MondoPallone Racconta… Genoa tricolore, nonostante la Prima Guerra Mondiale
Cento anni fa, il campionato italiano di calcio 1914-15 venne interrotto a causa del primo conflitto mondiale. Il nostro Paese entrò in guerra e praticamente tutti gli atleti furono costretti ad imbracciare le armi. Molti di loro, purtroppo, persero la vita al fronte. Senza sapere, in alcuni casi, di essere diventati Campioni d’Italia. Al Genoa, infatti, venne riconosciuto il titolo solo alla ripresa dell’attività sportiva dopo la fine del conflitto. Ripercorriamo le vicende di quella squadra e dei suoi protagonisti.
La decisione del Parlamento
Il 20 maggio 1915, il Parlamento italiano accordò totale autonomia al governo, allo scopo di ufficializzare l’ingresso nella prima guerra mondiale. Due giorni dopo, il 22 maggio, venne proclamata la mobilitazione generale per tutti i cittadini. Fu in quel momento che la Federazione Italiana Giuoco Calcio decise immediatamente di interrompere le attività: domenica 23 maggio, prima del calcio d’inizio delle gare, gli arbitri lessero a calciatori e tesserati il comunicato ufficiale della FIGC. All’epoca non esistevano ovviamente i mezzi odierni di comunicazione e così quello fu l’unico modo per far sapere al mondo del calcio quell’importante decisione.
Polemiche roventi
La decisione federale fu da subito contestata vivacemente: l’interruzione del campionato arrivò proprio prima dell’ultima giornata del girone finale. Non esistendo alcuna necessità impellente tale da far chiudere i tornei ad appena 90 minuti dal termine, sembrò a tutti un provvedimento quantomeno assurdo. Tra i principali contestatori, pur mantenendo toni pacati, ci furono il Genoa ed il Torino, occupanti le prime due posizioni del Campionato Centro-Nord. Oltretutto, tutte le combinazioni possibili di risultati avrebbero potuto rimettere in corsa per il titolo anche l’Inter. Inoltre, si sarebbe dovuta disputare anche la finalissima nazionale con la vincitrice del girone Centro-Sud. Ma ormai, eventi di ben altra portata ebbero il sopravvento: quella stessa domenica 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria. La Federazione stabilì che il torneo sarebbe stato ultimato al termine delle ostilità, che si pensava sarebbero durate poco tempo.
Ripresa dell’attività
Come la Storia ha tramandato ai posteri, la Prima Guerra Mondiale non fu certo breve: terminò infatti nel novembre 1918 e aveva preteso un terribile tributo di sangue dalla nostra penisola. L’anno dopo la Federazione decise di riprendere le attività sportive, organizzando il Campionato 1919-20. Quattro anni prima il torneo non era stato ultimato, come detto, ed il titolo restava vacante. Essendo cambiato tutto e considerando che diversi protagonisti di allora erano deceduti, fu ritenuto inutile disputare le ultime gare del 1915. Prima dell’inizio del primo campionato post-bellico (secondo alcune fonti ciò avvenne invece nel 1921) fu convalidata la classifica di allora, con il Genoa dichiarato ufficialmente Campione d’Italia per la settima volta nella sua storia. Considerando che esisteva anche il Girone Centro-Sud, una decisione quantomeno discutibile ed iniqua.
Grifoni campioni
In quella stagione, il Genoa guidato da William Garbutt ingaggiò i nazionali Berardo e Mattea, provenienti dalla Pro Vercelli. Operazione di mercato accompagnata da grandi polemiche: la Federazione considerò i trasferimenti alla stregua di contratti professionistici, pratica allora vietata. La FIGC squalificò il campo di Marassi e comminò una multa al Genoa, con Mattea che alla fine decise di rimanere alla Pro Vercelli. L’esordio in quel campionato, datato 4 ottobre 1914, vide i liguri trionfare contro l’Acqui addirittura per 16-0: tuttora rimane la vittoria in trasferta più pesante della storia del calcio italiano. Due giocatori genoani, Adolfo Gnecco e Claudio Casanova, non seppero mai del titolo nazionale perché periti a causa della guerra. In quella stagione, il Genoa disputò 21 partite, vincendone ben 17 e pareggiandone una. Impressionante lo score di 99 reti segnate e 21 subìte.
Gli uomini di Garbutt
Questa la formazione-tipo (tra parentesi, presenze e reti in quel campionato):
Rolla (11), Casanova (21), De Vecchi (20, 4), Pella (13), Magni (18, 2), Leale (19), Walsingham (18, 7), Berardo (10, 6), Sardi (20, 10), Santamaria (20, 26), Mariani (20, 3).
Altri giocatori:
Barabino (2), Benvenuto (13, 3), Bergamino (3, 1), Costa (0), Davanzelli (1), Ferrari (2), Gnecco (5), Herrmann (1, 1), Lissoni (5), Magnano (2), Maineri (1), Sedino (1), Traverso (5, 1).