117 anni fa il Genoa vinse il primo scudetto italiano

Lo spazio dentro a lor quattro contenne 
un carro, in su due rote, triunfale, 
ch’al collo d’un grifon tirato venne“.

Le parole sono quelle del Sommo Poeta tratte dal ventinovesimo canto del Purgatorio. Nel paradiso terrestre, Dante e Metelda risalgono il fiume Lete prima d’essere abbagliati dalla luce celeste del fulgore che anticipa la processione delle tre tre virtù teologali. Il carro trainato dal Grifone è maestoso per imponenza, tanto da fare invidia ad Helios e all’antica Roma, poiché non ne ha mai avuto uno così bello sul quale celebrare i trionfi imperiali.

Già, il Grifone. Un simbolo usato anche da quegli inglesi che il 7 settembre 1893 vergarono, presso il consolato di via Palestro 10 a Genova, l’atto costitutivo del Genoa Athletic Club. Il football era preso in considerazione solo dopo il cricket e il waterpolo, da come si può intuire nella ragione sociale: ma sir Payton e compagni fondarono inconsapevolmente il primo club di calcio destinato a scriverne la storia assieme ad altri pochi eletti.

Aiutati dal dottor James Spensley, i consoli della Regina Vittoria intuirono ben presto che il vero sport del popolo era il football: con l’apertura del canale di Suez gli equipaggi delle navi che facevano scalo al porto di Genova si rilassavano tirando due calci a un pallone. Sì, ma dove? Ci voleva un campo e presto il Genoa ottenne la concessione dell’impianto di Piazza d’Armi del Campasso a Sampierdarena, per poi accasarsi definitivamente in città a Ponte Carrega, zona Marassi.

Il Genoa aveva tutto, anche gli avversari: a Torino persino quattro, la gioventù del liceo D’Azeglio (meglio nota col gentilizio Juventus), la Società Ginnastica Torino del cavalier Bertoni, l’Internazionale Torino e il Foot Ball Club Torinese nato per volontà del Marchese Ferrero; ad Alessandria i grigi dell’Unione Pro Sport mentre da Bolzaneto si stagliava la figura dell’Associazione del Calcio Ligure. Tutto era pronto per il primo campionato ufficiale.

Lo scudetto fu assegnato in un pomeriggio, mica in trentotto giornate, tra le migliori quattro squadre: spattori presenti, cento circa. Dalle cronache del tempo trasuda un’atmosfera da “garden party” tipica degli eventi sportivi britanni. L’Internazionale Torino battè 1-0 il Foot Ball Club nella semifinale in programma alle 9 dell’otto maggio 1898, mentre il Genoa superò 2-0 la Ginnastica Torino. La finale, come direbbe un abile menestrello delle storie di calcio, è “agonica“.

Riprendiamo le parole di un giornalismo che non esiste più dall’articolo apparso sulla Gazzetta il 13 maggio: “Viva e accanita fu la lotta d’ambo le parti. Dopo due ore di gioco le due società si trovavano ad avere un punto pari così che si dovette prolungare la partita per altri venti minuti. I genovesi, quantunque si trovassero con un bravo giocatore fuori combattimento in causa d’una caduta, riuscirono a vincere con un altro punto conquistando la coppa di campionato italiano. L’onore dell’ultimo punto spetta al socio Leaver“. 2-1, il Genoa è il primo campione d’Italia.

Baird; De Galleani, Spensley; Ghiglione, Pasteur, Ghigliotti; Leaver, Bocciardo, Dapples, Bertollo, Le Pelley. Fu il 2-3-5 che immortalò per sempre il Grifone nella storia del calcio.