Se per il Barcellona si trattava poco più di una formalità, seppur lo spauracchio Ibrahimovic aleggiasse per il Camp Nou, in pochi avrebbero pronosticato che il Bayern Monaco avrebbe chiuso la pratica in quaranta minuti scarsi. Lo si era capito sin da subito, nei primi minuti d’incontro, quando Lewandowski in allungo andava a colpire il palo sullo 0-0: un dominio difficile da descrivere a parole, ieri sera all’Allianz Arena è praticamente scesa sul rettangolo di gioco una sola formazione. Troppo timido il Porto che, seppur con un giustificato atteggiamento difensivo, si è squagliato al sole tedesco in meno di mezz’ora, quando già arrancava di tre reti. Il Bayern ha impressionato per capacità di imporsi sugli avversari non solo a livello mentale – facile davanti a uno stadio intero che ti incita – ma soprattutto a livello tecnico e tattico.
Difesa molto alta ma allo stesso tempo attenta alle ripartenze di Jackson Martinez e Quaresma, possesso palla in orizzontale, con i centrocampisti tuttavia pronti a verticalizzare quando necessario. E poi i singoli hanno fatto la differenza: da Bernat a Thiago Alcantara, passando per Gotze e Lewandowski, quest’ultimo impressionante sotto ogni punto di vista possibile e immaginabile.
Una menzione d’onore non può che andare proprio al fantasista spagnolo Thiago Alcantara che, dopo una stagione a dir poco travagliata, ha segnato due reti decisive tra andata e ritorno che hanno riportato il Bayern sui binari giusti: soprattutto il gol all’andata, in trasferta, ha garantito ai bavaresi la possibilità di non dover partire per forza con il piede sull’acceleratore per segnare quattro reti al ritorno. Nel Porto la mancanza dei due terzini titolari, Alex Sandro e Danilo, è stata un fattore molto più che determinante perché il Bayern, sulle fasce, ha sostanzialmente fatto quello che ha voluto: e i primi tre gol arrivano proprio da palloni scaricati lateralmente che, successivamente, sono stati ben crossati verso la testa di Thiago Alcantara, Boateng e Lewandowski.