Il GP di Spagna nella storia: quando il tempo è prezioso

Fra poche ore Montmeló, a una ventina di chilometri da Barcellona, si trasformerà nell’epicentro della Formula 1. In questo fine settimana, infatti, il circuito di Catalogna farà da scenario alla quinta gara della stagione, la prima in Europa, dopo Australia, Malaysia, Cina e Baharain.

L’autodromo venne costruito in occasione delle Olimpiadi, nel 1992, ma la storia degli sport automobilistici in Spagna è molto più antica. La prima contesa motoristica risale al 1913 e, negli anni successivi, la penisola iberica divenne una tappa abituale per i campionati riservati ai costruttori prima e ai piloti poi. La Guerra Civile e la Seconda guerra mondiale, a cui la spagna assistette senza parteciparvi, obbligarono a una pauso durata fino al 1951. In quell’anno Pedralbes, tracciato cittadino di Barcellona, accolse la prima competizione post-bellica, segnando una delle prime aperture del regime franchista verso l’estero.

La rivalità fra Madrid e Barcellona sembrò prolungarsi anche nella Formula 1. Dalla fine degli anni ’60 il calendario alternò curiosamente la presenza delle due città: alla prima, sede del circuito del Jarama, a San German de los Reyes, toccarono 9 gare, mentre alla seconda,sull’asfalto del Montjuïc, 4. Nel 1986 si decise di spostare il Gran Premio in Andalusia, a Jerez de la Frontera, che ospitò sette volte la Formula 1: cinque Gran Premi di Spagna, fino al 1990, e, dopo la creazione di Montmeló, due Gran Premi d’Europa, nel 1990 e nel 1994.

L’albo d’oro di Jerez riporta sulla prima pagina il nome di Ayrton Senna. Il brasiliano, dopo un palpitante duello con Nigel Mansell su Williams, portò la sua Lotus in trionfo. La sinossi della gara è racchiusa in un semplice numero: 014, ovvero i secondi che sul traguardo marcarono il confine fra il primo e il secondo classificato. Il campione verdeoro, alla guida di una vettura inferiore, riuscì a difendersi dagli attacchi del rivale: il Leone, ruggendo tutta la potenza dei suoi motori, non riuscì a sopravanzarlo in nessun modo.

I numeri tornarono protagonisti, nel 1997, quando, a conclusione delle qualifiche, ben tre piloti bloccarono il cronometro sullo stesso tempo, 1.21.072. I due contendenti per il titolo, Michael Shumacher e Jacques Villeneuve e il compagno di quest’ultimo sulla Williams, Heinz Harald Frentzen, risultarono in pole position, a pari merito fra lo stupore del pubblico. L’immagine simbolo della gara, vinta dal canadese poi laureatosi Campione del Mondo, fu però il contatto fra quest’ultimo e il campione tedesco della Ferrari. Le polemiche portarono la FIA, che inizialmente aveva derubricato la circostanza a “Normale incidente di gara”, a privare Schumacher del secondo posto nella classifica piloti, senza intaccare i punti della casa di Maranello nella classifica costruttori.

Se a Jerez il tedesco visse uno dei momenti più bui e travagliati della sua carriera, a Montmeló festeggiò ben pole position e 6 vittorie: un record difficilmente battibile. Ottenne la prima su una Benetton nel 1995, per replicare l’anno successivo sulla Ferrari, fino al poker, sempre sulla Rossa ,dal 2001 al 2004. Dati che testimoniano la padronanza del circuito di chi, fra quelle curve e quei rettilinei che sapevano esaltare il suo talento, pareva guidare come su un circuito casalingo.

Da allora, sul podio si sono avvicendati diversi piloti, con il solo Fernando Alonso capace di primeggiare per due volte: nel 2006, su Renault e nel 2013, alla sua ultima vittoria con la Ferrari. Fra i vari nomi spicca però quello di Pastor Maldonando, nel 2012.Il venezuelano, alla guida di una sorprendente Williams, sopravanzò proprio Fernando Alonso e potè godersi la bandiera a scacchi al termine di una gara corsa quasi ai limiti della perfezione.

L’anno scorso Lewis Hamilton, su Mercedes, dominò dalle qualifiche fino all’ultimo giro, mostrando una superiorità a tratti imbarazzante. La scuderia tedesca si sta dimostrando ancora la vettura più competitiva e per questo il Campione in carica tenterà di replicare. La Ferrari però, forte della crescita costante palesata fin dai test invernali, insidierà fino all’ultimo questo proposito. La storia del Gran Premio di Spagna è pronta ad arricchirsi di un nuovo capitolo.