La carica di Arturo Vidal

Tevez e Morata erano i più attesi – probabilmente anche dalla difesa del Monaco che, soprattutto sull’argentino, ha fatto un lavoro encomiabile – e così è servito un rigore  per sbloccare l’incontro dello Juventus Stadium. Considerati i primi quindici minuti in cui i monegaschi hanno fatto il bello e il cattivo tempo, l’1-0 finale è un risultato che lascia più che soddisfatti; c’è infatti la consapevolezza che, nel Principato, con un gol si possa strappare il pass per le semifinali. In rete Arturo Vidal, alla sua peggior stagione in bianconero per via di alcuni infortuni che ne hanno minato la consapevolezza fisica e mentale, dopo che nel primo tempo aveva avuto sul piatto destro la palla che avrebbe potuto mettere ancor prima sui binari giusti la Juventus.

E il Monaco? Ottimo nelle ripartenze, non benissimo quando si è trattato di prendere in mano il pallino del gioco per pareggiare. E infatti l’unica vera occasione degna di nota, nella ripresa, è arrivata su un colpo di testa di Berbatov sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Per questo motivo la Juventus, a Monaco, partirà decisamente avvantaggiata e con la possibilità di aspettare gli avversari e ripartire, sfruttando la velocità del duo Tevez-Morata. C’è però da piegare la resistenza del sorprendente Raggi e, soprattutto, Abdennour, apparso in forma straordinaria e decisivo più di una volta nel contrastare le offensive bianconere.

Ma dove iniziano effettivamente i meriti della Juventus e dove, invece, i limiti tecnici della formazione di Leonardo Jardim? Difficile dirlo adesso, resta il fatto che ad Allegri sono serviti più di quindici minuti per sistemare meglio in campo la Juventus, convincendo Lichtsteiner ed Evra che lasciare così scoperta la difesa avrebbe potuto portare a indesiderati contropiedi in parità numerica. Esattamente quello che non vuoi che accada quando contro hai avversari come Ferreira Carrasco e Martial, capaci di invertire le rispettive posizioni per non dare punti di riferimento e sfruttare eventuali “assalti” bianconeri alla ricerca del gol.

Lì si è vista l’esperienza maturata nelle passate edizioni di Champions League: nessuna fretta di andare a vincerla, in fondo sarebbe anche solo bastato non prendere gol, al fine di favorire un maggior equilibrio a centrocampo e sperare nell’episodio, puntualmente arrivato quando più ce n’era bisogno. Rigore o non rigore? Le immagini sono effettivamente poco esplicative, all’inizio del contatto Morata sembra leggermente fuori area e Carvalho lo sgambetta – errore alquanto banale per un difensore della sua esperienza – quando non c’è certezza di possesso per la squadra bianconera, quindi il cartellino rosso per il portoghese non è un’opzione praticabile. La natura dell’errore arbitrale, qualora effettivamente fosse provata, è da ricercarsi nella posizione del direttore di gara: dopo un lancio di 60 metri in verticale è difficile essere vicini all’azione, per questo motivo sarebbe dovuto intervenire in suo soccorso l’assistente. Più che di quest’aspetto, però, va sottolineato come nemmeno i replay successivi abbiano dato la certezza riguardo la concessione o meno di questo calcio di rigore: l’arbitro e i suoi collaboratori sono umani, il fallo c’è ed è netto e a quella velocità, in diretta, onestamente l’impressione di molti era che si trattasse di massima punizione.

Serve un gol a Monaco per entrare nelle prime quattro d’Europa: a quel punto la Juventus affronterebbe la prima, vera big nella fase a eliminazione. Magari con un Pogba e tante, tante certezze in più: i tempi in cui Galatasaray e Copenaghen erano considerati avversari temibili, però, sono finalmente alle spalle. Ritrovare il vero Arturo Vidal sarà fondamentale perché quello visto ieri sera, seppur gli errori sotto porta siano stati importanti, è già tutta un’altra cosa rispetto al cileno di inizio stagione. Che il primo gol stagionale in Champions possa averlo sbloccato mentalmente?

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Alessandro Lelli