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Juve, pensare al triplete non è un’eresia

E siamo sempre qui, a parlare di Juventus, a dibattere su Conte e Allegri, su chi ha fatto o farà meglio, e ciò a cui stiamo assistendo è una Vecchia Signora sempre e comunque competitiva, anche se… stavolta sembra esserlo un po’ di più, è come se avesse fatto lo step decisivo e… quelle vittorie portate dalla mera grinta riversata sul campo che erano proprie della Juve di Conte, si sono adesso trasformate in successi ragionati, programmati, studiati a tavolino.

Perché questa è la Juve di Allegri: carismatica sì, ma più quadrata, compatta ed equilibrata della squadra che è stata dell’attuale ct della Nazionale, e lo sta dimostrando nelle tre competizioni che sta disputando in questa stagione. Prima in campionato, in finale in Coppa Italia, e ai quarti in Champions League, con un Borussia battuto senza problemi agli ottavi e un Monaco da affrontare che non sembra una squadra così mbattibile.

Dunque, non è un’eresia pensare a un triplete, che in Italia l’unica squadra riuscita a farlo è stata l’Inter di Mourinho. Non è un’eresia pensare a una Juventus sul tetto d’Europa, dopo le tante chiacchiere relative a quell’immaturità che la rendeva vulnerabile al di fuori dei nostri confini. Un triplete che non è impensabile, e che qualora si concretizzasse porterebbe benefici soprattutto sul mercato, perché da che si parla delle partenze di Vidal e Pogba si finirebbe a parlare… già, di arrivi, e pure importanti: Van Persie, Falcao, Cavani, tre top top player in lizza là davanti, e immaginatevela voi una Juventus, già fortissima adesso, con un altro grande campione, oltre a quel Tevez che andrà via nel 2016, e nel suo presunto ultimo anno in bianconero avrà voglia di lasciare ancor più il segno.

Triplete, dunque, non così remota come idea. Juve come nessuna in Italia, l’unica che potrebbe rendere lustro a un calcio italiano troppo svalutato negli ultimi anni.