Basket Serie A – Playoff: risorgono Logan e tutta Sassari, finale scudetto sul 2-1
Una squadra vola, sbanda, muore, risorge. E poi rischia di buttarla via, di nuovo. Dove altro lo trovi uno sport così? Se Milan-Liverpool è stata, nel calcio, una finale leggendaria, qua succede più spesso che altrove: il basket vive di parziali, momenti, sentimenti collettivi che in un amen – una, due o tre azioni girate bene, o male – cambiano la storia di una partita, di una serata, di un club.
Ecco che gara 3 di finale scudetto, al PalaSerradimigni, è stata una Istanbul continua: un po’ qualcuno l’ha vinta, un po’ qualcuno l’ha buttata, e chi l’ha ripresa stava a sua volta per buttarla via. A rimetterla in piedi, per Sassari, David Logan: fantasma nei primi tre quarti, leggenda negli ultimi 10′. Una tripla dopo l’altra, inerzia completamente cambiata e serie riaperta: Reggio aveva mezzo scudetto cucito sul petto, resta favorita ma Sassari c’è.
In cronaca, parte bene la Reggiana: da 5-2 a 5-11 parziale firmato Chikoko e Kaukėnas, uomo eterno, maestro di basket. La Dinamo vive d’intensità, inizia la sua serie difensiva e strappa ogni pallone a morsi: Lawal e soprattutto Sanders guidano il controbreak e alla prima sirena il tabellone di Piazzale Segni dice 26-22.
Reggio ha la maturità di colpire quando Sassari sta volando, spegnendo incendi qua e là. Quei canestri che ti spezzano l’entusiasmo, che ti riportano a terra, specie nel finale del primo tempo. Prima tanta Dinamo, col +11 di Sosa in schiacciata al 14′, 40% da oltre l’arco a sfogare tutta la rabbia accumulata al PalaBigi. È qui che gli ospiti restano vivi: dal 41-29 del 18′ si va all’intervallo con soli 6 punti di divario, grazie ai centri di Chikoko in chiusura.
Al rientro gara 3 gira, eccome se gira: Sassari resta nello spogliatoio, non segna proprio più. Alla Reggiana non sembra vero, anche perché i meccanismi rimangono oliati e le scelte razionali: terzo quarto col 50% da tre, contro lo 0 su 6 sassarese. Il primo canestro della banda Sacchetti arriva al 28′, con Dyson: acqua nel deserto, mentre Reggio flirta col tricolore.
A descrivere il passaggio dal 47-56 del 30′ all’80-77 finale basta un nome: Logan. Campione che ti prende in mano una squadra, una partita e strappa via gara 3 dalle mani di un avversario con vista scudetto. Sassari c’è, certo giocando male, di sicuro di puro cuore: servirà qualcos’altro per impattare la serie e regalare a tifosi il proseguo di un sogno che oggi, nonostante la rimonta dell’ultimo quarto, ha accento emiliano.
SASSARI-REGGIO EMILIA 80-77
Sassari: Brooks 2, Devecchi, Sosa 13, Formenti, Kadji, Sanders 13, Sacchetti 4, Logan 25, Chessa ne, Dyson 16, Vanuzzo. All. Sacchetti
Reggio Emilia: Cinciarini 9, Kaukėnas 16, Silins 3, Polonara 14, Cervi, Lavrinovič 9, Pini, Pechacek ne, Chikoko 8, Lavacchielli ne, Della Valle 18, Casu ne. All. Menetti
Arbitri: Sahin Seghetti, Chiari
Parziali: 26-22; 43-37; 47-56