Un Genoa momentaneamente al quinto posto, a soli quattro punti dal Napoli e che potrebbe finire la stagione a non più di dieci lunghezze dalla zona Champions League. Un’annata sopra le righe che, ancora una volta, conferma come il binomio Grifo-Gasperini funzioni decisamente bene.
Anche ieri sera, in un Marassi carico a mille e desideroso di ringraziare la squadra per la bella stagione vissuta, i rossoblù hanno preteso il consueto tributo di sangue all’Inter, consueto perché al Ferraris erano già cadute Juventus, Milan e Lazio e, tra tutte le compagini che precedono il Genoa in classifica, solo il Napoli (in modo rocambolesco) e la Roma hanno saputo espugnare il fortino del Vecchio Balordo. Insomma, un Genoa che quest’anno ha fatto sognare e che pare non avere alcuna intenzione di congedarsi dal campionato in malo modo e che sogna di superare quota sessanta punti.
E gran parte del merito per la stagione che stanno facendo i rossoblù è senz’altro di Gasperini perché il tecnico di Grugliasco ha saputo mettere insieme una squadra che funziona benissimo fin dall’inizio del campionato, trovando un ruolo adatto alle caratteristiche di ogni giocatore della rosa, comunque schierata secondo il suo caratteristico 3-4-3. Fatto non scontato quando il presidente si chiama Enrico Preziosi e ha l’abitudine di fare e disfare la squadra ogni sei mesi, tendenzialmente seguendo più i dettami del mercato che non le esigenze tecniche. Per dirne una, anche quest’anno il numero uno del più antico club italiano ha cambiato la coppia di centravanti a gennaio, cedendo Matri e Pinilla per portarsi a casa Pavoletti (scommessa non vinta, di più), Borriello (che a Genova ha fatto le cose migliori della sua carriera e comunque ha un legame saldissimo con la tifoseria). A questi aggiungiamo pure Niang che, da oggetto più invalutabile che misterioso al Milan, è passato a sembrare un giocatore più che discreto con ampi margini di miglioramento e un futuro importante davanti a sé.
L’altra faccia della medaglia, però, quella triste, è che molto probabilmente tutti questi sforzi da parte del Gasp e dei suoi ragazzi – con tutta probabilità – non condurranno affatto al premio che pure il collettivo genovese meriterebbe. Del resto è storia degli ultimi giorni: allo stato attuale delle cose, il Genoa non potrà partecipare all’Europa League nonostante la sua posizione di classifica dica il contrario.
Uno smacco e un premio che al 99% mancato per un gruppo che, a metà con la Sampdoria (per quanto magari questo appunto possa non far piacere ai tifosi genoani), ha riportato in un posto di prestigio la piazza di Genova agli occhi di tutti i tifosi italiani e che, ancor prima dei comunque commoventi tifosi, la squadra merita per il tipo di calcio che ha mostrato quest’anno, specialmente da metà campo in su.
Va però sottolineato che, pur avendo una speranza così sottile da risultare quasi inesistente di partecipare alle coppe europee, il Genoa non ha mollato né vuole mollare e, francamente, forse è proprio questa rinuncia ad arrendersi che costringe a togliersi il cappello di fronte alla compagine rossoblù. Sperando che, però, l’anno prossimo il sogno infranto del Genoa si trasformi in una solida realtà.