Home » Mondo A-League, 27/a giornata: regular season in archivio, è tempo di playoff

È finita la stagione regolare della A-League 2014-2015. Dopo ventisette giornate (ogni squadra sfidava tre volte ognuna delle altre) interrotte dalla pausa per la Coppa d’Asia, sappiamo finalmente i nomi di chi si andrà a giocare i playoff per il titolo.

Su dieci club professionistici, i primi 6 giocheranno le “Finals”, col giallo dell’assenza di Perth per lo sforamento del tetto salariale; le sfortune della franchigia dell’Australia Occidentale hanno riabilitato e rilanciato Brisbane, campione in carica eppure in crisi rispetto agli anni recenti. Malissimo seconda e terza forza del campionato scorso: Western Sydney e Central Coast hanno chiuso lontanissimo dai playoff, coi detentori della Champions League penultimi, a 1 solo punto dal cucchiaio di legno (Newcastle).

È stato un campionato caldo (giocato in gran parte d’estate), tirato e condizionato dalla Coppa d’Asia su territorio australiano. Se è vero che pochi dei Socceroos laureatisi campioni continentali militano effettivamente in patria, non sempre è stato facile programmare carichi di lavoro e allenamenti. Qualche volta il mese di calcio internazionale s’è fatto sentire (Tomi Juric), altre volte gli impegni di AFC Champions League sono andati a condizionare una stagione intera. Di fatto i Wanderers non si sono fermati mai, mentre Brisbane ha patito la partenza di Berisha, nella più classica delle annate di transizione. A 10 anni dalla fondazione della lega più importante della storia del calcio australiani, la nascita della FFA Cup, sul modello della FA Cup inglese e della Coupe de France, ha riallacciato il calcio del ventunesimo secolo con quello dei pionieri di un tempo, degli immigrati europei che trovavano nella palla rotonda un modo per continuare a sentirsi a casa. Nello scontro-incontro tra le franchigie professionistiche e i team locali (tenuti su da pro e semipro), il calcio australiano è entrato in una macchina del tempo che ha unito, simbolicamente, Johnny Warren a Tim Cahill, concedendo all’Adelaide United l’onore del primo trofeo.

Gli stessi Reds, terzi alla fine, cercheranno nei playoff la doppietta, la prima nella storia di questa lega: se la terza piazza li obbligherà a giocare lo spareggio preliminare, non c’è da sottovalutare il vantaggio del fattore campo nei confronti dei Roar, che dalla loro hanno l’esperienza. Dall’altra parte del tabellone Wellington, a lungo lanciatissima e seriamente in corsa per la Minor Premiership (andata ai Melbourne Victory, già sicuri di giocare la Champions League 2016), attenderà l’arrivo in Nuova Zelanda del City, promossa già al primo anno del cambio di nome, stemma e colori sociali. Chi supererà il preliminare, secco e a eliminazione diretta, troverà Victory e Sydney FC, a questo punto favorite. Gli SkyBlues hanno chiuso con 11 punti in più del 2013-2014, nell’anno del dopo Del Piero: la dimostrazione che gruppo e progetto tecnico aiutano a rimpiazzare anche le partenze più pesanti.

La fase a eliminazione diretta, fatto strano per noi calciofili europei ma perfettamente normale per gli sport australiani, scatta venerdì e domenica: tra l’Adelaide Oval e il Westpac Stadium (Wellington) si decide una bella fetta di stagione. Il consiglio è quello di restare sintonizzati: ne vedremo delle belle, senza possibilità d’appello.

Hyundai A-League – Ultima giornata

Brisbane Roar-Newcastle Jets 2-1
Western Sydney Wanderers-Perth Glory 1-2
Adelaide United-Melbourne City 4-1
Wellington Phoenix-Sydney FC 1-2
Melbourne Victory-Central Coast Mariners 3-1

CLASSIFICA: Melbourne Victory 53, Sydney FC 50, Adelaide, Wellington 46, Melbourne City 35, Brisbane 34, Perth 50*, Central Coast 23, Western Sydney 18, Newcastle 17

*Perth esclusa dai playoff per “sforamento del tetto salariale”. 

Playoff – Finali eliminatorie

Adelaide United-Brisbane Roar
Adelaide Oval, Adelaide (South Australia)
Venerdì 1 maggio

Wellington Phoenix-Melbourne City
Westpac Stadium, Wellington (Nuova Zelanda)
Domenica 3 maggio