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L’Udinese scende in campo con il Castelfranco Calcio Femminile

L’Udinese ha deciso di scendere in campo a favore del calcio femminile: domenica 24 maggio Di Natale e compagni scenderanno in campo indossando una maglia a metà, metà a strisce bianche e nere e metà gialloblu, i colori del Castelfranco Calcio Femminile. Non solo: poco prima del calcio di inizio le ragazze del Castelfranco faranno il loro ingresso a bordo campo srotolando uno striscione che recita “Viva il calcio femminile!”.

L’iniziativa, targata Dacia Sponsor Day-The Split, sarà un vero e proprio omaggio alle donne del calcio e una risposta che la società friulana ha deciso di fare dopo le polemiche che sono nate nei giorni scorsi intorno ai finanziamenti al calcio femminile che hanno portato alle dimissioni di Felice Belloli.

Il mondo del calcio femminile sta conoscendo un vero e proprio boom, con un aumento di oltre il 70% delle praticanti e con oltre 11.000 ragazze che ogni fine settimana indossando una maglia di calcio e scendono in campo: nonostante questo il calcio in rosa sta ancora faticando a trovare una sua dimensione e Dacia ha deciso di offrire a queste ragazze un palcoscenico d’eccezione come il Friuli per farsi sentire e rimarcare il fatto che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, il calcio femminile resta confinato ancora all’ambito dilettantistico. Chiare in questo senso le parole del direttore generale del Castelfranco Calcio Femminile Francesca Saponetta: “Gli allenamenti iniziano quando finisce la giornata lavorativa, così si torna a casa tardi e la cena slitta sempre dopo le 22: a spingerci è la passione, ma anche l’idea che senza di noi molte bambine non avrebbero avuto la possibilità di fare del calcio il proprio sport. I problemi sono tanti, dal trasporto in occasione delle trasferte, ai materiali per l’allenamento, all’affitto che paghiamo per usufruire del campo sportivo. A tutte queste spese facciamo fronte grazie a piccoli aiuti che provengono da sponsor locali, quote associative, cene sociali, la vendita di piccoli gadget, spille, foto, organizzando feste e attraverso contributi diretti dei dirigenti che si autotassano. Nessuna della squadra viene stipendiata e solo quando c’è una leggera disponibilità economica è previsto un piccolo rimborso spese, specialmente in occasione delle trasferte. Tutto questo comporta impegno e sacrifici ma non possiamo evitarli se vogliamo continuare a esistere e tornare un giorno in Serie A”.