L’arrivo sulla panchina dei ticinesi di Zeman è la grande novità del calcio elvetico per la stagione che sta per cominciare: logicamente, i tifosi si aspettano ora anche una campagna di rafforzamento adeguata. Tuttavia, la scelta del presidente Renzetti garantisce, almeno nelle speranze, calcio spettacolo ed emozioni a Cornaredo, nel segno della filosofia calcistica dell’allenatore boemo: “Il risultato è occasionale, la prestazione non lo è” . Intanto, nella tradizione delle storie di calcio cantonali, le polemiche non accennano a placarsi. Dopo la notizia dell’ingaggio dell’ex allenatore del Cagliari, sono infatti usciti i retroscena, a volte velenosi, relativi alle precedenti trattative con altri tecnici (in particolare Ciriaco Sforza), sull’addio di Bordoli, e via di questo passo.
Stanno infatti tenendo banco, in questi giorni, i battibecchi tra dirigenti. Dopo l’accordo sulla cessione della propria quota di minoranza azionaria nella società bianconera, l’ormai di fatto ex dirigente Pablo Betancour ha voluto dire la sua: “Resto a disposizione della società” ha reso noto alla stampa (dichiarazioni riportate da Ticino news) “Ma le scelte di Renzetti mi preoccupano non poco. Resto dell’idea che Zeman sia stata una scelta azzardata per le finanze del club. Si dice che con l’allenatore boemo potrebbero arrivare nuovi sponsor, ma non ne vedo finora. Con Bordoli avevamo trovato un accordo economico vantaggioso, ed era un allenatore elvetico”. L’ex azionista di minoranza non si è fermato qua: “Anche se sono fuori dalla Società, farò in modo che Malvino resti un altro anno, e garantisco per l’arrivo di Formiliano (giocatore uruguagio, ruolo centrocampista difensivo ndr) in riva al Ceresio tramite un’operazione che consentirà di averlo gratuitamente”. A stretto giro di posta la risposta di Renzetti, tramite una telefonata fatta alla trasmissione “Fuorigioco”: “Ci ho sempre messo la faccia” ha dichiarato il patron del Lugano. “Betancour parla di sponsor, ma non ne ha mai portati. Ed anche i calciatori che ha messo a disposizione del Lugano, li ho pagati. Ne aveva portati anche a Biasca e si è visto come è finita. Gente come lui vuole essere protagonista quando non lo è. Ci ho sempre messo la faccia e non sono certo disposto a perderla per Bentancur”. Queste le parole. Sulle rive del Ceresio, gli appassionati si augurano che il pallone torni a rotolare alla svelta.
Renzetti ha anche parlato in termini ovviamente entusiastici del nuovo tecnico, che gli avrebbe confermato l’inutilità di portare la squadra in ritiro, al fine di impedire ai giocatori di distrarsi durante il periodo di preparazione. Il boemo avrebbe dichiarato laconicamente: “Soldi sprecati, il ritiro non serve. Dopo aver lavorato tutta la giornata con me, saranno troppo stanchi per fare altro”. Lasciando il Ticino, il calcio svizzero si gode le meritate vacanze, e nei prossimi giorni proveremo a fare il punto sul mercato della Raiffeisen Super League. Tuttavia, chi non va in vacanza sono i dirigenti delle squadre, sempre alla ricerca (anche) di fondi per poter continuare l’attività ad alto livello. Interessante, in tal senso, l’intervista concessa a“FOOT” (rivista ufficiale della Federazione elvetica di calcio) dal presidente del Thun Markus Lüthi. I biancorossi (a differenza del Servette, come abbiamo riferito qui) sono riusciti a ottenere la licenza per disputare la Super League il prossimo anno, ma non è stata un’impresa scontata. L’inviato della rivista ha chiesto al presidente qual è stato il sostegno degli imprenditori locali, in una realtà economicamente florida com’è quella della Svizzera, e della Svizzera tedesca in particolare. Laconica la risposta di Lüthi: “A est di Thun ci sono solo piccoli comuni. A nord ci si impegna per sostenere il Langnau e l’hockey. A ovest ci sono lo Young Boys e l’HC Berna. E a sud ci sono le Alpi. Ho contattato personalmente 35 grandi imprenditori che risiedono nell’Oberland bernese. E ho ricevuto 35 risposte negative”. Non è facile, insomma. Anche per chi, il prossimo anno, giocherà i preliminari di Europa League, dopo un terzo posto in campionato davanti a squadre con maggiori titoli e tradizioni come Grasshopper e Sion, giusto per fare qualche nome.