Olimpia Milano: obiettivi sfumati e rimpianti
È sfumato in un Forum di Assago infuocato e tutto colorato di rosso il sogno e l’obiettivo scudetto dell’Olimpia Milano. Sette gare, una serie piena ed entusiasmante quella tra Milano e Sassari in cui, alla fine, hanno avuto la meglio i sardi, che con coraggio e orgoglio, approdano per la prima volta nella loro storia a una finale scudetto.
Una serie difficile quella affrontata dall’EA7 che, anche quest’anno, ha faticato proprio contro Sassari, squadra contro la quale in questa stagione ha giocato ben 11 partite e come ha dichiarato Meo Sacchetti, coach dei sardi, “6 vinte da noi, 5 da loro. Noi abbiamo vinto l’ultima e anche le altre due gare che avevano qualcosa in palio”.
Come lo scorso anno le due squadre si sono ritrovate accoppiate nella semifinale ma in questo scenario è cambiato qualcosa. Dopo 4 partite giocate nella serie Sassari era avanti 3-1 fino a quando Milano ha ripreso in mano la situazione pareggiango la serie con la possibilità di giocarsela in casa e con l’inerzia dalla sua parte. Ma, dopo il “disastro” in Eurolega (competizione nella quale le aspettative erano nettamente superiori e dove Milano non è riuscita a raggiungere neppure le Final Eight) e dopo non aver vinto la Coppa Italia (persa appunto contro Sassari) mercoledì scorso è sfumato anche l’obiettivo campionato.
Potremmo quasi pensare a questa stagione come un fallimento totale nonostante la squadra, durante la scorsa estate, sia stata costruita per essere la più forte e per centrare il numero più alto di obiettivi stagionali. Non è dunque bastato l’arrivo a Milano di Shawn James dal Maccabi Tel Aviv che, accompagnato dalle tante aspettative, non è riuscito a far emergere il suo talento nel migliore dei modi.
Anche l’altro acquisto Linas Kleiza non ha giocato un campionato brillante (a parte qualche momento in cui è riuscito a far prevalere la sua esperienza), probabilmente perché arrivato in Italia alla fine della sua carriera. Altro nome che quest’anno spiccava nella rosa dell’Armani è quello di MarShon Brooks, cestista americano che ha disputato un grandissimo campionato dove si è vista la tecnica che lo contraddistingue ma, nei momenti più importanti, è stata chiara la sua poca esperienza nel basket europeo.
Nella stagione dell’Armani ha sicuramente pesato il rendimento di David Moss che è stato ben al di sotto i suoi soliti livelli e indubbiamente la mancanza di Daniel Hackett a inizio campionato.
Se dovessimo però analizzare la squadra da cui sarebbe giusto ripartire non si può che citare Samardo Samuels che con grande amore verso la maglia di Milano ha sempre dato il massimo con un rendimento costante. Dell’ultima partita giocata da Milano contro Sassari non si possono dimenticare le lacrime del capitano Alessandro Gentile che da grande giocatore accostato più di una volta all’NBA, ha trascinato la sua squadra con un grande senso di responsabilità ed è sicuramente grazie a lui che l’Olimpia è riuscita a rimontare contro la squadra di Sacchetti.
I due miracoli non sono così bastati ma al Forum mercoledì sera si è scritta la storia. Sassari per la prima volta vola in finale e, per certo, dopo tanti anni la vincitrice del campionato di Serie A non sarà né Milano, né Siena, né una delle bolognesi. Nell’albo d’oro troveremo una nuova formazione, evento che non accadeva dal primo scudetto di Siena del 2002/03.
Sconfitta amara dunque per l’Olimpia che dimostra quanto una squadra non sempre riesca a vincere e a essere la migliore nonostante costruita con budget illimitati e faraonici e che la programmazione e il lavoro di uno staff solido e duraturo nel tempo (Sacchetti e Menetti, coach finalisti, hanno portato le loro formazioni in Serie A e, rimanendo sempre alla guida, le hanno trascinate alla finale scudetto) siano la base di ogni successo.