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MP Istantanee presenta… Norman Whiteside, talento precoce e sfortunato

Nei primi anni Ottanta irruppe nel calcio inglese un giovanissimo attaccante nordirlandese. Le origini comuni e la maglia del Manchester United sembrarono accostarlo al grande George Best. Ma purtroppo non andò così, a causa di un fisico dispettoso. Questa è la storia di Norman Whiteside, che fra poco spegnerà le sue prime 50 candeline.

I primi anni

Nato a Belfast (Irlanda del Nord) il 7 maggio 1965 in una famiglia umile ed in ristrettezze economiche, Norman è un ragazzo che ha il calcio nel sangue, cresce velocemente e la sua statura arriva al metro e 88. Con il pallone ci sa fare, eccome: è ancora giovanissimo quando, durante un soggiorno negli Stati Uniti, gli viene comunicato l’interesse nientemeno che del Manchester United.

Red Devil

La sua ascesa è rapidissima. Attaccante dalle lunghe leve e dalla ottima tecnica, Whiteside cade però purtroppo nella trappola della malasorte già a 15 anni d’età: alcune problematiche all’inguine ed al ginocchio destro diventano croniche, in tempi in cui non esiste la moderna chirurgia. In un giovane calciatore sulla via del successo non è il massimo della vita, oltretutto se deve adattare il suo stile di gioco ai guai fisici. Ad ogni modo Whiteside debutta con il Manchester United il 24 aprile 1982 contro il Brighton, due settimane prima del suo 17° compleanno. Batte il record di Duncan Edwards quale più giovane esordiente del club.

Spagna ’82

Nonostante disputi solo due gare ufficiali con i Red Devils, viene convocato dal Commissario Tecnico nordirlandese Billy Bingham per la fase finale del Campionato del Mondo 1982. Debuttando contro la Jugoslavia a Saragozza coglie altri due record di precocità: sia in Nazionale che nella storia dei Mondiali, primati ancora imbattuti. E’ il 17 giugno 1982. Norman Whiteside ha in quel momento 17 anni e 41 giorni. L’Irlanda del Nord sfiora le semifinali ed il giovane talento si mette in mostra non solo per l’aspetto anagrafico.

Al Mondiale 1982
Al Mondiale 1982

 

 

 

 

 

 

 

 

Momenti importanti

Nel 1983 il Manchester United accetta la proposta del Milan, che offre un milione e mezzo di sterline per acquistare Whiteside. Gli stessi Red Devils gli offrono un consistente bonus per accettare il trasferimento: il giocatore tuttavia rifiuta, convinto di imporsi all’Old Trafford. Negli anni seguenti si guadagna un posto da titolare nei Diavoli Rossi, convivendo con gli acciacchi ma portando avanti la propria carriera. Vince due volte la FA Cup nel 1983 e nel 1985, più il trionfo in Charity Shield sempre nel 1985. Nella seconda vittoria in FA Cup è protagonista della rete decisiva contro l’Everton, peraltro di pregevole fattura. Forte di un fortunato momento, Whiteside rinegozia con successo il prolungamento del contratto. Durante le eliminatorie iridate per Messico ’86 realizza tre reti e prende parte al suo secondo Mondiale a soli 21 anni.

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Con il Manchester United

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sempre più a fatica

In quel Manchester United, tutt’altro che stellare, arriva Alex Ferguson. E’ il novembre 1986. Il tecnico scozzese, che diventerà una leggenda del calcio mondiale, censura alcuni episodi “ad alto tasso alcolico” che coinvolgono la squadra e Whiteside tra i principali protagonisti. Il nordirlandese, tra alti e bassi di rendimento, si infortuna un’altra volta nella stagione 1987-88: si rompe il tendine d’Achille. Una volta ristabilitosi e sull’onda di qualche buona prestazione, ha l’idea poco simpatica di pretendere un contratto migliore – che il club non ha intenzione di accordargli – e richiede il trasferimento. Considerando che il club lo aveva sempre sostenuto nella tribolata carriera costellata di guai fisici, perde credibilità anche agli occhi dei tifosi, di cui era diventato un beniamino.

Declino

Il Manchester United rifiuta l’offerta degli spagnoli dell’Osasuna e dello Sheffield Wednesday, accettando infine la proposta dell’Everton. Whiteside ha solo 24 anni e un’ottima esperienza internazionale in valigia. I persistenti problemi fisici scoraggiano club di alto livello, in pochissimi vogliono investire su di lui. Il capolinea è ormai vicino. Grazie all’accordo con l’Everton il giocatore nordirlandese strappa un contratto molto vantaggioso e la prima stagione la gioca su buoni livelli. Però la sfortuna è in agguato: nel settembre 1990 viene nuovamente operato al ginocchio destro. Rientra per un breve periodo nella squadra riserve, ma ormai il tempo è scaduto. Norman Whiteside annuncia il ritiro a soli 26 anni. Con la moderna chirurgia ortopedica, la sua storia avrebbe sicuramente preso un’altra strada. Nel 1992 viene organizzato per lui un testimonial match tra Manchester United ed Everton. Le sue statistiche di club parlano di 315 presenze ed 81 reti. In Nazionale 38 gettoni con 9 gol all’attivo.

Il dopo calcio

Terminata la carriera agonistica, Norman Whiteside porta avanti gli studi in Podiatria all’Università di Salford. Nella veste di fisioterapista/assistant manager collabora con il Northwich Victoria tra l’ottobre 1992 ed il marzo 1993. Decide di non allenare, nonostante i corsi seguiti quando era ancora un giocatore. Dal 1994 rientra al Manchester United, nella sezione ospitalità dell’Old Trafford. Si cimenta anche come commentatore. Nel 2003 pubblica un libro: “My Memories of Manchester United”. Quattro anni dopo, con la collaborazione dello scrittore Rob Bagchi, dà alle stampe la sua autobiografia “Determined”.

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