Ci fu un tempo non troppo remoto, in cui la voglia di misurarsi in confronti internazionali, alimentava in Europa una disfida di uomini e bandiere che potevano andare dalla Coppa dei Campioni ai Giochi senza Frontiere. In questa direzione andavano i Tornei minori, che rispetto alle tre Coppe di rango, affiliavano la partecipazione di squadre orbitanti fuori dai centri storici del calcio, in un’ ideale koinè periferica, un’unità che prima ancora che della moneta, era del pallone.
A questa funzione, rispose tra il 1970 e il 1996 il Torneo Anglo-Italiano, oltremanica noto come Anglo-Italian Cup. L’ideatore della competizione fu il manager italiano Gigi Peronace, punto di riferimento per entrambe le sponde calcistiche. Alla base vi fu un episodio circostanziato, ovvero il desiderio di concedere alla squadra inglese dello Swindon Town una ribalta europea, dopo la vittoria della Coppa di Lega, non essendo possibile, a causa dei regolamenti, l’iscrizione alla Coppa delle Fiere.
L’idea si sviluppò in varie fasi, con regolamenti cangianti, sino a che nel 1976 non si stabilì di ammettere alla partecipazione sei squadre della Serie C italiana e sei delle leghe dilettantistiche inglesi, che si sarebbero sfidate in quattro giornate, ripartite tra Inghilterra e Italia, fino a decidere attraverso un meccanismo di classifiche nazionali quali sarebbero state le due squadre dell’una e dell’altra nazione ad affrontarsi in finale, da tenersi in Italia. Si trattò della prima competizione internazionale a far propria la regola dei tre punti assegnati in caso di vittoria, piuttosto che i due vigenti in Italia.
All’edizione del 1976, presero parte Benevento, Monza, Pistoiese, Siracusa, Teramo e Udinese (all’epoca ancora gravitante in serie C), per l’Italia. Per l’Inghilterra, Enfield 1893, Nuneaton Town, Scarborough, Stafford Rangers, Wimbledon e Wycombe.
Nella prima giornata, disputata in Inghilterra, solo il Teramo e il Monza riuscirono a ottenere due pareggi a reti bianche, mentre per le altre squadre vi furono cocenti sconfitte. Fu il Monza, il 19 maggio 1976 ad ottenere il primo successo, battendo per 1-0 lo Stafford Rangers in trasferta, mentre in generale, dominò il fattore campo.
A giugno, nelle due giornate disputate sul suolo italico, le cose cambiarono e quasi tutte le squadre italiane ottennero buoni risultati (tra cui il 5-1 del Benevento contro il Nuneaton Town, il 6-2 dell’Udinese allo Stafford Rangers e il 3-0 del Teramo al Wycombe). Nelle due classifiche finali, una per nazione, prevalsero Monza con 8 punti (davanti a Teramo e Pistoiese con 7) e Wimbledon con 7 (davanti al Nuneaton Town, con peggiore differenza reti e al Wycombe con 6).
La finale si disputò a Monza, il 19 giugno 1976.
Di seguito, il tabellino dell’incontro.
Monza: Terraneo, Vincenzi G., Gamba, Casagrande, Michelazzi, Fasoli, Tosetto, Buriani, Braida, De Vecchi, Sanseverino.
Wimbledon: Guy, Tilley, Bryant, Donaldson, Edwards, Basset, Leslie, Cooke, Connel, Somers, Holmes.
Arbitro: Favre (Svizzera)
Marcatori: 72’ Casagrande
A decidere l’incontro, fu una rete di Francesco Casagrande, centrocampista offensivo che in seguito vestì anche le maglie di Cagliari, Como, Fiorentina e Sampdoria. In squadra – allenata da Magni – anche altri giocatori destinati ad una buona carriera, come il portiere Terraneo, poi al Torino e alla Lazio e il centrocampista Ruben Buriani, poi al Milan, al Napoli e alla Roma. Anche Tosetto, considerato un talento – il ‘Keegan della Brianza’ – , fece un rapido passaggio in maglia milanista, ma senza successo. Un altro giocatore, avrebbe invece sviluppato una brillante carriera rossonera, di stampo manageriale: Ariedo Braida, per tanti anni nel Milan di Berlusconi e Sacchi.
Il Monza avrebbe comunque avuto di lì a breve una vetrina in serie B.
Nell’edizione del 1977 il Trofeo andò a una squadra abbonata alla categoria, quasi una sorta di riconoscimento all’amore per il calcio in provincia.
Le partecipanti all’edizione 1977, erano: Bari, Cremonese, Lecco, Parma (ancora ben lontano dai fasti successivi), di nuovo il Teramo e la Turris di Torre del Greco, sul versante italiano; Bath City, Chelmsford City, Northwich Victoria, Redditch United, Scarborough e Yeovil Town, sulla sponda inglese.
Questa volta le squadre italiane ressero un po’ meglio l’impatto con i campi inglesi, nelle prime due giornate. Al debutto, il Parma andò a vincere per 2-3 sul campo del Northwich Victoria, mentre Teramo e Cremonese riuscirono a cogliere un pareggio. Perse invece con un rotondo 5-1 la Turris, contro il Yeovil Town. Nella seconda giornata, fu il Lecco a vincere in trasferta, per 2-0 contro il Chelmsford City, mentre persero tutte le altre squadre italiane.
Nelle due giornate italiane, nuovamente si ribaltarono i risultati. Solo il Parma perse per 0-1 contro il Bath City, mentre tra i successi italiani, notevoli furono l’8-1 del Bari sul Chelmsford City e l’8-0 del Lecco sul Northwich Victoria. Anche la Turris coronò la sua presenza europea, infliggendo un 3-0 al Chelmsford City.
Nelle relative classifiche nazionali, il Lecco prevalse sul Teramo per migliori differenza reti, a 7 punti, seguiti dal Bari con 6. Dall’altra parte, con 9 punti, si staccò nettamente il Bath City, dinanzi a Yeovil Toewn e Redditch United con 7. Fanalino di coda il Chelmsford City, con un solo punto.
La finale si disputò a Lecco, il 29 giugno 1977.
Di seguito il tabellino:
Lecco: Martignoni, Gustinetti, Santi, Filacchione, Ratti, Volpi, Skoglund I (76’ Massei Jr.), Pozzoli, Galluzzo (73’ Corti), Marchi Zandegù. All. Oscar Massei Sr.
Bath City: Allen, M. Rogers, Tavener, Broom, Bourne, Gover, P. Rogers (61’ Coombes), Brown, Brian Godfrey, Griffin, Higgins. All. Brian Godfrey.
Marcatori: 4’ Zandegù, 28’ Galluzzo, 31’ Zandegù.
Il rotondo 3-0 coronò quel successo che la squadra lombarda aveva ben meritato durante lo svolgimento del Torneo.
L’alloro dell’Europa calcistica prendeva forma a Lecco in un netto 3-0, che a distanza di tempo rimane nei ricordi di chi ne fu protagonista, come calciatore e come tifoso. Tra i giocatori del Lecco, il bomber di categoria Giuseppe Galluzzo (ma anche 4 presenze e 2 gol con il Milan, nella stagione della B rossonera) e Piero Volpi, un’ apparizione nella massima serie con la maglia del Como, ma soprattutto, dopo il ritiro, una carriera da medico sociale dell’Inter.
Dal 1982 in poi, dopo la scomparsa di Gigi Peronace, il Torneo fu intitolato alla sua memoria, cambiando nel tempo la formula e la scelta delle partecipanti.