La prima settimana di Giugno è per antonomasia l’ultima di scuola, il momento in cui si tirano le somme, ma anche quello del divertimento e visto che siamo in Canada, patria vicina al regno del ballo di fine anno, ovvero l’evento più atteso da tutti i ragazzi del college, è inevitabile pensare al tracciato di Montréal come una pista da ballo: 10 coppie, 20 monoposto e danza libera fino al traguardo.
Alla settima prova del campionato di Formula 1 è sempre più evidente che nelle due coppie più richieste, più ricercate e più cool, a tenere il ritmo sulla pista sono Hamilton e Vettel mentre Nico e Kimi si ritagliano il ruolo delle donzelle, un po’ impaurite quando c’è da alzare la voce per far vedere le proprie qualità, fin troppo succubi, forse, per una manifesta inferiorità al volante.
Fuor di metafora, il GP del Canada doveva essere quello della svolta: Rosberg, dopo aver vinto a Monaco in maniera quantomeno fortunosa, era chiamato alla prova del nove, ma ha trascorso l’intera gara ad osservare gli scarichi del compagno di squadra, quasi divertito nel vederlo avvicinare sotto il secondo per poi rispedirlo a debita distanza; Räikkönen, invece, era chiamato a sostituire Vettel, penalizzato dalla macchina e dai giudici in qualifica, ma è riuscito nel doppio poco invidiabile obiettivo di perdere il podio per un testacoda identico a quello della passata stagione e di far infuriare il Team Manager Arrivabene, duro con lui a fine gara.
In uno sport, reso sempre più noioso da chi lo gestisce con regole assurde e limitazioni ridicole, Nico e Kimi non sono di certo d’aiuto: il tedesco in particolare sembra affetto da una depressione cronica che lo porta a fare il semplice compitino senza mai prendere una nota. Dopo aver messo ad Hamilton il bastone tra le ruote, bucandogliene letteralmente una a Spa, nella passata stagione, Rosberg non ha più dato segni di vita, alzando puntualmente bandiera bianca oppure sperando in qualche regalo dai box.
Räikkönen, dopo essere stato asfaltato da Alonso nello scorso campionato, non ha minimamente cambiato rapporto anche con il nuovo compagno di squadra, quel Vettel che riesce a partire ventesimo e arrivare a soli quattro secondi dal finlandese, dandoci dentro come un matto e rimpiangendo una mancata Safety Car che avrebbe potuto teletrasportarlo anche sul podio.
Insomma, i ruoli nelle coppie sono ormai più che delineati, il ballo di fine anno è stata l’ennesima conferma, e come ogni ballo che si rispetti anche questo ha avuto la sua cenerentola, pronta a rincasare allo scoccare della mezzanotte: Fernando Alonso. Sei gare, quattro ritiri, zero punti sono numeri tristi per un due volte campione del mondo, costretto in Canada, nonostante i gettoni utilizzati per migliorare l’affidabilità, a rientrare anticipatamente ai box per la terza volta consecutiva; un’abitudine che lo porta a calzare le scarpette di cristallo fino a quando la sua monoposto non decide che sia giunta la mezzanotte. Peccato, perchè Nando meriterebbe di ballare sempre fino alla fine.