Houston Rockets, Golden State Warriors, Atlanta Hawks, Cleveland Cavaliers. Tra queste quattro squadre si nasconde la prossima franchigia che alzerà il Larry O’Brien Trophy: i playoff hanno regalato molte emozioni sino adesso, dall’eliminazione degli Spurs per mano dei Clippers passando per l’incredibile finale di serie proprio tra la squadra di Chris Paul e quella di James Harden. Sotto 3-1 nella serie, i “razzi” hanno ribaltato l’esito con una rimonta storica, soprattutto considerando che a dodici minuti dalla fine di gara 6 rincorrevano di quasi venti punti. Il break decisivo, tra l’altro, è stato realizzato con Harden in panchina, sintomo che McHale – nonostante le tante critiche – ha la personalità giusta per provare a contrastare i Warriors, facendosi pochi problemi a panchinare la stella della squadra.
L’impressione è che la serie, almeno ad Ovest, sia completamente in mano agli Splash Brothers, ossia Curry e Thompson. Qualora dovessero disputare una finale di conference normale, a quel punto Houston avrebbe una minima chance di passare, magari provando a cavalcare Howard in attacco, coinvolgendolo in qualche gioco a due con Harden. Un fattore potrebbe essere anche Beverley, difensivamente l’unico in grado di tenere l’MVP, ma è inevitabile che qualora dovesse rientrare la sua condizione fisica sarebbe molto più che un’incognita. E a questo livello non te lo puoi permettere. Non dimentichiamoci, poi, del fattore Draymond Green: uno che può incendiare le partite al pari di Curry, solo che a differenza del #30 lo può fare anche nella metà campo difensiva. Magari non urlerà “First team all-defense” come Tony Allen, ma la personalità e le sue doti atletiche sono fondamentali nello scacchiere di Kerr.
Dall’altra parte dell’America, invece, c’è sostanzialmente un LeBron James contro tutti. Il #23 è anima e cuore dei Cavaliers, ma soprattutto è l’unico in grado di vincere da solo una partita: Irving e Smith, da questo punto di vista, dipendono molto da lui perché se James è in palla offensivamente, allora inevitabilmente si aprono spazi per i tanti tiratori di Cleveland. E pazienza se Kevin Love, sulla carta uno dei Big Three della franchigia dell’Ohio, non sarà coinvolto in questa serie: paradossalmente potrebbe essere quasi un vantaggio perché in questo modo Blatt può schierare un quintetto in grado di arginare l’eccellente circolazione di palla degli Hawks – punto di forza del coach Budenholzer, scuola Spurs – e il gioco spalle a canestro.
Sulla carta almeno sembra scontata la finale Golden State contro Cleveland, Curry contro LeBron James, Kerr contro Blatt. E proprio perché sembra già tutto o quasi apparecchiato per vedere queste due in finale, non è assolutamente detto che alla fine siano loro a combattere per l’anello: specie perché i Rockets hanno dimostrato di avere sette vite, a maggior ragione se Harden decidesse di elevarsi a Chef e iniziare a “cucinare” per davvero le partite.