“In cauda venenum” sentenziavano gli antichi Romani. E, proprio con l’analisi della situazione in coda, oggi chiudiamo il nostro punto sull’Allsvenskan, fermo per la pausa di Midsommar. Le altre puntate le potete trovare qua: prima, seconda e terza.
Nella lotta per non retrocedere, la sorte dell’Åtvidabergs sembrerebbe segnata. La squadra ha tradizioni importanti: vinse il titolo due volte consecutive negli anni ’70 (1972 e 1973) e la Svenska Cupen (1970 e 1971) quando la piccola cittàdina di Åtvidaberg, località industriale dell’Östergötland, famosa per l’industria della cellulosa, stava vivendo il suo boom economico. Resta ancora oggi la squadra rappresentativa della comunità più piccola ad avere vinto il campionato nazionale. Lo scorso anno si piazzò all’ottavo posto, ma quest’anno, con una sola vittoria e ben dieci sconfitte, difficilmente potrà evitare la retrocessione. La quart’ultima si trova infatti sette punti avanti, e i biancoblù sono preceduti da altre squadre.
Quattro punti sopra, i gialloblù dell’Halmstad, che pure vantano, nella loro storia, quattro vittorie in campionato (l’ultima nel 2000), non stanno molto meglio. La squadra, che gioca nell’omonima città (posta nella contea di Halland, nel sud del Paese) nello stadio Örjans Vall, impianto con una capienza di circa 15.000 posti, e giunta a metà classifica nella scorsa edizione del campionato, quest’anno ha avuto una partenza disastrosa, con tre sconfitte consecutive e, dopo una vittoria e un pareggio (che sembravano aver fatto riprendere i ragazzi di Jönsson, profeta in patria e sulla panchina dall’autunno scorso), ha inanellato ben cinque sconfitte consecutive. Nelle ultime tre giornate hanno però dato qualche segno di ripresa: due pareggi in trasferta sui campi di due rivali dirette (Hammarby e Örebro) e una vittoria casalinga contro il Sundsvall, altra concorrente nella lotta per non retrocedere. Il terz’ultimo posto (e la possibilità di giocare i playoff salvezza) sono a soli due punti: ma la crescita dovrà essere dimostrata anche nella fase estiva del torneo. A nostro parere, ha qualcosa in meno, però, rispetto alle altre rivali dirette. Tuttavia, dato che in coda al torneo si marcia lentamente, basterebbero un paio di vittorie consecutive per rientrare nel pieno della lotta. Al rientro, i ragazzi di Jönsson sono attesi da tre scontri diretti, al termine dei quali la situazione sarà più chiara.
L‘Örebro veniva da un ottimo sesto posto, ottenuto nell’edizione passata del torneo. Quest’anno ha avuto invece un inizio disastroso, con sei sconfitte nelle prime otto partite. La svolta è stata, per i bianconeri, la sfortunata finale di Svenska Cupen giocata al Gamla Ullevi contro il Göteborg. I ragazzi di Axén (nella foto, promosso allenatore in prima dopo essere stato nella stagione precedente il vice), galvanizzati dalla prospettiva di poter essere i primi a vincere un titolo per il club di appartenenza, giocarono un ottimo incontro, andando in vantaggio nella prima frazione e venendo sconfitti dai più quotati avversari solo nei minuti finali dell’incontro. Battuti, quindi, ma con l’onore delle armi, i bianconeri hanno inanellato due vittorie consecutive e tre pareggi ma, soprattutto, non hanno più perso. Ora, al terzultimo posto (che garantirebbe comunque loro la possibilità di giocare i playoff salvezza con la terza classificata della Superettan), guardano con fiducia al prosieguo del torneo: davanti a loro hanno infatti tre squadre (Sundsvall, Falkenbergs e Hammarby) con uno o due punti di vantaggio, che stanno procedendo (specialmente la prima) con una certa lentezza. Se il trend positivo dovesse venire confermato anche dopo la sosta, la squadra di Axén potrebbe farcela senza passare dalle forche caudine dello spareggio, dal momento che sembrerebbe avere qualcosa in più rispetto alle rivali dirette.
Le rimanenti squadre, dall’Helsingborg al Kalmar, sembrerebbero avviate verso una tranquilla, anche se anonima, stagione a metà classifica. Dai Di Röe di Scania, in particolare, ben conosciuti anche in Italia per avere eliminato l’Inter in uno storico preliminare di Champions League (risultato che avrebbe pesato non poco sul destino di Marcello Lippi, in quella sfortunata stagione), sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più. Restano, comunque, una compagine capace di qualsiasi risultato, anche con squadre più quotate, e con una buona tenuta difensiva.
(4 – Fine)