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Mondo A-League: il calcio dei playoff e il derby di Melbourne

Il calcio dei playoff, si  sa, è tutta un’altra cosa. A volte cambiano i ritmi, mentre in certi casi la posta in palio è così alta da bloccare le gambe dei calciatori, togliendo loro una spensieratezza vissuta magari dalla prima all’ultima giornata di stagione regolare. Come capita in molte delle gare decisive delle grandi manifestazioni internazionali estive, nei playoff della A-League l’idea di dentro-fuori condiziona il gioco, senza mezze misure: o “saltano gli schemi”, o essi rallentano, con conseguente guadagno o perdita di spettacolo. Per quanto agli occhi di noi calciofili europei la cosa possa sembrare strana, in altri lidi (e in altre discipline) la postseason è una cosa normale: sono fattore campo e posizione in griglia a rendere pesante il rendimento avuto nelle normali giornate di campionato, ma lo spazio per le sorprese c’è tutto, nel bene come nel male.

Ecco che diventa interessante, in questo contesto, rivivere il primo turno dei playoff australiani 2014-2015. Fuori da Brisbane e Sydney, culle delle recenti squadre di successo della A-League, il primo turno ha trovato casa a Wellington e in quel di Adelaide, in Nuova Zelanda come nell’Australia Meridionale, dove venerdì lo United ospitava i Brisbane Roar campioni d’Australia eppure stanchi, reduci da una stagione deludente quanto usurante, in patria come in Champions League: il 2-1 dell’Adelaide Oval – abituale sede di cricket e football australiano, ma dimora dei Reds nelle occasioni speciali – chiude il cerchio sull’annus horribilis dei campioni in carica, che ai playoff ci erano andati solo per i guai extra campo di Perth, e che dall’Asia sono usciti subito dopo, per via del terzo posto nel gruppo G, frutto di 2 successi, 1 pareggio e 3 sconfitte. Conferma il suo buon momento invece Adelaide, che la sua stagione l’ha già resa magica con la vittoria della prima FFA Cup della storia ma che di fermarsi non ha nessuna intenzione: la trasferta di Sydney è insidiosa ma le capacità ci sono.

Dall’altra parte del tabellone, niente da fare per Wellington, che ha visto sfumare il sogno di un titolo firmato kiwi: lo 0-2 del Westpac Stadium conferma le fatiche recenti dei neozelandesi, lontani parenti del gruppo ammirato in gran parte della stagione regolare. La partita è stata bruttina (ritmi bassissimi, a differenza di quelli forsennati e irrazionali dell’Oval), accesa da Josh Kennedy nel grigiore generale: da lì all’autogol del portiere Glen Moss il passo è stato breve e s’è chiuso il sipario, davanti a poco più di 10 mila spettatori (numeri comunque di tutto rispetto per il calcio da queste parti), su una stagione di alto livello, finita soltanto troppo presto. La speranza, per il bene del movimento dell’Oceania tutta – in scia anche con le gesta di Auckland nel recente Mondiale per Club – che questo approdo ai playoff sia solo l’inizio di un ciclo vincente dell’unica franchigia professionistica del calcio della Nuova Zelanda: il nome di Ernie Merrick da questo punto di vista è una garanzia. Missione compiuta per il City, chiamato ora al derby dell’Etihad Stadium. Forse il più importante di sempre, certo una tappa importante nel processo di crescita di una squadra a inizio campionato disperata per la partenza immediata di David Villa ma capace, giornata dopo giornata, di costruirsi una sua identità e guadagnarsi la semifinale.

Hyundai A-League – Primo turno playoff

Adelaide United-Brisbane Roar 2-1
Wellington Phoenix-Melbourne City 0-2

Semifinali – 8/9 maggio

Melbourne Victory-Melbourne City 
Sydney FC-Adelaide United