Erano bastate due vittorie a Inzaghi per ritrovare fiducia ed entusiasmo in vista della rincorsa europea del suo Milan.
Quasi dimenticata la stagione fallimentare, la totale assenza di gioco, la mancanza di organizzazione della squadra e di carattere dei giocatori. Messe da parte le decine di prove opache — al limite dell’imbarazzo — fornite dai rossoneri in questa Serie A 2014/2015. Sono bastati sei punti contro Cagliari e Palermo per causare tutto questo.
Il pareggio interno contro la Sampdoria e la vittoria morale e tattica di Mihajlović sullo stesso Inzaghi fanno tornare Pippo con i piedi per terra, lasciandolo a sette punti dal sesto posto che significa Europa League occupato proprio dai blucerchiati.
E il fatto che questa Europa, pur nella sua versione minore dell’Europa League, non sia il luogo adatto all’Inzaghi allenatore stride col ricordo di ciò che la parola Europa, nella sua versione migliore della Champions League, significasse per l’Inzaghi giocatore.
Il campo europeo è stato il terreno di caccia preferito dell’ex numero 9 rossonero, le partite europee riuscivano a dargli una carica fuori dal comune, rendendolo un vero incubo per i difensori di mezzo vecchio continente.
Gli incubi, ora, li fa venire ai tifosi milanisti, guidando senza idee uno — se non IL — dei peggiori Milan dell’era Berlusconi. Sinceramente, il gioco prodotto dal Milan in questa stagione non merita di arrivare tra le prime sei del campionato.
La sensazione, a stagione quasi conclusa, è che Pippo non si sia dimostrato un vero allenatore di calcio. Non ha semplicemente bisogno di fare esperienza, ha proprio bisogno di studiare ancora molto per diventare un vero professionista di questo ruolo. Al momento è soltanto un ex campione che si è seduto in panchina circondato da uno staff molto numeroso e che si affida alla vena dei suoi giocatori migliori, tra cui Ménez.
E ieri durante Milan-Sampdoria si sono visti tutti i lati negativi di questa scelta: basta una partita — e non capita così di rado — svogliata del francese per far crollare tutte le certezze dei rossoneri e del loro allenatore. Il gol della Samp nasce proprio da un errore di superficialità del 7 di Inzaghi.
Un errore, un gol subito, che scrive una frase nel futuro di Inzaghi: questa Europa, e probabilmente anche questo Milan, non fanno per te, caro Pippo.