Panico e Toni, il gol abita a Verona
La Verona calcistica ha la Regina ed il Re del gol in casa. E sono pedine importanti ed esperte, 40 anni lei, 38 lui. Stiamo parlando di Patrizia Panico e di Luca Toni che quest’anno hanno vinto la rispettiva classifica marcatori della Serie A maschile e femminile, puta caso indossando la stessa maglia numero 9, fatto mai accaduto finora, con Toni che è il primo giocatore del Verona a riuscirci nei 112 anni di storia del club. Carisma e fiuto del gol da vendere, nella stagione 2014/15, si scambiano complimenti a vicenda e dicono che il loro segreto è che “ci divertiamo ancora e amiamo questo sport“.
Per loro parlano i numeri: Toni ha segnato 22 gol in 38 partite, trascinando l’Hellas Verona alla seconda salvezza consecutiva, è diventato il miglior marcatore dell’Hellas Verona in serie A segnando 42 reti in due campionati scavalcando Emiliano Mascetti, ha superato le 300 reti tra i professionisti siglando quattro doppiette e realizzando quattro rigori, mentre Panico ha conquistato la classifica capocannonieri per la quattordicesima volta in carriera ed ha oltrepassato i cento gol con la maglia del Verona in A, segnando 34 gol in 25 partite e portando l’Agsm Verona alla conquista dello scudetto ed andando sempre a segno nei primi diciotto match di campionato e segnando ben sei doppiette, una tripletta e due poker e realizzando un solo rigore.
Patrizia Panico spiega come è stato vincere la classifica marcatori: “Vincere la classifica marcatori è un orgoglio, perché significa che ho svolto bene il mio lavoro, e riuscirci a quarant’anni regala la soddisfazione più bella: la gente può prenderti in giro (sorride) o dirti che sei cotta, ma alla fine ho avuto ragione io e la sensazione che si prova è molto gratificante. Io vivo serenamente con la mia età e successi del genere dimostrano che ti sei allenata con impegno durante la settimana e che ti trovi alla perfezione con le compagne. Ecco, devo ringraziare ovviamente la squadra e il tecnico: se ho segnato così tanto, il merito è pure di chi mi sta accanto e di chi mi ha messo nelle condizioni ideali per rendere al meglio“.
Non è da meno Luca Toni: “È un traguardo fantastico. Non mi aspettavo di vincere la classifica cannonieri all’inizio, però quando mi sono ritrovato là in alto nelle ultime partite, ci tenevo ad arrivare primo. Ho chiuso alla grande la stagione, un’annata eccezionale sia per me che per l’Hellas e i tifosi, e sono felice di essere entrato nella storia della società: ringrazio i compagni per avermi permesso di segnare con continuità e, finché avrò voglia, desidero continuare a togliermi belle soddisfazioni. Ho 38 anni, ma me ne sento 26. Anzi, no, facciamo 30“.
Tra i due i complimenti si sprecano: Patrizia definisce Luca “un vero numero nove: sa usare il fisico in modo impeccabile, è cattivo al punto giusto in area e ha un fiuto del gol incredibile. La sua carriera parla per lui. Io e Luca ci siamo conosciuti una volta, lo scorso dicembre: è una persona simpatica e disponibile. Tutti e due abbiamo parecchia esperienza e affrontiamo ogni sfida come se fosse l’ultima, con lo stesso spirito e la stessa grinta”. Toni le risponde a stretto giro di posta: “Mi complimento con Patrizia: se realizza così tante reti, significa che ha qualità importanti, ama il suo lavoro ed è una grande campionessa”.
Una riflessione, però, sorge spontanea: se a 38 e a 40 anni Luca e Patrizia sono i cannonieri più prolifici della serie A, qual è la situazione del calcio italiano? Prova a rispondere Patrizia: “Qualcosa che non va c’è, sia a livello maschile che femminile. Con il passare del tempo, infatti, sta scomparendo la specificità dei ruoli: oggi gli attaccanti e le attaccanti sanno fare tutto, dalla fase offensiva a quella difensiva, e vengono impiegati e impiegate in più posizioni, però stanno perdendo il puro fiuto della rete e non eccellono in zona gol. Ormai, le prime punte vecchio stampo, d’area di rigore come me e Toni, sono difficili da trovare”.