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MP Istantanee presenta… Károly Palotai, il calcio da due punti di vista

Ci sono stati diversi calciatori che, nella lunghissima storia del pallone, sono riusciti nell’impresa di essere prima giocatori e poi arbitri di buon livello. Una carriera particolare ed inusuale. Il più famoso ed apprezzato di questi è stato l’ungherese Károly Palotai: campione olimpico da atleta ed in seguito direttore di gara di fama internazionale.

Sul campo

Károly Palotai nasce a Békéscsaba (Ungheria) l’11 settembre 1935. Centrocampista di spiccate doti offensive, inizia la sua carriera nel 1953 con il Békéscsabai Előre, squadra della sua città natale. Tra il 1955 ed il 1956 milita nel Győri Vasas ETO, trasferendosi in seguito in Germania, al Friburgo. E’ il 1959 e Palotai ritorna al Győri, club di cui difende i colori fino alla fine della parabola agonistica. Negli anni Sessanta è uno dei giocatori più in vista del calcio magiaro. Con il Győri conquista il campionato nel 1963 e tre coppe nazionali consecutive tra il 1965 ed il 1967. Viene convocato dalla Nazionale ungherese per i Giochi Olimpici di Tokyo 1964: prende parte a quattro partite su cinque, saltando solo la finalissima che regala la medaglia d’oro all’Ungheria. Palotai non ritira la sua, ma il suo nome rimane scritto per sempre nella storia a cinque cerchi. Non disputa neanche un minuto con la Nazionale maggiore, accontentandosi di 15 presenze e 2 reti con la selezione olimpica, in aggiunta a 8 gettoni con 1 gol nella Nazionale B. Si ritira nel 1967, dopo aver collezionato 171 presenze e 45 reti nella massima divisione ungherese.

Con i colori dell'Ungheria olimpica
Con i colori dell’Ungheria olimpica

 

 

 

 

 

 

 

Giacchetta nera

Poco dopo aver appeso le scarpette al fatidico chiodo, Károly decide di intraprendere la via dell’attività arbitrale. Probabilmente, il suo vecchio ruolo di centrocampista lo agevola, riuscendo a leggere con intelligenza la dinamica del gioco. Nella nuova veste Palotai si rivela ben presto talmente bravo da imporsi tra i migliori fischietti del suo Paese, attirando l’attenzione dell’UEFA. Diventa arbitro internazionale nel 1970. Già nel 1972 dirige a Ingolstadt Marocco-Malaysia 6-0, valida per il Gruppo A dei Giochi Olimpici. Quattro anni dopo viene designato per Brasile-Israele 4-1.

Ascesa veloce

Viene convocato per i Campionati del Mondo 1974, dove arbitra Uruguay-Olanda 0-2, prima gara del Gruppo 3. In Argentina, quattro anni dopo, è il direttore di gara in Austria-Spagna 2-1 e Argentina-Brasile 0-0. A livello iridato partecipa al suo terzo Mondiale in Spagna nel 1982, arbitrando Austria-Francia 1-0. A livello di Campionati Europei Palotai prende parte alla fase finale del 1980.

Arbitro (al centro)
Arbitro (al centro)

 

 

 

 

 

 

 

Ai vertici europei

Nonostante la convocazione per i grandi tornei, Palotai viene maggiormente considerato per incontri importanti e decisivi a livello continentale: dirige due finali della Coppa dei Campioni (Bayern Monaco-Saint Etienne 1976 e Liverpool-Real Madrid 1981), una finale d’andata di Coppa UEFA (Borussia Mönchengladbach-Twente 1975) e quella della Supercoppa Europea 1978 tra Anderlecht e Liverpool. La doppia designazione per l’ultimo atto della Coppa dei Campioni/Champions League rappresenta un record tuttora, insieme all’italiano Lo Bello senior, all’olandese Horn ed allo svizzero Dienst. Dopo il termine della carriera arbitrale, resta all’interno della FIFA come istruttore dei direttori di gara. Nel 1996 la FIFA lo insignisce del prestigioso FIFA Special Award per il suo contributo al calcio. Cinque anni dopo, la Federazione ungherese lo inserisce tra i migliori cento calciatori della sua storia. Ritiratosi a vita privata, vive tuttora a Győr e cura il suo orto nel tempo libero.

Oggi
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