Lezione di basket al PalaBigi: una sola squadra in campo in gara 1 della finale scudetto, con Reggio Emilia sempre in vantaggio (anche oltre la ventina di punti) e dominante a livello di gioco e percentuali. Sassari poco squadra, in generale spenta e mai in partita: l’82-63 del 40′ racconta di una domenica a senso unico, dura da digerire per chi veniva dall’eliminazione di Milano a sorpresa.
Sassari priva di Lawal squalificato, Reggio incerottata. Ma la voglia di scudetto è tanta, in campo e sugli spalti: palazzo coinvolto e fattore campo pesante. Protagonista contro Milano, Logan inizia bene: tripla e 2-5 dopo 3′. Tutta l’esperienza e la classe di Kaukėnas nel break reggiano: dalla breve e dalla lunga, l’ex senese suona la carica, per il 10-5 a metà primo quarto. Dyson e lo stesso Logan tengono a galla i sardi, ma la Reggiana insiste: Lavrinovič da oltre l’arco dice +8, anche se Sosa firma il 20-16 alla prima sirena.
Secondo periodo che tinge di incubo per la Dinamo: Reggio tutta intensità, giochi, geometrie e percentuali alte. Ma sarebbe ingenuo ridurre il +20 dell’intervallo lungo al 7 su 14 da tre, o al 15-9 del dato dei rimbalzi: un compagno aiuta l’altro, le spaziature sono quelle giuste, come la circolazione del pallone. Alla costruzione del parzialone aiutano Cervi e Polonara: Sassari ci capisce poco, perde la maniglia in attacco, e la testa in difesa. Incassa soprattutto 52 punti in un tempo: difesa pigra e non da scudetto, squadra smarrita.
Al rientro dagli spogliatoi Reggio Emilia dà continuità alla sua serata magica: Polonara da fuori allunga (+22), Sanders accorcia ma Lavrinovič ricaccia sotto la Dinamo. Che a reagire ci prova, ma più di istinto individuale che di squadra: ancora Sanders è l’ultimo ad arrendersi e in isolamento sa il fatto suo ma è davvero troppo poco, specie quando i padroni di casa timbrano dalla lunga con una naturalezza disarmante: Polonara dice 62-40 al 28′, Sacchetti accorcia in lunetta ma rimedia Kaukėnas, nello stesso fondamentale: 58-40 al 30′.
Quarto quarto strano, con Sassari timidamente in recupero, eppure ricacciata indietro dai suoi errori più che altro: perse banali, presenza zero a rimbalzo, passaggi sbagliati al momento della verità. I piccoli segnali d’orgoglio (Sanders e Dyson per il -13) sono vanificati da un linguaggio del corpo da squadra sconfitta, che non ci crede proprio più: l’emblema al 35′, quando Devecchi sconfigge la maledizione del tiro da tre, la difesa recupera ma sbaglia una rimessa in zona d’attacco. Serata a senso unico e Reggio che si porta sull’1-0 con pieno merito: lezione di tiro, tattica, cuore e tutto il resto.
Reggiana avanti nella serie grazie a una maggiore freschezza in attacco, a percentuali alte dalla lunga (10 su 25, contro il 5 su 24 sassarese), ai suoi giocatori tutti: dai veterani Kaukėnas e Lavrinovič, all’inarrestabile Polonara (18 punti) al simbolo Cinciarini. Dinamo troppo brutta per essere vera, preoccupante sul lungo periodo: urge reagisca subito da gara 2, magari grazie al rientro di un Lawal la cui assenza però, per quanto incisiva, non aiuta a spiegare la gara 1 meno equilibrata che si potesse immaginare.
REGGIO EMILIA-SASSARI 82-63
Reggio Emilia: Cinciarini 6, Kaukėnas 13, Silins 10, Polonara 18, Cervi 8, Lavrinovič 12, Pini ne, Pechacek ne, Stefanini ne, Chikoko 6, Rovatti ne, Della Valle 9. All. Menetti
Sassari: Brooks 10, Devecchi 3, Sosa 3, Formenti, Kadji 8, Sanders 19, Sacchetti 6, Logan 8, Chessa ne, Dyson 6, Mbodj, Vanuzzo. All. Sacchetti
Arbitri: Taurino, Lanzarini, Begnis
Parziali: 23-18, 52-32, 64-46