Vavassori: “Cesarini attaccante ha più responsabilità”

Giovanni Vavassori ne ha viste tante dalla panchina, tutte uguali o poco differenti l’una dall’altra: ma come quella di ieri pomeriggio davvero poche, forse solo una. Era il maggio 2006 e il tecnico bergamasco allenava il Genoa retrocesso in Serie C. All’Arechi di Salerno c’erano 22mila persone, un pubblico da Serie A: la Salernitana si fece beffe dei rossoblù portandosi sul 2-0 grazie alla doppietta di Ferraro. Poi, a qualche secondo dal termine, Stellini mise in rete un rigore discutissimo rimandando tutto al ritorno al Ferraris: davanti a 30mila persone il Genoa conquistò la finale contro il Monza.

Se Stellini non avesse trasformato quel rigore, Vavassori avrebbe una promozione in meno e molte meno lodi provenire (ancora oggi) da Genova. A Pavia c’è chi spera in un secondo miracolo. Il primo passo, però, è stato fatto: un punto serviva e un punto è arrivato, con tanta tanta sofferenza. “Per avere un domani bisogna fare oggi: la partita non si è messa bene ma i ragazzi sono riusciti a rimediare meritatamente. Nella mia carriera mi sono capitati due rigori contro, mai due a favore: li abbiamo sbagliati e speriamo sia di buon auspicio per il futuro. Dobbiamo sempre pensare a risolvere da soli i nostri problemi e non aspettare l’aiuto degli altri: il Vicenza è una buona squadra, ben organizzata che giocava con leggerezza mentale. Non era semplice pareggiare“.

Cesarini poteva essere il giocatore che più di tutti poteva pagare il cambio di modulo, dal 3-4-1-2 a 4-4-2, essendo uno che non dà punti di riferimento, invece il trequartista spezzino ha sorpreso tutti: “Per le sue caratteristiche può fare la differenza e in quella zona aveva un pò più di responsabilità oggi: l’ha retta bene ma bisogna dare sempre il meglio, indipendentemente dal risultato della gara. Guai a ragionare al passato, sempre al presente, posso farlo e lo faccio“. Infine una battuta sul ritorno in panchina cinque anni dopo l’ultima esperienza a Verona: “Ho sentito la mancanza perchè questo è un lavoro che dà molte emozioni: la mattina penso ci si debba alzare senza avere di fronte una giornata piatta, oggi non lo è stata“.