Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle otto nazionali che si contenderanno la 20/a edizione del Campionato Europeo Under 21: la seconda protagonista della nostra analisi è la Germania, che è inserita nel Girone A con i padroni di casa della Repubblica Ceca, la Serbia e la Danimarca.
In difesa i riflettori sono puntati soprattutto su Ginter, attualmente al Borussia Dortmund, uno dei giocatori in assoluto più esperti anche a livello internazionale dell’intera rosa, e su Knoche, che ha saputo imporsi come titolare in una realtà in ascesa come quella del Wolfsburg. Entrambi a loro agio col pallone tra i piedi (più Ginter di Knoche in realtà), restano dei difensori di stampo tedesco, arcigni e concentrati, molto difficili da spostare o superare attraverso l’uso esclusivo del fisico.
In mezzo al campo la stella è sicuramente Moritz Leitner, elemento cardine della squadra di Hrubesch e nel giro dell’Under 21 già da quattro anni; nato come trequartista puro, nel corso degli anni ha imparato a giocare anche sulla fascia destra e, soprattutto, come centrocampista centrale, ruolo in cui le sue doti di visione di gioco, creatività e passatore preciso possono essere sfruttate al massimo. La sua importanza all’interno dell’Under è tale che ha spesso e volentieri relegato in panchina un prospetto più noto di lui a livello internazionale come Emre Can, reduce da una stagione con tante luci e ombre al Liverpool (chiaramente influenzata anche da prestazioni di squadra deludenti).
Per quanto riguarda l’attacco non si possono non nominare Philipp Hofmann e Kevin Volland, capocannonieri di squadra a pari merito.
Hofmann, prodotto d’alto profilo del vivaio dello Schalke, ha un passato molto importante a livello giovanile ed è attualmente di proprietà del Kaiserslautern dopo aver passato le stagioni precedenti in prestito al Paderborn e all’Ingolstadt (curiosamente, entrambe le compagini sono state promosse in Bundesliga l’anno dopo il suo passaggio mentre Hofmann non ha ancora esordito nella massima serie tedesca). Il centravanti di Hrubesch non segna ancora granché in campionato (21 gol complessivi negli ultimi tre anni) ma in Nazionale si trasforma: giocando quasi sempre da titolare, Hofmann ha finora raccolto un bottino di 9 gol in 15 presenze; classico centravanti di stampo teutonico (è alto 1,94 m), il puntero del Kaiserslautern è fortissimo fisicamente, abile nel gioco aereo e nelle sponde di testa per i compagni mentre non è quel che si dice un funambolo col pallone tra i piedi.
Volland invece è decisamente più chiacchierato e famoso a livello internazionale, ha già esordito in nazionale maggiore ed è una colonna dell’Hoffenheim ormai da tre anni (conta 99 presenze e 25 gol in Bundesliga dal 2012 a oggi); è il capitano e il leader dell’attuale Germania Under 21 ed è reduce dall’Europeo di categoria di due anni fa. Attaccante completo, scattante, tecnico ma anche piuttosto bravo nell’uso del fisico a discapito della corporatura non certo da granatiere, Volland è abbastanza duttile da un punto di vista tattico da poter ricoprire tre ruoli con il medesimo successo: oltre a quello naturale di ala destra, il capitano dell’Under tedesca può giocare anche da seconda punta e da centravanti. Autore di 9 gol in 18 presenze negli ultimi tre anni di nazionale giovanile, Volland è il classico giocatore che si rivela una spina nel fianco qualunque sia la sua posizione di partenza; in particolare, non gli si può concedere facilmente la profondità: sia quando è in possesso del pallone, sia quando si muove alle spalle dei difensori mentre attende il lancio lungo, la punta dell’Hoffenheim tende a non lasciare quasi mai scampo alle sue vittime.
Vista l’alta qualità media presente in squadra da centrocampo in su, la Germania predilige arrivare in area con scambi velocissimi palla a terra ma non disprezza i cross dal fondo o dalla trequarti, visto che esterni tecnici e rapidi come Bittencourt, Younes e Gnabry hanno nel dribbling il pezzo forte del loro repertorio e sono in grado di creare superiorità numerica in qualunque frangente per poi andare al traversone (soluzione particolarmente gradita quando sono in campo sia Volland che Hofmann, entrambi decisamente abili nel gioco aereo).
Particolare importanza nella creazione di gioco, comunque, hanno la coppia di centrali difensivi perché la manovra parte quasi sempre da uno tra Ginter, Knoche e Heintz (i tre centrali che si sono avvicendati nei due posti disponibili lungo questo biennio) e solo in seconda battuta riceve palla Leitner, il vero direttore d’orchestra della squadra, che ha regolarmente il compito di scegliere l’opzione migliore per innescare il gioco offensivo. Negli ultimi mesi Hrubesch ha spesso affiancato al giocatore dello Stoccarda, faro del suo centrocampo, Johannes Geis, una specie di incrocio – fatte le debite proporzioni del caso – tra Rode e Kroos, più dotato in fase difensiva ma comunque capace di alternarsi al compagno nell’architettura di gioco e abilissimo tiratore di calci piazzati; con tutta probabilità sarà lui a giocarsi il posto in squadra con Emre Can (Kimmich pare partire più indietro nelle gerarchie).
Dov’è attaccabile la Germania Under 21? Paradossalmente proprio nel suo punto forte, ossia gli esterni. Per quanto dotate, le ali offensive tendono a rientrare poco o a fasi alterne quando si tratta di difendere, peccato che pare veniale ma che diventa mortale quando si gioca con terzini molto alti, come piace fare a Hrubesch (che talvolta corregge quest’impostazione inserendo Heintz a sinistra e tenendolo fisso in retroguardia). Anche un pressing alto ben organizzato può disorientare molto la Mannschaft, abituatissima a iniziare il suo ragionamento a partire dai difensori centrali: costringere i tedeschi a chiedere a ter Stegen di impostare può rivelarsi la carta vincente per le avversarie della Germania a patto di rimanere compatti e non concedere spazio al tridente teutonico, soprattutto a Volland.