La strategia è chiara: rifondare. Berlusconi ha ceduto poco meno del 50% del Milan a Mr. Bee, per una cifra enorme: 480 milioni di euro, con 150 milioni pronti per essere investiti sul mercato. Galliani non si è lasciato sfuggire l’occasione, volando a Oporto per provare a far suo Jackson Martinez (si dice che sia pronto a pagare 35 milioni di euro per la clausola rescissoria, cosa impensabile e impossibile fino a una settimana fa) e nel frattempo lavorando anche per il ritorno in pompa magna di Zlatan Ibrahimovic, che nei giorni scorsi si è sentito, telefonicamente, con l’amministratore delegato del Milan e gli ha fatto capire che non disdegnerebbe giocare nuovamente alla Scala del Calcio. Sponda rossonera però, chiariamolo, sottolineamolo, perché non solo la squadra di Mihajlović è sullo svedese; anche quella di Mancini ci sta provando, perché sa che gli assistiti di Raiola difficilmente diventano bandiere, e tempo un paio di stagioni e sono pronti a cambiare maglia.
Dicevamo: anche l’Inter su Ibrahimovic; il problema è che, ora come ora, i nerazzurri sembrano un passo indietro – a livello di strategia, di idee, di convinzione e possibilità – rispetto ai loro cugini. I quali hanno un nuovo investitore in dirigenza, pronto a diventare nel giro di 24 mesi l’azionista di maggioranza, ed è arrivato con un bel po’ di contanti nella valigia da spendere tutti d’un fiato. Al contrario di Thohir, possiamo dirlo.
Giù le mani, giù le dita puntate: non stiamo accusando l’indonesiano. E’ che dal presidente dell’Inter ci aspettavamo qualcosa di più, rispetto a quanto fatto finora. In questa sua breve gestione nerazzurra, ha visto allenatori andare via, la squadra non centrare gli obiettivi, le concorrenti correre veloce – chi più chi meno – e soprattutto: si è tolto poche, pochissime soddisfazioni (fateci caso: lo ricordiamo molto più facilmente con un sorriso amaro, sugli spalti di San Siro, piuttosto che festante e gioioso). Thohir che adesso rischia la beffa: arriva un altro magnate dall’Oriente, compra i cugini e… che fa? Inizia a comprare i campioni?
Chissà se si sta preoccupando, allora, il patron interista. Lui che all’inizio parlava con tutti di tutto (mercato, strategie, obiettivi, la stampa era al corrente di ogni cosa accadesse alla Pinetina: non conosceva, Thohir, il modus operandi di queste parti, fatto di bocche cucite e segreti di Pulcinella). Lui che di colpi, sul mercato, non ne ha piazzati tantissimi (Podolski doveva esserne uno, si è rivelato – inaspettatamente, perché è dopotutto un campione del mondo – un flop). Lui che ha scelto di essere bauscia, e non casciavit. Lui, che adesso vede Mr. Bee arrivare, prendersi il Milan, e sussurrare a Galliani: “va’ e spendi 150 milioni”. Così, come se fossero spicci da gettare dentro un videopoker.
Ci starà pensando, Thohir, a tutte queste cose, e chissà: magari troverà lui stesso nuovi stimoli, utili a spremere le meningi sue e dei suoi collaboratori, affinché Milano lo giudichi a dovere, e non lo etichetti come “l’orientale sbagliato”. Quello, in sostanza, più ‘braccino corto’ dei due.