Europei Under 21 2015: la Serbia
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle otto nazionali che si contenderanno la 20/a edizione del Campionato Europeo Under 21: la seconda protagonista della nostra analisi è la Serbia, che è inserita nel Girone A con i padroni di casa della Repubblica Ceca, la Germania e la Danimarca.
PERCORSO DI QUALIFICAZIONE – Dopo aver saltato le edizioni del 2011 e del 2013, la Serbia si riaffaccia alla fase finale degli Europei Under 21 e lo farà con la fama di “ammazza-grandi”, visto che si è permessa il lusso di estromettere dal torneo i campioni in carica della Spagna. Ai play-off di ottobre, infatti, le Giovani Aquile, dopo uno 0-0 in casa, hanno centrato l’impresa vincendo 2-1 a Cadice, con rete decisiva di Kostić in pieno recupero. Ma prima ancora, nel Gruppo 9 con la stessa Italia di Di Biagio, avevano di fatto eliminato il più quotato Belgio, battendolo 3-0 in casa, e si erano tolti lo sfizio persino di vincere con gli azzurrini a inizio girone: 1-0 firmato da Goran Čaušić. Insomma, una mina vagante pronta a esplodere.
L’ALLENATORE – Il commissario tecnico dei serbi è Mladen Dodić, classe 1969, già allenatore di diversi club del proprio Paese (fra cui l’FK Jagodina) e alla guida di una Nazionale per la prima volta in carriera. Dodić è stato chiamato dalla Federazione serba per sostituire Radovan Ćurčić, l’uomo che ha condotto la squadra alla fase finale degli Europei, ma che ha dovuto lasciare l’incarico perché chiamato, a sua volta, per sostituire Dick Advocaat sulla panchina della Nazionale maggiore. Dodić, che rimarrà in carica fino alla fine di Repubblica Ceca 2015, ha esordito a fine marzo per una doppia amichevole contro Svezia (sconfitta per 1-0) e Italia (vittoria di misura per 1-0). Il suo modulo preferito è il 4-2-3-1, schieramento perfetto per mettere in risalto la velocità e la tecnica delle pedine a sua disposizione.
LE STELLE DELLA SQUADRA – L’assenza dalla lista dei convocati di campioni del calibro di Matija Nastasić, Lazar Marković, ma soprattutto Aleksandar Mitrović (impegnati con i grandi nella gara contro la Danimarca, valida per le qualificazioni a Euro 2016) pesa non poco nel bilancio della squadra. Ma Dodić può “consolarsi” con elementi di sicuro spessore: su tutti, Miloš Jojić e Filip Djuričić. Tutti e due hanno dalla loro una discreta esperienza a livello internazionale, perché militano in squadre europee del calibro di Borussia Dortmund e Southampton. Due pedine di grande tecnica e qualità, che avranno il delicato compito di costruire il gioco della Serbia. Attenzione, poi, a Goran Čaušić, centrocampista tuttofare (all’occorrenza anche trequartista) e alla punta di diamante di questa Nazionale: Aleksandar Pešić, 190 centimetri di ragazzo e capocannoniere delle qualificazioni con tre reti, assieme a Luka Milunović.
MODULO E TATTICA – Il modulo su cui la Serbia Under 21 ha costruito le proprie fortune in questo biennio, sia con Ćurčić prima, che con Dodić poi, è il 4-2-3-1: uno schieramento propositivo, segno che questa squadra vorrà giocarsela contro tutti in Repubblica Ceca, a cominciare dalla proibitiva gara d’esordio di mercoledì prossimo contro la favoritissima Germania. La difesa a 4 sarà un punto fisso, perché è stato il vero e proprio punto di forza della squadra negli spareggi contro la Spagna e perché difficilmente Dodić vorrà rinunciare a due esterni come Petković e Petrović, in grado di difendere e allo stesso tempo proporsi in avanti. La squadra ha dimostrato, poi, grazie alla duttilità dei suoi uomini (su tutti Čaušić, ma anche lo stesso Jojić), di poter passare a un 4-3-3 più accorto, visto proprio contro l’Italia un anno fa a Pescara.
Tolta la Germania, vera e propria favorita per il titolo europeo, la sensazione è che questa Serbia contro i padroni di casa della Repubblica Ceca e contro la Danimarca possa davvero giocarsela e togliersi qualche altra soddisfazione. Vero che essere arrivati fino a qui è già un gran successo, ma la semifinale, con la conseguente qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, è davvero dietro l’angolo.