Udinese, Stramaccioni: “Col Milan è una gara difficile, ma vogliamo interpretarla nel migliore dei modi”
Aria di vigilia in casa Udinese in vista dell’impegno contro il Milan e, infatti, il tecnico dei friulani Andrea Stramaccioni ha parlato così della difficile gara che aspetta i suoi ragazzi:
“Che gara sarà quella con il Milan? Queste sono gare che possono farti tirare fuori quel qualcosa in più. Sarà una partita difficile, ma vogliamo interpretarla nel migliore dei modi. Meglio affrontare il Milan in casa o il Parma in trasferta? Da un punto di vista qualitativo loro ci sono superiori, ma dobbiamo mettere in campo quelle caratteristiche che colmino il gap tra noi e loro. Servirà quindi una squadra compatta e difficile da affrontare. Questi sono gli ingredienti per una partita competitivamente valida e allora sarà una partita aperta a ogni risultato. Se la qualità del Milan preoccupa? Loro come peschi, peschi bene, perché dal centrocampo in su hanno fatto tantissimi acquisti, come Ménez, Bonaventura solo per citarne alcuni. Non dovremo mai avere un atteggiamento solamente difensivo, ma sempre pronti a sfruttare ogni loro minima distrazione, per tornare a fare risultato, che contro alcune grandi squadre non ci è mancato. Disturbato dalle voci di non conferma? Sono sempre molto concentrato sul mio lavoro. Sto dando il 100% da inizio stagione; l’obiettivo della salvezza lo stiamo centrando, senza avere mai rischiato veramente. Purtroppo abbiamo alternato prestazioni positive e negative. Questa settimana ho parlato a lungo del mio presidente, quindi è giusto che sia lui a pronunciarsi sul mio futuro. Ménez “falso nueve”? Credo che il Milan abbia dimostrato di poter giocare anche con Ménez da esterno, come a Palermo, gara decisa da un contropiede del francese. Con un centravanti di ruolo ti danno un riferimento in più. Con Ménez falso nove sono meno prevedibili, ma, a prescindere da questo, hanno una qualità seconda a pochi e possono mettere in difficoltà chiunque. Perchè questo gruppo non è continuo e sempre aggressivo? Abbiamo parlato tante volte di questo argomento. Questo gruppo deve crescere molto da questo punto di vista. La stessa formazione in due settimane a volte fa un’ottima prestazione e una pessima. Questo è condizionato dalla giovane età del gruppo, ma non vuole essere un alibi, piuttosto un punto su cui lavorare per eliminare questa incongruenze. Domani mi aspetto delle risposte sotto questo aspetto. Qual è stata la migliore Udinese? Io credo che l’identità più forte l’Udinese l’ha mostrata nelle 4 partite da Torino a Genoa, nonostante i 3 pareggi in queste quattro partite. Era soltanto 15 giorni fa e dobbiamo tornare a quel livello. L’aver abbassato la tensione può aver creato un calo ingiustificato. La gara di domani, più che per la classifica, rappresenta uno snodo importante per questa situazione. Se mi aspettavo le difficoltà? Mi erano state preannunciate alcune difficoltà in sede di costruzione di questa squadra. Quando giri pagina, può starci e lo sapevamo, anche vedendo momenti storici di alcuni ex allenatori dell’Udinese, decisamente più importanti di me. Questa stagione dobbiamo chiuderla alla grande e rappresenta una base di partenza per il futuro. Abbiamo ancora 7 partite e nell’immediato due gare che potrebbero essere un importante cartina tornasole. Io credo che la valorizzazione dei giocatori sia uno dei nostri punti fermi e sempre lo sarà. Credo che le frasi del presidente siano state più che giuste. Mi ha incitato a fare qualche esperimento in più. Sono molto equilibrato nelle valutazioni, perché spesso nelle valutazioni del singolo influisce la prestazione di squadra, ed è successo con Perica a Genova e Aguirre a Parma. Dobbiamo avere pazienza per dare giudizi con cognizione di causa. Quanto hanno influito gli infortuni? Sono valutazioni che rimanderei alla fine. A volte siamo rimasti corti in alcuni ruoli, ma non puoi rimpiangere le scelte di inizio stagione a fronte degli infortuni. La rosa era ampiamente soddisfacente. L’emergenza può capitare, ma non è un problema di programmazione. Siamo nella situazione, per esempio, di recuperare Domizzi per domani per non essere in emergenza nel pacchetto arretrato. Se i giovani vanno valutati giorno per giorno? Ovviamente sì, ma un margine di rischio bisogna considerarlo. Non si può mandare un giovane in campo solo quando hai la certezza che potrebbe non steccare la partita. Cito ancora il caso di Aguirre, che non ha fatto una brutta partita a Parma, secondo me, ma è stato coinvolto in una prestazione di squadra non all’altezza. Stessa cosa successa a Perica contro il Palermo, mentre a Genova era stato molto positivo. Noi cerchiamo sempre di individuare il momento migliore per l’esordio, tenendo quella piccola soglia di rischio. Nell’Udinese c’è anche una progettualità condivisa molto forte con i settori giovanili e in questo evitiamo un’esposizione prematura di giovani Primavera, per esempio. L’involuzione di Fernandes? Rimango sempre un estimatore di Bruno e non dimentico che è un classe 1994. Di quest’età in Serie A che fanno la differenza ce ne sono pochi, basti vedere il caso di Kovačić all’Inter, in lieve regressione. Parlo di lui perché è un ragazzo che conosco molto bene. L’Italia purtroppo non ti concede molto tempo. Bruno quest’anno ha giocato più dell’anno scorso, però va considerato che nella stagione precedente era una sorpresa e confermarsi è difficile. In alcune gare ha fatto la differenza e in altre no. In Inghilterra sarebbe normale, qui è un caso. Rientriamo di nuovo nel discorso del proteggere i giovani. Testa già all’Inter? Domani andrà in campo la migliore formazione possibile, ma terremo conto delle condizioni di chi non è al meglio. Quindi chi magari non sarà al 100% domani, potrebbe vedersi in campo martedì, ma senza fare troppi calcoli. È esente da questo discorso Domizzi, che tenteremo di recuperare a tutti costi e, se necessario, potrei chiedergli di stringere i denti”.