traguardo dell’Alpe d’Huez in una tappa che prevede anche la scalata del Col de la Croix de Fer. Chi uscirà in Maglia Gialla da quella tappa, dovrà solo affrontare la “passerella” sugli Champs-Élysées a Parigi.
Alto numero di pretendenti, dicevamo. Su tutti ne spiccano quattro. Quattro corridori che senza ombra di dubbio rappresentano il meglio che il panorama dei corridori da “Grandi Giri” possa offrire. Quattro corridori che rispondono ai nomi di Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), spagnolo, vincitore del Tour 2007 e 2009, del Giro 2008 e 2015 e della Vuelta 2008, 2012 e 2014. E poi Vincenzo Nibali (Astana), italiano, vincitore del Tour 2014, del Giro 2013 e della Vuelta 2010. E poi Chris Froome (Sky), inglese, vincitore del Tour 2013. E per finire Nairo Quintana (Movistar), colombiano, vincitore del Giro 2014 e secondo al Tour 2013. Il meglio del meglio. Difficile ipotizzare che il vincitore del Tour de France 2015 possa uscire fuori da questa quaterna. Eppure, ci sarà qualcuno che proverà a sovvertire i pronostici. A cominciare da un tridente da tenere d’occhio, formato dallo spagnolo Joaquim Rodríguez (Katusha) e dai francesi Thibaut Pinot (FDJ) e Romain Bardet (Ag2R-La Mondiale). A completare questo straordinario parterre di pretendenti ci sono altri due francesi, Warren Barguil (Giant-Alpecin) e Pierre Rolland (Europcar), lo statunitense Tejay Van Garderen (BMC), gli olandesi Wilco Kelderman (Lotto NL – Jumbo) e Bauke Mollema (Trek), il portoghese Alberto Rui Costa (Lampre-Merida), il sudafricano Louis Meintjes (MTN-Qhubeka), l’inglese Simon Yates (Orica-GreenEdge). Da monitorare Rigoberto Uran (Etixx-Quick Step), con il colombiano chiamato a riscattare un Giro d’Italia deludente. Mentre sarà la strada a decidere chi tra Ryder Hesjedal, Daniel Martin e Andrew Talansky potrà fregiarsi dei gradi di capitano della Cannondale-Garmin. Non solo uomini di classifica. Nonostante le volate siano poche, al via del Tour de France 2015 vi è il meglio delle ruote veloci. A cominciare dall’inglese Mark Cavendish (Etixx-Quick Step) e proseguendo per i tedeschi André Greipel (Lotto-Soudal) e John Degenkolb (Giant-Alpecin), per i francesi Nacer Bouhanni (Cofidis), Arnaud Demare (FDJ) e Brian Coquard (Europcar), per l’australiano Micheal Matthews (Orica-GreenEdge) e per il norvegese Alexander Kristoff (Katusha). L’unico velocista italiano presente in gruppo è Davide Cimolai (Lampre-Merida). Anche se il favorito per la maglia verde della classifica a punti, considerato che ha dalla sua anche frazioni indigeste agli sprinter puri, resta sempre lo slovacco Peter Sagan (Tinkoff-Saxo). Occhio anche ai cronomen che si giocheranno oggi la prima Maglia Gialla. Tre nomi su tutti. Tony Martin (Etixx-Quick Step), Fabian Cancellara (Trek) – quest’ultimo con Sagan da tenere d’occhio per la tappa col pavè – e Tom Dumoulin (Giant-Alpecin). Proverà a inserirsi tra questi “mostri sacri” il nostro Adriano Malori (Movistar). E chissà, a proposito di corridori italiani, che Filippo Pozzato (Lampre-Merida) possa ritagliarsi una giornata di gloria. Una giornata di gloria in un Tour de France 2015 che sulla carta è già storia. Quel che conta è che lo sia anche sulla strada. A cominciare da oggi pomeriggio.